Amministrazione Di Feo, Tiritiello: «Abbiamo sananto gli errori del passato»

Risposte alle accuse di Sel e Tarantino. Adesso sguardo al futuro

sabato 19 marzo 2016 10.09
Non fanno ciò che dicono. Secondo il presidente dell'associazione "Giovani liberi senza soldi", Antonio Tiritiello, gli attivisti di Sel, sinistra ecologia e libertà, hanno la memoria corta quando citano le vicende politiche passate e attribuiscono l'incapacità di amministrare Trinitapoli all'attuale amministrazione guidata dal sindaco Francesco Di Feo. «Non è normale mentire, sapendo di farlo - afferma il presidente - attribuendo all'amministrazione attuale solo il rifacimento di piazza Santo Stefano. La prova che confuta questa vostra tesi è sotto gli occhi di tutti: pineta di via Libertà, masseria Scarola, asilo nido, parco archeologico e museo, via Federico II di Svevia, quartiere Unrra Casas, zona industriale, trasferimento del mercato rionale in una zona idonea, palestra San Pietro, "dopo di noi", "struttura per minori nell'ex macello, boschetto, efficientamento energetico delle scuole, dissesto da voi creato e da noi evitato, porta a porta della nettezza urbana esteso a tutta la città, AtiSale, per voi uno sponsor, per questa amministrazione una entrata tributaria, fogna bianca, per voi la Venezia dei poveri, per noi una soluzione agli allagamenti, nuovi alloggi per residenza popolare, "io gioco legale", 30 telecamere installate in città, mantenimento ufficio del giudice di pace, città di Salapia riportata alla luce».

Non solo il sindaco, ma anche il padre finisce sul banco degli imputati dell'opposizione, perché in passato ha militato prima con la sinistra, poi col centro, e da 5 anni appoggia la coalizione di destra che sostiene Francesco Di Feo. «Quanto al vecchio Nicola Di Feo - continua Tiritiello - è nota la sua lunga carriera politica: vicesindaco di Miccoli, Bresciano e Di Gennaro; assessore con Capodiveto e Brandi; eletto continuativamente dal 1976 al 2011 - fine carriera - primo degli eletti dal 1988 al 2006. L'eterna e falsa accusa di aver cambiato partito trova le sue origini proprio nella sinistra e in coloro che, non tenendo fede agli accordi del 1993, sciolsero il Partito della Democrazia Cristiana. Allora, Nicola Di Feo, desideroso di continuare a fare politica, scelse il Partito Popolare Italiano, già all'epoca diviso in due tronconi, quello di Bianco e quello di Buttiglione. Il primo guardava a sinistra e il secondo al centro e la scelta di Nicola fu quella di guardare al centro. Dopo 10 anni l'Unione Democratica per la Repubblica cambia la denominazione e diventa Unione Democratici per l'Europa di Mastella per poi sciogliersi come neve al sole. Sceglie l'Unione dei Democratici Cristiani per restarci fino a quando non ha deciso di uscire dalla vita attiva quale amministratore per dedicarsi alla vita sindacale che lo vede impegnato sin dal Mese di Maggio 2011. Dove lo trova Annamaria Trantino - candidato sindaco per Sel, Pd.e PcdI - il cambio di casacca? Forse infangare la sua reputazione è un modo per non ricordare cosa era la politica prima del 2011 o le cattive abitudini della Prima Repubblica? Lui non ha mai preso iniziative ma ha solo rinfrescato la memoria a chi voleva farsi una nuova verginità. Nicola Di Feo non ha fatto parte del Laboratorio della destra, come ha fatto Tarantino, per poi approdare nella sinistra di Sannicandro e ora con Sinistra Ecologia e Libertà e Sinistra italiana».