Andrea Covotta a Trinitapoli: «Spesso alla politica oggi manca una visione»
Il giornalista direttore di Rai Quirinale ha presentato il suo libro "I costruttori di equilibri politici. Dalla Repubblica dei Partiti a quella dei leader"
domenica 19 dicembre 2021
È stato presentato venerdì pomeriggio nei locali della biblioteca comunale "Monsignor Vincenzo Morra" il libro "I costruttori di equilibri politici. Dalla Repubblica dei Partiti a quella dei leader".
Presente all'evento, l'autore, Andrea Covotta, già vicedirettore del Tg2 ed attualmente alla direzione di Rai Quirinale. Come da programma, il saluto del sindaco di Trinitapoli, Emanuele Losapio.
A seguire, l'introduzione del giornalista Maurizio Tardio. A dialogare con l'autore: Giovanni Di Benedetto (giornalista di Telenorba), Natale Labia (giornalista de L'Edicola del Sud) e Salvatore Petrarolo (direttore di Teleregione). L'iniziativa, promossa dalle associazioni Mondo News e Inchiostro da Gustare e dalla cooperativa Lilith Med 2000, è stata patrocinata dal Comune di Trinitapoli.
«La cultura della politica che nasceva nei partiti ha segnato la storia dell'Italia – osserva il sindaco Emanuele Losapio – . Oggi assistiamo ad un fenomeno diverso di mediaticità che abbaglia ma non coinvolge. E a restare fuori dall'interesse per le vicende politiche sono proprio le nuove generazioni, un tempo allevate nelle sezioni dei partiti tradizionali. Fare politica significa svolgere con passione attività 12 mesi l'anno, non solo in campagna elettorale. Ecco il perché delle troppe meteore di questi anni».
«Siamo in una crisi di sistema, dove i partiti ideologici della Prima Repubblica non sono stati adeguatamente sostituiti». È lapidaria la sentenza dell'autore del testo presentato, edito da La Bussola. Per Covotta, lo stesso inserimento dei nomi dei leader nei simboli di partito è un tentativo di «catturare il massimo consenso dell'opinione pubblica». Il messaggio però si perde: «I destinatari finiscono per essere elettori spesso disorientati e disaffezionati – sottolinea il direttore di Rai Quirinale – che si innamorano ed entusiasmano in maniera estemporanea e non duratura».
La banalizzazione del linguaggio segue poi l'obiettivo del consenso social, con il limite della mancanza di basi: «Spesso ascoltiamo soluzioni proposte all'elettorato troppo legate al presente e carenti di visione politica che guardi al futuro – osserva Covotta – . Questi passaggi muscolari da uno schieramento all'altro portano con sé un consenso effimero, basato sulla quantità e non sulla qualità dei contenuti».
Presente all'evento, l'autore, Andrea Covotta, già vicedirettore del Tg2 ed attualmente alla direzione di Rai Quirinale. Come da programma, il saluto del sindaco di Trinitapoli, Emanuele Losapio.
A seguire, l'introduzione del giornalista Maurizio Tardio. A dialogare con l'autore: Giovanni Di Benedetto (giornalista di Telenorba), Natale Labia (giornalista de L'Edicola del Sud) e Salvatore Petrarolo (direttore di Teleregione). L'iniziativa, promossa dalle associazioni Mondo News e Inchiostro da Gustare e dalla cooperativa Lilith Med 2000, è stata patrocinata dal Comune di Trinitapoli.
«La cultura della politica che nasceva nei partiti ha segnato la storia dell'Italia – osserva il sindaco Emanuele Losapio – . Oggi assistiamo ad un fenomeno diverso di mediaticità che abbaglia ma non coinvolge. E a restare fuori dall'interesse per le vicende politiche sono proprio le nuove generazioni, un tempo allevate nelle sezioni dei partiti tradizionali. Fare politica significa svolgere con passione attività 12 mesi l'anno, non solo in campagna elettorale. Ecco il perché delle troppe meteore di questi anni».
«Siamo in una crisi di sistema, dove i partiti ideologici della Prima Repubblica non sono stati adeguatamente sostituiti». È lapidaria la sentenza dell'autore del testo presentato, edito da La Bussola. Per Covotta, lo stesso inserimento dei nomi dei leader nei simboli di partito è un tentativo di «catturare il massimo consenso dell'opinione pubblica». Il messaggio però si perde: «I destinatari finiscono per essere elettori spesso disorientati e disaffezionati – sottolinea il direttore di Rai Quirinale – che si innamorano ed entusiasmano in maniera estemporanea e non duratura».
La banalizzazione del linguaggio segue poi l'obiettivo del consenso social, con il limite della mancanza di basi: «Spesso ascoltiamo soluzioni proposte all'elettorato troppo legate al presente e carenti di visione politica che guardi al futuro – osserva Covotta – . Questi passaggi muscolari da uno schieramento all'altro portano con sé un consenso effimero, basato sulla quantità e non sulla qualità dei contenuti».