Aumento contagi e rischio zona gialla, l'appello di Confesercenti Bat
Il direttore Landriscina: "non dimenticare le norme in vigore"
venerdì 23 luglio 2021
Il rischio di una nuova ondata pandemica è reale. I dati dei contagi sono in rialzo. Ecco perché "è doveroso richiamare l'attenzione dei commercianti e di tutti i cittadini affinché vengano rispettate le norme previste in zona bianca, perché non bisogna dimenticare che anche in zona bianca sono previste e permangano delle restrizioni". Così il direttore della Confesercenti provinciale Bat, Mario Landriscina.
Le immagini dei festeggiamenti post vittoria della nazionale di calcio agli europei parlano chiaro: le restrizioni sembrano appartenere ad un passato ormai lontano, mentre, in realtà, il presente è a rischio "zona gialla".
Il direttore Landriscina invita tutti, commercianti e utenti, a non dimenticare le norme in vigore in zona bianca.
"Il distanziamento interpersonale di almeno un metro di sicurezza va osservato al bar, al supermercato, al mare, negli stabilimenti balneari; come anche e nelle piscine dove sono necessari spazi di sette metri quadrati per persona.
Non bisogna dimenticare di indossare la mascherina al chiuso e di lavare e igienizzare le mani frequentemente.
All'interno dei ristoranti permane il limite massimo di sei persone al tavolo; la deroga è possibile solo per coloro i quali fanno parte di un unico nucleo familiare convivente; le cosiddette tavolate sono consentite solo in adeguati spazi all'aperto dove anche il metro di distanza tra i tavoli deve essere sempre garantito.
Fondamentale sono le procedure per il tracciamento, ossia quanto previsto dalle Linee guida in vigore, che prevedono l'obbligo per tutti gli esercenti di annotare l'identità dei clienti su apposito registro, in modo tale da poter risalire alle presenze di ogni giornata nei casi in cui qualcuno di essi dovesse risultare, nei 14 giorni successivi, positivo al covid.
Ulteriore adempimento, non certamente osservato in zona bianca, riguarda le visite ad amici e parenti, presso le cui abitazioni si può andare massimo solo in sei persone. Anche in auto continua a vigere la regola delle tre persone massimo, se non conviventi, come anche nessuno potrebbe sedere accanto al guidatore.
Alla luce delle polemiche di questi giorni continuano ad essere vietati i balli in discoteca, sia all'aperto che al chiuso. Le stesse possono riaprire solo nei casi in cui, pur pensate per il ballo, abbiano locali in cui esercitare la necessaria autorizzazione per la somministrazione di alimenti e bevande. Chiaramente in questo ambito si inserisce la discussione in agenda a livello governativo circa la necessità di munirsi del Green pass europeo, che a parere del direttore può costituire un valido strumento per evitare la diffusione del virus in attesa che le percentuali di persone vaccinate in Italia raggiungano livelli tali da costituire l'immunità di gregge.
Non si entra nel merito della polemica aperta tra chi preferirebbe evitare l'esibizione del Green pass negli esercizi di ristorazione, pur ritenendo che l'ulteriore adempimento a carico degli esercenti rappresenta un ulteriore onere a loro carico, bisognerebbe, invece, evidenziare il risvolto positivo di tale attività, perché potrebbe favorire la frequenza maggiore nei ristoranti di tutta una fetta di consumatori che preferisce evitare possibili contagi.
Il pericolo non è assolutamente passato. Basterebbe pensare a quanto successo lo scorso anno, quando nello stesso periodo estivo i contagi erano molto al di sotto degli attuali, eppure, di lì a poco, in periodo autunnale, ci si è ritrovati a chiudere nuovamente. Il vaccino ci sta aiutando, ma le varianti potrebbe favorire ulteriori periodi di chiusura tali da portarle alla cessazione definitiva delle attività commerciali", conclude Mario Landriscina.
Le immagini dei festeggiamenti post vittoria della nazionale di calcio agli europei parlano chiaro: le restrizioni sembrano appartenere ad un passato ormai lontano, mentre, in realtà, il presente è a rischio "zona gialla".
Il direttore Landriscina invita tutti, commercianti e utenti, a non dimenticare le norme in vigore in zona bianca.
"Il distanziamento interpersonale di almeno un metro di sicurezza va osservato al bar, al supermercato, al mare, negli stabilimenti balneari; come anche e nelle piscine dove sono necessari spazi di sette metri quadrati per persona.
Non bisogna dimenticare di indossare la mascherina al chiuso e di lavare e igienizzare le mani frequentemente.
All'interno dei ristoranti permane il limite massimo di sei persone al tavolo; la deroga è possibile solo per coloro i quali fanno parte di un unico nucleo familiare convivente; le cosiddette tavolate sono consentite solo in adeguati spazi all'aperto dove anche il metro di distanza tra i tavoli deve essere sempre garantito.
Fondamentale sono le procedure per il tracciamento, ossia quanto previsto dalle Linee guida in vigore, che prevedono l'obbligo per tutti gli esercenti di annotare l'identità dei clienti su apposito registro, in modo tale da poter risalire alle presenze di ogni giornata nei casi in cui qualcuno di essi dovesse risultare, nei 14 giorni successivi, positivo al covid.
Ulteriore adempimento, non certamente osservato in zona bianca, riguarda le visite ad amici e parenti, presso le cui abitazioni si può andare massimo solo in sei persone. Anche in auto continua a vigere la regola delle tre persone massimo, se non conviventi, come anche nessuno potrebbe sedere accanto al guidatore.
Alla luce delle polemiche di questi giorni continuano ad essere vietati i balli in discoteca, sia all'aperto che al chiuso. Le stesse possono riaprire solo nei casi in cui, pur pensate per il ballo, abbiano locali in cui esercitare la necessaria autorizzazione per la somministrazione di alimenti e bevande. Chiaramente in questo ambito si inserisce la discussione in agenda a livello governativo circa la necessità di munirsi del Green pass europeo, che a parere del direttore può costituire un valido strumento per evitare la diffusione del virus in attesa che le percentuali di persone vaccinate in Italia raggiungano livelli tali da costituire l'immunità di gregge.
Non si entra nel merito della polemica aperta tra chi preferirebbe evitare l'esibizione del Green pass negli esercizi di ristorazione, pur ritenendo che l'ulteriore adempimento a carico degli esercenti rappresenta un ulteriore onere a loro carico, bisognerebbe, invece, evidenziare il risvolto positivo di tale attività, perché potrebbe favorire la frequenza maggiore nei ristoranti di tutta una fetta di consumatori che preferisce evitare possibili contagi.
Il pericolo non è assolutamente passato. Basterebbe pensare a quanto successo lo scorso anno, quando nello stesso periodo estivo i contagi erano molto al di sotto degli attuali, eppure, di lì a poco, in periodo autunnale, ci si è ritrovati a chiudere nuovamente. Il vaccino ci sta aiutando, ma le varianti potrebbe favorire ulteriori periodi di chiusura tali da portarle alla cessazione definitiva delle attività commerciali", conclude Mario Landriscina.