Da Trinitapoli a Barletta per i diritti di tutti

Gallo: «Legge Cirinnà solo primo passo, Stato non fermarti»

sabato 2 luglio 2016 17.42
A cura di Giuseppe Capacchione
Il sesso è solo una questione sociale. Quasi non si dovrebbe pronunciare più quel termine per distinguere gli uomini dalle donne, con la teoria di genere poco conta se sia nasce in un modo o nell'altro, perché è la società che plasma. Realtà questa presente anche a Trinitapoli con con l'Arcigay Puglia che sta sfilando fra le strade della regione e come tappa ha scelto Barletta. «Siamo qui - afferma Vincenzo Gallo, preseindete Arcigay - per rivendicare agli occhi dello Stato sia i diritti di gay, lesbiche e transessuali che un intervento sempre più deciso contro la violenza di genere e in particolare sulle donne». Chiaramente, per molti ciò che gli studi sul gender affermano è come un fulmine a ciel sereno, ma in realtà sono teorie sociologiche messe in campo nel secolo scorso. Uomo uguale papà con un determinato modo di vestire, di comportarsi e di lavori da fare, donna invece destinata sin da bambina a impratichirsi al mestiere di casalinga con il gioco delle tazzine da caffè, la lavandaia e il bambolotto da curare. Probabilmente adesso si è arrivati all'asesasperazione coi trasgender cioè, come si comprende dal termine stesso, coloro che trasgrediscono il genere e vanno oltre, trasformandosi attraverso interventi chirurgici in donne o uomini, spinti dal desiderio di convretizzare a livello fisico la loro identità mentale.

Un processo non solo della società del 21° secolo, ma di tutta la storia dell'uomo ed evidentemente adesso si sta vivendo un periodo proprizio per uscire allo scoperto anche in parti d'Italia con una conformazione mentale più chiusa verso queste tematiche. A Barletta l'appello alle istituzioni è stato forte, era presente il consigliere comunale Anna Maria Tarantino, e la legge Cirinnà non è basta: tutti, affermano, hanno diritto alla felicità di una famiglia. Le correnti scientifiche si dividono e dichiarano che ci siano dei veri e propri stati sessuali dovuti a una disfunzione ormonale nel feto materno tale da portare alcuni individui a non sapere a quale sesso appartenere. Anche la chiesa con Papa Francesco ha «chiesto scusa ai gay» perché essendo comunque individui hanno le stesse esigenze di realizzare la propria vita come tutti gli altri: matrimonio, ordine sacro. Anche qui le correnti si dividono fra chi ritiene l'unione matrimoniale in questo caso solo un patto fra due persone e chi, invece, non vede nulla di strano in un trasgender incinto, senza contare i termini eliminati, come famiglia o persona incinta, in seguito alla teoria di genter per non offendere determinate persone. «Spero - conclude Gallo - che lo Stato si attivi e prosegua nella lotta all'omotransofobia che ha prodotto altre sue vittime a Orlando dove 50 giovani della comunità Lgbt sono stati ritenuti soggetti da poter eliminare».