Dissesto finanziario, Trinitapoli è salva. Relazione positiva
Debiti sanati, Corte dei Conti favorevole. Costanza per non ricadere
giovedì 24 marzo 2016
18.29
«Il comune di Trinitapoli ha fornito chiarimenti e delucidazioni rispetto a ciascuna voce delle entrate, esplicitando il "trend" delle riscossioni realizzate». Si potrebbe non aggiungere altro a quanto scritto dalla Corte dei Conti nell'ultima relazione semestrale dello scorso 2 marzo. La città di Trinitapoli è fuori dal dissesto finanziario avuto inizio nel 2011 e la debitoria di 34 milioni di euro è stata sanata. «Se riguardo indietro ai 3 anni appena passati – afferma il sindaco Francesco Di Feo –, non posso fare a meno di pensare che finalmente siamo fuori. Abbiamo amministrato nonostante il dissesto, intercettando 12 milioni di euro di finanziamenti, rimettendo i conti in ordine e realizzando opere pubbliche. Sono risultati che non possono essere occultati, mistificati o sminuiti. Abbiamo ereditato una situazione pesantissima, ma dopo tanto lavoro il 23 marzo 2016 si può festeggiare la rinascita trinitapolese vera e propria: il dissesto è evitato definitivamente. Chi non ha appoggiato questo piano di rientro, cioè la sinistra, è condannato a vita a non amministrare mai più questa città contro la quale, inoltre, ha remato. Manteniamo i piedi per terra ed evitiamo la propaganda. Abbiamo trovato nel 2011 un Comune che aveva appena violato il patto di stabilità, aveva utilizzato i fondi vincolati al di fuori di quanto prescritto dal Tuel, si andava in anticipazione di cassa ininterrottamente dal 2007, non aveva capacità di indebitamento e, a volte, non riusciva a pagare gli stipendi ai dipendenti».
Soddisfatta è anche una delle principali autrici del salvataggio della città, l'assessore al bilancio Nicoletta Ortix: «Anni non facili, in cui, fotografando la situazione generale dell'Italia, qualcosa è cambiato per forza. Abbiamo inaugurato un nuovo modo di gestire la cosa pubblica, riducendo le spese pur assicurando i servizi essenziali. Questa gestione ora permetterà di investire finalmente in ulteriori opere pubbliche, agricoltura, servizi sociali ed attività produttive. Con questo passaggio si può riprendere a programmare: restituiamo a Trinitapoli un bilancio sano anche in concomitanza con l'uscita dalla crisi finanziaria globale». Anche il vicesindaco, Andrea Minervino è entusiasta dell'impresa storica compiuta dai suoi: «L'ennesima sentenza della Corte dei Conti ci premia per il lavoro svolto, tanto nella ricostruzione dei fondi vincolati quanto nella qualità delle scelte fatte al momento del piano di rientro. Certo, bisognava tagliare qualcosa. Ma abbiamo posto attenzione al recupero crediti evitandone le prescrizioni. Insomma, anche grazie alla pazienza dei cittadini, abbiamo dovuto e voluto operare con l'oculatezza domestica e familiare. In caso di dissesto Altrimenti saremmo stati bloccati per oltre 10 anni in ogni attività finanziaria, oltre a tagliare fino al 70% servizi e compensi anche per quelli già prestati dai privati».
Soddisfatta è anche una delle principali autrici del salvataggio della città, l'assessore al bilancio Nicoletta Ortix: «Anni non facili, in cui, fotografando la situazione generale dell'Italia, qualcosa è cambiato per forza. Abbiamo inaugurato un nuovo modo di gestire la cosa pubblica, riducendo le spese pur assicurando i servizi essenziali. Questa gestione ora permetterà di investire finalmente in ulteriori opere pubbliche, agricoltura, servizi sociali ed attività produttive. Con questo passaggio si può riprendere a programmare: restituiamo a Trinitapoli un bilancio sano anche in concomitanza con l'uscita dalla crisi finanziaria globale». Anche il vicesindaco, Andrea Minervino è entusiasta dell'impresa storica compiuta dai suoi: «L'ennesima sentenza della Corte dei Conti ci premia per il lavoro svolto, tanto nella ricostruzione dei fondi vincolati quanto nella qualità delle scelte fatte al momento del piano di rientro. Certo, bisognava tagliare qualcosa. Ma abbiamo posto attenzione al recupero crediti evitandone le prescrizioni. Insomma, anche grazie alla pazienza dei cittadini, abbiamo dovuto e voluto operare con l'oculatezza domestica e familiare. In caso di dissesto Altrimenti saremmo stati bloccati per oltre 10 anni in ogni attività finanziaria, oltre a tagliare fino al 70% servizi e compensi anche per quelli già prestati dai privati».