Giovani FI di Trinitapoli ricordano i martiri delle Foibe

Morti sono tutti uguali. Di Feo: «Atti vigliacchi verso civili»

lunedì 15 febbraio 2016 9.44
A cura di Giuseppe Capacchione
Il giorno della memoria. Un'espressione che non deve indicare solo il 27 gennaio e le vittime della Shoah, perché i martiri del 10 febbraio sicuramente non sono meno importanti. Dare valore alla morte basandosi sui numeri, sarebbe come dire che 11 mila uomini, di cui molti gettati vivi in alcune fosse, varrebbero meno di altri 6 milioni di vittime uccise con trattamenti simili. A Trinitapoli sanno bene che le Foibe sono una pagina della storia dell'umanità e come tale non può essere dimenticata o giustificata semplicemente perché si crede che gli infoibati fossero solo gerarchi fascisti e quindi meritevoli di una fine violenta. Forza Italia, dicono i responsabili, ha organizzato questa giornata della memoria riconosciuta anche dal Parlamento nel 2004, non per scopi politici o elettorali, ma semplicemente per ricordare i compatrioti assassinati fra l'8 settembre 1943 e il 10 febbraio 1947 in Venezia Giulia e in Dalmazia per mano dei comunisti jugoslavi, in ragione di una rivendicazione del controllo dei territori dell'Adriatico. «Questa giornata - afferma il sindaco Francesco Di Feo - deve ricordare tutti coloro che hanno perso la vita per veri atti estranei al codice di guerra e quindi vigliacchi. I martiri sono civili depredati nella loro quotidianità e uccisi con un colpo di pistola dietro la nuca».

Non è affatto una questione politica che vede l'estrema destra puntare il dito contro la Foibe per difendere le morti ebree e l'estrema sinistra che fa il contrario. La morte non conosce colore o bandiera di partito, quindi gli italiani uccisi nei campi di prigionia jugoslavi o addirittura morti durante la deportazione e poi gettati in grandi fosse chiamate Foibe sono dei veri martiri. La storia racconta di uomini gettati vivi o semplicemente feriti, perché una delle tecniche utilizzate per ucciderli era quella di legarli con un filo di ferro davanti alla foiba e sparare il primo per trascinare tutti gli altri come se fosse un domino. «I giovani del partito di Forza Italia - afferma il vicesindaco Andrea Minervino - hanno voluto fortemente organizzare questo giorno della memoria perché non ci sono morti di seria a e di serie b».
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