Granchio blu avvistato nell'Ofanto, «Pericolo per la biodiversità»
La segnalazione del nucleo IFAE di Barletta «è un crostaceo ghiotto di pesci, molluschi e persino uccelli»
venerdì 31 luglio 2020
Il Nucleo di Vigilanza ittico-faunistica, ambientale ed ecologica di Barletta, nell'ambito dei servizi di monitoraggio, ricerca e tutela faunistico-ambientale del fiume Ofanto, in particolare del tratto terminale del fiume (tra le località setteponti e la foce), ove è accertata la presenza della Lontra "lutra lutra", - magnifico mammifero appartenente alla famiglia dei mustelidi particolarmente protetto dalle vigenti normative internazionali e nazionali ed all'apice della catena alimentare fluviale, - ha accertato e documentato (attraverso l'effettuazione di specifiche videoriprese) la presenza di numerosi granchi della specie Callinectes sapidus, detto comunemente Granchio blu o Granchio reale.
«È una specie marina alloctona di provenienza americana (america occidentale) - spiega il coordinatore del nucleo IFAE Giuseppe Cava - particolarmente scaltra ed invasiva che non disdegna le acque salmastre e le foci dei fiumi. La sua presenza, in un periodo che vede il fiume con una portata azzerata e quindi di secca (causata anche dai prelievi abusivi per scopi irrigui effettuati a monte), ci pone non poca preoccupazione per il fatto che la sua biologia potrebbe mettere in serio rischio l'equilibrio faunistico-ambientale indigeno di un tratto di fiume lungo circa tre chilometri (dalla foce alle "rapide" presenti nei pressi del ponte della ferrovia adriatica, punto ove termina il tratto di acqua salmastra).
Il granchio blu è un crostaceo opportunista, molto adattabile, vorace ed in grado di predare pesci, anfibi, molluschi, crostacei, insetti, giovani rettili e persino uccelli. Queste sue capacità lo rendono un pericoloso driver di perdita di biodiversità autoctona.
Forse, l'unico punto di ottimismo che possiamo evidenziare riveniente dalla sua presenza nel fiume Ofanto è quello relativo alla possibilità di poterlo pescare e porlo in commercio a scopo alimentare. Infatti, pare sia un crostaceo molto apprezzato dai palati di molti pugliesi e se cucinato "Bollito, con aceto e olio" risulterebbe una prelibatezza. Inoltre, sembra che sia ottimo per la salute umana per il fatto che: la "carne blu" risulterebbe ricca di vitamina B12. Tanto si doveva per la dovuta informazione ai cittadini pugliesi» conclude il professor Cava.
«È una specie marina alloctona di provenienza americana (america occidentale) - spiega il coordinatore del nucleo IFAE Giuseppe Cava - particolarmente scaltra ed invasiva che non disdegna le acque salmastre e le foci dei fiumi. La sua presenza, in un periodo che vede il fiume con una portata azzerata e quindi di secca (causata anche dai prelievi abusivi per scopi irrigui effettuati a monte), ci pone non poca preoccupazione per il fatto che la sua biologia potrebbe mettere in serio rischio l'equilibrio faunistico-ambientale indigeno di un tratto di fiume lungo circa tre chilometri (dalla foce alle "rapide" presenti nei pressi del ponte della ferrovia adriatica, punto ove termina il tratto di acqua salmastra).
Il granchio blu è un crostaceo opportunista, molto adattabile, vorace ed in grado di predare pesci, anfibi, molluschi, crostacei, insetti, giovani rettili e persino uccelli. Queste sue capacità lo rendono un pericoloso driver di perdita di biodiversità autoctona.
Forse, l'unico punto di ottimismo che possiamo evidenziare riveniente dalla sua presenza nel fiume Ofanto è quello relativo alla possibilità di poterlo pescare e porlo in commercio a scopo alimentare. Infatti, pare sia un crostaceo molto apprezzato dai palati di molti pugliesi e se cucinato "Bollito, con aceto e olio" risulterebbe una prelibatezza. Inoltre, sembra che sia ottimo per la salute umana per il fatto che: la "carne blu" risulterebbe ricca di vitamina B12. Tanto si doveva per la dovuta informazione ai cittadini pugliesi» conclude il professor Cava.