Guerra fra clan, i sacerdoti di Trinitapoli invocano: «Legalità e conversione dei cuori»

«Rispetto della vita umana, il nostro è il Dio della vita»

sabato 13 giugno 2020 16.32
A cura di Giuseppe Capacchione
I sacerdoti delle quattro parrocchie di Trinitapoli invocano a gran voce la legalità e la conversione di chi in questi anni ha dato vita a una vera guerra mafiosa fra clan. L'ultimo episodio l'uccisione di Giuseppe Lafranceschina, il 43enne cugino del boss Giuseppe Gallone, freddato lo scorso 3 giugno da colpi di pistola esplosi da ignoti da un'Alfa Romeo Giulietta mentre era in sella a una bicicletta a pedalata assistita in via Mulini, una traversa del corso principale. La vittima era affiliata al clan Carbone - Gallone da sempre contrapposto al clan De Rosa - Miccoli per il controllo dei traffici illeciti sul territorio.

Il testo della lettera:

«Carissimi fratelli, nel giorno in cui, in comunione con tutta la Chiesa, celebriamo la solennità del Corpus Domini, sentiamo forte il desiderio di ricordarci che siamo una comunità e non possiamo più accettare ferite così profonde da lacerare il tessuto sociale ed ecclesiale.

Fratelli, non vi conosciamo, tuttavia ci rivolgiamo a voi che da anni seminate odio, violenza e morte nella nostra amata città di Trinitapoli. Sono troppe le vittime! Il male è entrato nel vostro cuore e come un tarlo si sta annidando anche nella coscienza di tanti. L'odio che viene coltivato è degenerato in una vendetta inarrestabile. A voi facciamo appello: convertite il vostro cuore, lasciate albergare sentimenti di rispetto della dignità della persona, accogliete la Parola di amore e di misericordia che viene da Dio, scrollatevi di dosso l'odio che acceca gli occhi del vostro cuore e non vi permette di riconoscere in chi vi sta di fronte un fratello!

In nome di Gesù Cristo ci rivolgiamo a voi con voce forte e ferma e vi chiediamo: basta!

La nostra città vanta tante esperienze di autentico cammino di buona umanità che i nostri antenati ci hanno tramandato attraverso esempi di onestà e di sacrificio e il nostro compito è di emularli promuovendo il benessere, la bellezza e l'onorabilità della nostra Trinitapoli.

Ridiamoci come comunità cittadina un rinnovato slancio di dignità e di onestà, di pace e di speranza, per continuare ad essere cittadini capaci di costruire responsabilmente nella lealtà e nella giustizia una città vivibile per tutti.

Al Dio della vita che Gesù ci ha insegnato a riconoscere come Padre buono e misericordioso, «che fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti» (Mt 5,45), chiediamo misericordia per quanti sono finiti sotto la ferocia di mani assassine e violente; preghiamo per la conversione di quanti pensano ancora di lasciarsi andare alla vendetta; preghiamo perché l'intera comunità possa indignarsi di fronte a simili episodi e non scivoli nei sentieri oscuri della paura e del silenzio.

Abbracciamo tante famiglie che piangono le persone a loro care, portando nel cuore il dolore per queste violenze efferate. Per loro si estende la nostra afflitta preghiera. Su tutti invochiamo, apportatrice di serenità e di speranza, la consolante assistenza del Signore.

La comunità necessita del farmaco della legalità, della cura da parte di tutti e di una coscienza formata al bene comune».