Il ministero ammette l'errore: Losapio non ha mai avuto rapporti con un capoclan
L'avvocato Vaira: «I cittadini hanno diritto di saperlo con chiarezza. Non ritireremo la citazione per danni»
sabato 16 luglio 2022
9.49
Nessuna frequentazione accertata con il capoclan. Non è servito neanche arrivare alla prima udienza per dimostrare l'estraneità dell'ex Sindaco di Trinitapoli Emanuele Losapio dalla brutta vicenda, inserita all'interno della relazione ministeriale a corredo dello scioglimento per infiltrazioni mafiose del Comune casalino.
«Il ministero dell'Interno nei fatti ha ammesso l'errore: Losapio non ha mai avuto rapporti con il capoclan ucciso nel 2019. Ma tutto questo non ci basta, andremo in fondo nella richiesta di risarcimento danni per affermare la verità» ha affermato Michele Vaira, legale dell'esponente di Fratelli d'Italia, commentando quanto pubblicato lo scorso 28 giugno sulla Gazzetta Ufficiale. Un dietrofront evidente del Viminale rispetto a quanto emerso nella relazione allegata agli atti di scioglimento dell'Ente, al punto da indurre Losapio a presentare, nel mese di maggio, una citazione per danni (link all'articolo).
«Abbiamo la soddisfazione di leggere dalle stesse parole del ministero degli interni che nei confronti di Losapio è stato commesso un errore o comunque sono state scritte falsità lesive della sua dignità personale» ha aggiunto l'avvocato Vaira. «Purtroppo però non c'è stata la decenza di comunicare l'evidente errore né al diretto interessato né ai cittadini di Trinitapoli, che hanno il diritto di sapere con chiarezza che il loro Sindaco non ha mai avuto frequentazioni col capoclan» è la sua osservazione.
«La relazione ministeriale iniziale del 4 maggio, ripresa da tutti gli organi di stampa, ancora oggi rimane quella originale, senza alcuna modifica, producendo tutti gli effetti diffamatori e calunniosi del giorno della prima pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale» ha rimarcato il legale dell'esponente politico.
«La toppa, dello scorso 28 giugno, appare peggiore del buco: il ministero nel comunicato ha provato a correggere il tiro, inserendo la locuzione "fiduciario del" nella precedente stesura, parlando quindi di "frequentazioni dell'attuale sindaco con il fiduciario del capoclan ucciso". Losapio quindi non c'entrava assolutamente nulla col capoclan – conclude Vaira – ma avrebbe avuto frequentazioni con un presunto ed ignoto fiduciario: chiaramente è tutto falso anche questo, non è dimostrabile e per noi è una ulteriore diffamazione che perseguiremo nelle sedi competenti. Non ci fermeremo.
Un passo alla volta verso la verità. In queste settimane di silenzio abbiamo lavorato con i legali e continueremo a farlo per ripristinare la veridicità dei fatti. E non finisce qui, perché questo non è l'unico errore accertato presente nella relazione» ha concluso Vaira.
«Il ministero dell'Interno nei fatti ha ammesso l'errore: Losapio non ha mai avuto rapporti con il capoclan ucciso nel 2019. Ma tutto questo non ci basta, andremo in fondo nella richiesta di risarcimento danni per affermare la verità» ha affermato Michele Vaira, legale dell'esponente di Fratelli d'Italia, commentando quanto pubblicato lo scorso 28 giugno sulla Gazzetta Ufficiale. Un dietrofront evidente del Viminale rispetto a quanto emerso nella relazione allegata agli atti di scioglimento dell'Ente, al punto da indurre Losapio a presentare, nel mese di maggio, una citazione per danni (link all'articolo).
«Abbiamo la soddisfazione di leggere dalle stesse parole del ministero degli interni che nei confronti di Losapio è stato commesso un errore o comunque sono state scritte falsità lesive della sua dignità personale» ha aggiunto l'avvocato Vaira. «Purtroppo però non c'è stata la decenza di comunicare l'evidente errore né al diretto interessato né ai cittadini di Trinitapoli, che hanno il diritto di sapere con chiarezza che il loro Sindaco non ha mai avuto frequentazioni col capoclan» è la sua osservazione.
«La relazione ministeriale iniziale del 4 maggio, ripresa da tutti gli organi di stampa, ancora oggi rimane quella originale, senza alcuna modifica, producendo tutti gli effetti diffamatori e calunniosi del giorno della prima pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale» ha rimarcato il legale dell'esponente politico.
«La toppa, dello scorso 28 giugno, appare peggiore del buco: il ministero nel comunicato ha provato a correggere il tiro, inserendo la locuzione "fiduciario del" nella precedente stesura, parlando quindi di "frequentazioni dell'attuale sindaco con il fiduciario del capoclan ucciso". Losapio quindi non c'entrava assolutamente nulla col capoclan – conclude Vaira – ma avrebbe avuto frequentazioni con un presunto ed ignoto fiduciario: chiaramente è tutto falso anche questo, non è dimostrabile e per noi è una ulteriore diffamazione che perseguiremo nelle sedi competenti. Non ci fermeremo.
Un passo alla volta verso la verità. In queste settimane di silenzio abbiamo lavorato con i legali e continueremo a farlo per ripristinare la veridicità dei fatti. E non finisce qui, perché questo non è l'unico errore accertato presente nella relazione» ha concluso Vaira.