Il professore Giuseppe Acquafredda ricorda l'amico Pietro Mennea
Otto anni dalla morte della "Freccia del Sud", una poesia in suo onore
Il Ricordo del professore Acquafredda
«Oggi, grazie alla poesia inviatami dalla poetessa trinitapolese Grazia Stella Elia, voglio ricordare Pietro Mennea per quello che ha significato per me». Il professore fa riferimento a un componimento che qui vi riproponiamo:
Grande Pietro di Barletta
come Pietro il Grande russo.
Grande nella corsa
per vincere te stesso
prima che la gara.
Grande per la semplice umiltà,
per la fraterna umanità,
per la straordinaria disponibilità.
Vanto, onore, gloria
per la tua città,
per la Puglia, per l'Italia
e per il mondo dello Sport.
Mai sarai dimenticato.
Nel cuore rimani di chi ti ammira
e un posto speciale
occupi nel cuore
di Pinuccio del Casale,
che tanto ti ama
e diffonde la tua fama.
Grazia Stella Elia
«Io ho avuto la fortuna di conoscerlo e frequentarlo durante gli anni del Liceo Scientifico - ha continuato -. Il mio professore di educazione fisica Francesco Pistone tutti gli anni organizzava presso il Liceo Scientifico di Barletta i campionati di istituto per poi formare la squadra titolare della scuola. Partecipai alla gara degli 80 metri piani in una pista allestita nel campo "Lello Simeone". Dopo aver vinto tutte le batterie e classificatomi terzo nella finale, dietro a Martucci e a Lorenzo di Fidio (più grandi di me di qualche anno), fui contattato dal professore Francesco Mascolo, allenatore dell'Avis Barletta, che fissò subito un appuntamento con mio padre a Barletta presso la sede avisina nel vecchio Ospedale "Umberto I°". Il giorno dopo ero un atleta iscritto all'Avis dove da tesserato ho fatto parte della staffetta 4x100 con Pietro, Salvatore Pallamolla e Francesco Gambatesa stabilendo nella 4x100 allievi quel tempo di 44"1 che abbiamo conservato come record pugliese per più di venti anni.
Ho avuto il piacere e l'onore di conoscere il grande Pietro nel lontano 1968 quando avevo solo 16 anni ed è così cominciata la mia amicizia con lui. Infatti tutti i giorni, con il treno alle ore 14, tornavo a casa da scuola per il pranzo e alle 14.55 riprendevo il treno per andare a Barletta per gli allenamenti. Puntuale alle ore 15.20 stavo sotto casa di Pietro in Via Pier delle Vigne 10 dove alle 15.30 arrivava il professor Mascolo, con la sua cinquecento bianca, per prenderci ed accompagnarci al campo per gli allenamenti. Questa storia è durata circa due anni. In questo lunghissimo periodo ho imparato a conoscere l'uomo Mennea. Pietro, appena conosciuto, mi ha dato l'impressione di essere introverso e riservato, ma dopo appena due mesi di frequentazione (gare fuori regione, dormire nella stessa stanza e stare sempre insieme) tirò fuori quello che era il suo vero carattere. Pietro prima di aprirsi agli altri doveva conoscere bene chi aveva di fronte e solo dopo metteva fuori il suo vero carattere di estroverso. La frequentazione con Pietro è continuata anche dopo che io ho concluso la mia attività agonistica con l'Avis. Ci vedevamo quasi sempre quando tornava nella sua Barletta. Negli anni '90 gli diedi una mano a Trinitapoli quando si candidò, come parlamentare europeo, nella lista di Antonio Di Pietro. Dopo la sua elezione fui invitato con altri amici a Bruxelles al Parlamento Europeo dove Pietro doveva presentare una proposta di legge che rendesse punibili penalmente tutti i reati collegati all'uso del doping nello sport. Infatti su questo argomento ha scritto diversi libri.
Ci siamo visti per l'ultima volta a dicembre 2011 nello stadio "Lello Simeone" di Barletta per girare alcune scene del film-documentario su Pietro del regista Sergio Basso, dal titolo 19 e 72 che rappresenta il tempo dei sui 200 metri piani record mondiale ottenuto a Città del Messico. In quella occasione invitai Pietro che accettò a venire nella scuola dove insegnavo, l'istituto alberghiero di Margherita di Savoia, per avere un incontro con gli alunni delle classi quarte e quinte sul Doping. Quest'incontro doveva essere inserito nelle attività collaterali per il passaggio della carovana del Giro d'Italia di ciclismo a Margherita di Savoia nel maggio del 2013. In quella situazione ebbi la conferma della sua grande personalità. Infatti noi ci sentivamo spesso su facebook ed io nell'approssimarsi dell'evento gli inviai, a gennaio 2013, un messaggio per chiedergli di farmi sapere la data dell'incontro presso l'Istituto Alberghiero, non rispose con la solita celerità e dopo la mia ulteriore richiesta fatta il 22 febbraio 2013 lui mi rispose con questo messaggio che riporto integralmente:
"Caro Giuseppe, purtroppo ora non sono in grado di poter fissare date per incontri, naturalmente appena mi sarà possibile e con un certo anticipo, Te lo farò sapere. Pietro.
PS. Mi hanno informato che presenteranno il film-documentario al festival del cinema di Bari, per quanto riguarda invece la messa in onda televisiva, ancora non è stata fissata la data esatta."
Questo messaggio mi è stato inviato esattamente un mese prima di morire. Dalla sua attenta lettura si comprende ancora di più la grandezza morale del nostro caro Pietro Mennea che io porto sempre nel mio cuore. Desidererei tanto che gli amministratori di Barletta contribuissero con un'opera grandiosa ad onorare l'atleta che ha portato, con le sue gesta, la città alla ribalta nazionale e mondiale. Ad esempio, qualche anno fa, insieme a Nino Vinella, a me e ad altri amici come Franco Frezza, chiedemmo al Sindaco dell'epoca di dare un grande segnale di riconoscenza a Pietro chiamandola: "Barletta – Città della Disfida e di Pietro Mennea". A tutt'oggi non si è fatto ancora niente di grande per onorare la memoria di Pietro. Io so aspettare ed ho la speranza che ciò possa avvenire. Subito dopo la pandemia io mi attiverò per intitolare la palestra comunale di via San Pietro a Trinitapoli al grande atleta Pietro Mennea».
Nella foto in bianco e nero: in alto da sinistra verso destra: Pietro Mennea Giuseppe Acquafredda. In basso da sinistra verso destra: Salvatore Pallamolla e Francesco Gambatesa.