Il sogno di Gianluigi Cicolella di disegnare auto
Adesso lavora per la Jaguar Land Rover
martedì 29 gennaio 2019
7.23
Una passione nata fra le macchine dell'officina di papà. Carta e matita per disegnare le auto più belle in riparazione. Adesso è un creative designer Gianluigi Cicolella, 28 anni, ragazzo di spicco nel territorio ofantino. Con lui c'è un pezzo di Trinitapoli nella Jaguar Land Rover, azienda automobilistica del Regno Unito dove Gianluigi lavora e per la quale sta disegnando il nuovo Range Rover Sport. Si è raccontato al nostro giornale in un'intervista telefonica, visto che adesso non vive più in Italia.
-Mi descrivi in breve la tua carriera professionale?
«I primi progetti più rilevanti sono state le mie 2 tesi di laurea, svolte con la collaborazione del Centro Stile Lamborghini, e l'Advanced Design Mercedes Benz.
Il giorno dopo la laurea, ho fatto 2 colloqui di lavoro, uno a Torino, uno a Maranello all'interno del Ferrari Training Center, dove ho scelto di cominciare. Dopo sei mesi, ho capito che dovevo allargare i miei orizzonti, quindi ho deciso di lasciare l'Italia è iniziare la mia nuova vita in UK lavorando per Jaguar Land Rover.
Anche questo step, è stato molto faticoso, la mia conoscenza dell' Inglese era pari a quella di un neonato, quello che è prevalso era il mio talento, infatti il mio colloquio via skype lo abbiamo fatto con un traduttore.
Dopo di ché, prima di entrare, ho dovuto fare un progetto da casa (che volendo potrei inviare). Una volta dentro avevo 3 mesi di prova, in questi 3 mesi dovevo dimostrare il mio talento.
Ho vinto il primo progetto che mi hanno assegnato e l'ho portato avanti per quasi 3 anni, dal primo sketch iniziale al prototipo in scala 1:1.
Nello stesso tempo ho lavorato ad altri progetti, ovvero tutta la nuova generazione di Range Rover e Discovery».
-Qual è stato il progetto più avvincente e quindi importante?
«In particolare il prossimo Range Rover Sport».
-Perchè hai scelto di svolgere questa professione?
«Avevo circa 7 anni, tutte le volte che potevo dopo la scuolaa aiutavo mio padre nella sua carrozzeria. Non appena mio padre usciva per qualche sua mansione, più che aiutarlo, quando c'era una bella macchina da riparare, preferivo osservarla e ridisegnarla a 360° con tutti i dettagli. Già da allora cercavo a mio modo di migliorare l'impatto estetico e aerodinamico ridisegnandole, senza eliminarne il concetto e l'essenza che l'auto voleva esprimere.
Non sapevo niente riguardo al design automobilistico. Ogni giorno sfogliavo le riviste di auto e moto a disposizione in carrozzeria, fino a quando "Quattroruote" ha cominciato a pubblicare i "bozzetti" del direttore del centro stile Bertone (Mike Robinson).
Grazie a questi articoli ho allargato le mie conoscenze riguardo il settore dell'Automotive. Ho capito cosa dovevo fare per sfruttare questa mia passione, con l'ambizione di diventare magari un giorno alla pari di una delle tante mie figure di ispirazione, come Giorgetto Giugiaro, Sergio Pininfarina, Walter De Silva, Chris Bangle e altri grandi nomi del design automobilistico.
Successivamente mi sono informato sulle varie Università italiane adatte al mio percorso formativo. Purtroppo esistevano solo due, entrambe a Torino, entrambe private, entrambe molto costose per la mia famiglia: lo IAAD (Istituto d'Arte Applicata e Design) e lo IED (Istituto Europeo di Design).
L'unica via per seguire questo sogno era vincere il primo posto per una borsa di studio per merito, in una delle due Università. Nel 2010, dopo il diploma, ho provato senza ottenere nessun risultato.
Ho lavorato un anno in carrozzeria con mio padre pensando ogni giorno che non era quello che volevo fare "da grande". L'anno successivo ho partecipato di nuovo, vincendo la borsa di studio per entrambe le facoltà!
Decisi allora di lasciare la mia vita a Trinitapoli, per cominciare una nuova a Torino. Scelsi lo IAAD, dove mi classificai primo grazie al mio progetto di "Smart City Car" a passo variabile per le metropoli del 2030.
Alla tua domanda posso quindi dire che ho scelto di fare questa professione perché è da sempre la mia passione, il sogno che ho potuto realizzare anche per merito di mio padre, che mi ha trasmesso questa passione in maniera naturale e spontanea, ma anche di tutta la mia famiglia che mi ha dato sempre la forza di andare avanti scavalcando tutti gli ostacoli».
-Attualmente dove vivi e per chi lavori?
«Vivo in UK, sono Creative Designer per Jaguar Land Rover (per il momento)».
-Che messaggio vorresti dare ai giovani?
«Non arrendersi mai, lottare e sacrificare il proprio tempo per le proprie ambizioni, perché il sacrificio alla fine è sempre ricompensato, non per forza a livello economico, ma soprattutto per un fattore di orgoglio personale: poter dire un giorno, magari tra qualche anno, in carrozzeria a mio padre, "vedi papà questa l'ho disegnata io", per me sarebbe straordinario. Io ho trasformato il mio sogno in realtà, ho scelto di fare un lavoro che farei gratis perché per me, con tutto lo stress e le complessità varie. Rimane sempre il mio sogno da bambino.
-Mi descrivi in breve la tua carriera professionale?
«I primi progetti più rilevanti sono state le mie 2 tesi di laurea, svolte con la collaborazione del Centro Stile Lamborghini, e l'Advanced Design Mercedes Benz.
Il giorno dopo la laurea, ho fatto 2 colloqui di lavoro, uno a Torino, uno a Maranello all'interno del Ferrari Training Center, dove ho scelto di cominciare. Dopo sei mesi, ho capito che dovevo allargare i miei orizzonti, quindi ho deciso di lasciare l'Italia è iniziare la mia nuova vita in UK lavorando per Jaguar Land Rover.
Anche questo step, è stato molto faticoso, la mia conoscenza dell' Inglese era pari a quella di un neonato, quello che è prevalso era il mio talento, infatti il mio colloquio via skype lo abbiamo fatto con un traduttore.
Dopo di ché, prima di entrare, ho dovuto fare un progetto da casa (che volendo potrei inviare). Una volta dentro avevo 3 mesi di prova, in questi 3 mesi dovevo dimostrare il mio talento.
Ho vinto il primo progetto che mi hanno assegnato e l'ho portato avanti per quasi 3 anni, dal primo sketch iniziale al prototipo in scala 1:1.
Nello stesso tempo ho lavorato ad altri progetti, ovvero tutta la nuova generazione di Range Rover e Discovery».
-Qual è stato il progetto più avvincente e quindi importante?
«In particolare il prossimo Range Rover Sport».
-Perchè hai scelto di svolgere questa professione?
«Avevo circa 7 anni, tutte le volte che potevo dopo la scuolaa aiutavo mio padre nella sua carrozzeria. Non appena mio padre usciva per qualche sua mansione, più che aiutarlo, quando c'era una bella macchina da riparare, preferivo osservarla e ridisegnarla a 360° con tutti i dettagli. Già da allora cercavo a mio modo di migliorare l'impatto estetico e aerodinamico ridisegnandole, senza eliminarne il concetto e l'essenza che l'auto voleva esprimere.
Non sapevo niente riguardo al design automobilistico. Ogni giorno sfogliavo le riviste di auto e moto a disposizione in carrozzeria, fino a quando "Quattroruote" ha cominciato a pubblicare i "bozzetti" del direttore del centro stile Bertone (Mike Robinson).
Grazie a questi articoli ho allargato le mie conoscenze riguardo il settore dell'Automotive. Ho capito cosa dovevo fare per sfruttare questa mia passione, con l'ambizione di diventare magari un giorno alla pari di una delle tante mie figure di ispirazione, come Giorgetto Giugiaro, Sergio Pininfarina, Walter De Silva, Chris Bangle e altri grandi nomi del design automobilistico.
Successivamente mi sono informato sulle varie Università italiane adatte al mio percorso formativo. Purtroppo esistevano solo due, entrambe a Torino, entrambe private, entrambe molto costose per la mia famiglia: lo IAAD (Istituto d'Arte Applicata e Design) e lo IED (Istituto Europeo di Design).
L'unica via per seguire questo sogno era vincere il primo posto per una borsa di studio per merito, in una delle due Università. Nel 2010, dopo il diploma, ho provato senza ottenere nessun risultato.
Ho lavorato un anno in carrozzeria con mio padre pensando ogni giorno che non era quello che volevo fare "da grande". L'anno successivo ho partecipato di nuovo, vincendo la borsa di studio per entrambe le facoltà!
Decisi allora di lasciare la mia vita a Trinitapoli, per cominciare una nuova a Torino. Scelsi lo IAAD, dove mi classificai primo grazie al mio progetto di "Smart City Car" a passo variabile per le metropoli del 2030.
Alla tua domanda posso quindi dire che ho scelto di fare questa professione perché è da sempre la mia passione, il sogno che ho potuto realizzare anche per merito di mio padre, che mi ha trasmesso questa passione in maniera naturale e spontanea, ma anche di tutta la mia famiglia che mi ha dato sempre la forza di andare avanti scavalcando tutti gli ostacoli».
-Attualmente dove vivi e per chi lavori?
«Vivo in UK, sono Creative Designer per Jaguar Land Rover (per il momento)».
-Che messaggio vorresti dare ai giovani?
«Non arrendersi mai, lottare e sacrificare il proprio tempo per le proprie ambizioni, perché il sacrificio alla fine è sempre ricompensato, non per forza a livello economico, ma soprattutto per un fattore di orgoglio personale: poter dire un giorno, magari tra qualche anno, in carrozzeria a mio padre, "vedi papà questa l'ho disegnata io", per me sarebbe straordinario. Io ho trasformato il mio sogno in realtà, ho scelto di fare un lavoro che farei gratis perché per me, con tutto lo stress e le complessità varie. Rimane sempre il mio sogno da bambino.