Il Tar del Lazio conferma lo scioglimento del Comune. Sabato conferenza stampa di Losapio
Respinto il ricorso presentato dai componenti della precedente amministrazione comunale
venerdì 17 marzo 2023
15.00
Tutto legittimo. Gli atti che hanno portato alla decisione, assunta dal governo su proposta del ministro degli interni, di sciogliere il Comune di Trinitapoli il 31 marzo dello scorso anno, sono stati confermati dal Tar del Lazio. I giudici amministrativi di Roma, competenti su tematiche riguardanti gli enti locali, hanno respinto il ricorso presentato dai componenti dell'amministrazione comunale decaduta, a partire dall'ex sindaco Emanuele Losapio.
Il provvedimento assunto nel corso del consiglio dei ministri allora presieduto da Mario Draghi con Luciana Lamorgese al Viminale ha fatto propria la tesi della Commissione d'inchiesta insediatasi nei mesi precedenti con il compito di valutare la sussistenza di presunti condizionamenti da parte delle organizzazioni criminali sull'attività del Comune casalino esaminando il periodo a partire dal 2015. Losapio, eletto alla guida della cittadina del Tavoliere meridionale nel settembre 2020, ha eccepito tre ragioni di illegittimità: una prima a proposito della mancata valutazione delle «molteplici iniziative realizzate dagli organi comunali per avversare le consorterie mafiose radicate sul territorio»; la seconda inerente alla mancanza di continuità con le amministrazioni precedenti; la terza riguardante l'omessa valutazione «delle azioni compiute dagli amministratori nel contrasto delle occupazioni abusive degli alloggi popolari e nel recupero di un immobile concesso in comodato ad un'associazione poi colpita da interdittiva antimafia».
Il Tar laziale, partendo dal presupposto che «il provvedimento di scioglimento è una misura straordinaria, di carattere non sanzionatorio bensì preventivo, per affrontare una situazione emergenziale e finalizzata alla salvaguardia dell'amministrazione pubblica di fronte alla pressione e all'influenza della criminalità organizzata», ha fatto notare come «gli argomenti di parte ricorrente non siano in grado di infirmare la ricostruzione e le valutazioni operate dal governo». I giudici hanno rilevato che l'istanza di Losapio e di alcuni altri ex amministratori sarebbe basato «su una lettura parziale e frammentaria dei dati, omettendone alcuni di chiara rilevanza ed enfatizzandone altri di nessun interesse».
L'ex sindaco, accompagnato da assessori e consiglieri della sua maggioranza, ha convocato una conferenza stampa per le ore 10 di sabato 18 marzo all'Hotel nido dell'airone di via delle casupole. Previsto anche l'intervento del suo legale di fiducia, l'avvocato Pasquale Rinaldi.
Il provvedimento assunto nel corso del consiglio dei ministri allora presieduto da Mario Draghi con Luciana Lamorgese al Viminale ha fatto propria la tesi della Commissione d'inchiesta insediatasi nei mesi precedenti con il compito di valutare la sussistenza di presunti condizionamenti da parte delle organizzazioni criminali sull'attività del Comune casalino esaminando il periodo a partire dal 2015. Losapio, eletto alla guida della cittadina del Tavoliere meridionale nel settembre 2020, ha eccepito tre ragioni di illegittimità: una prima a proposito della mancata valutazione delle «molteplici iniziative realizzate dagli organi comunali per avversare le consorterie mafiose radicate sul territorio»; la seconda inerente alla mancanza di continuità con le amministrazioni precedenti; la terza riguardante l'omessa valutazione «delle azioni compiute dagli amministratori nel contrasto delle occupazioni abusive degli alloggi popolari e nel recupero di un immobile concesso in comodato ad un'associazione poi colpita da interdittiva antimafia».
Il Tar laziale, partendo dal presupposto che «il provvedimento di scioglimento è una misura straordinaria, di carattere non sanzionatorio bensì preventivo, per affrontare una situazione emergenziale e finalizzata alla salvaguardia dell'amministrazione pubblica di fronte alla pressione e all'influenza della criminalità organizzata», ha fatto notare come «gli argomenti di parte ricorrente non siano in grado di infirmare la ricostruzione e le valutazioni operate dal governo». I giudici hanno rilevato che l'istanza di Losapio e di alcuni altri ex amministratori sarebbe basato «su una lettura parziale e frammentaria dei dati, omettendone alcuni di chiara rilevanza ed enfatizzandone altri di nessun interesse».
L'ex sindaco, accompagnato da assessori e consiglieri della sua maggioranza, ha convocato una conferenza stampa per le ore 10 di sabato 18 marzo all'Hotel nido dell'airone di via delle casupole. Previsto anche l'intervento del suo legale di fiducia, l'avvocato Pasquale Rinaldi.