La battaglia del grano nei terreni dei produttori locali
Piazzola: «Speculazione di denaro e nessuno vigila»
lunedì 27 giugno 2016
10.43
Il guadagno copre appena i costi di produzione. Una denuncia fatta direttamente dal dirigente provinciale dei Conservatori e Riformisti, Lorenzo Piazzola, che ha continuato: «Quest'anno a fronte di una buona annata per la produzione del grano, sia per la qualità che per la quantità, (30-50 quintali per ettaro) ciò che i produttori di cereali hanno dovuto affrontate è stato il forte ribasso dei costi di vendita. Il grano, infatti, viene acquistato nei terreni a 20-27 euro il quintale, incasso che sppena copre le spese di produzione. Un dato importante considerato che il costo del pane al consumatore non segue i costi del grano al produttore».
«Ad esempio, se il prezzo del grano aumenta, di conseguenza succede anche al pane, mentre se il costo del grano diminuisce invece il prezzo del pane resta lo stesso o addirittura aumenta. Un segno palese di una speculazione nel mezzo che danneggia produttore e consumatore. È lecito chiedersi: chi deve vigilare? Di certo questa situazione è frutto di direttive europee sbagliate e soprattutto recepite in maniera scellerata dai politici italiani sia a livello governativo che regionale. L'agricoltura è l'ossatura dell'economia italiana e come tale va tutelata. Se alcune aziende non chiuderanno è solo grazie alla cultura contadina stabile e fatta di duro lavoro, sascrifici e passione investiti nel tempo dagli agricoltori».
«Ad esempio, se il prezzo del grano aumenta, di conseguenza succede anche al pane, mentre se il costo del grano diminuisce invece il prezzo del pane resta lo stesso o addirittura aumenta. Un segno palese di una speculazione nel mezzo che danneggia produttore e consumatore. È lecito chiedersi: chi deve vigilare? Di certo questa situazione è frutto di direttive europee sbagliate e soprattutto recepite in maniera scellerata dai politici italiani sia a livello governativo che regionale. L'agricoltura è l'ossatura dell'economia italiana e come tale va tutelata. Se alcune aziende non chiuderanno è solo grazie alla cultura contadina stabile e fatta di duro lavoro, sascrifici e passione investiti nel tempo dagli agricoltori».