Lavoro, Coldiretti Puglia: «Bene i fondi Ismea, già 13 mila giovani nei campi»
Il 15.3% della aziende agricole condotte da giovani in Puglia è bio
giovedì 2 febbraio 2023
10.00
Sono già oltre 13mila le imprese agricole condotte da under 35 nonostante la crisi causata dalla pandemia e dalla guerra in Ucraina, nuove leve green che hanno scelto di investire il proprio futuro in campagna dove portano innovazione, sostenibilità, competitività ed efficienza. È quanto afferma Coldiretti Puglia, nel commentare positivamente la nuova misura Ismea "Generazione terra" che finanzia fino al 100% per un massimo di 1,5 milioni di euro il prezzo di acquisto dei terreni da parte di giovani già insediati o che intendono insediarsi in agricoltura, sulla base dei dati dell'ultimo Annuario dell'agricoltura del Crea secondo cui, tra l'altro, il 26% dei capoazienda giovani ricorre alla vendita diretta in azienda e il 14% a quella fuori azienda, contro il 17% ed il 10% per i capoazienda con più di 40 anni.
Delle aziende agricole condotte da giovani in Puglia il 15,3% sul totale è bio ed il 23% impegnato nelle stalle, con le nuove idee green per garantire cibo ed energia alla Puglia contro la crisi scatenata dalla guerra ed il blocco dei rifornimenti di materie prime agricole e il ricatto russo sul gas e sul petrolio.
Investire sui giovani significa investire sul futuro e sulla sovranità alimentare del Paese in una situazione in cui 49,7% dei capi azienda giovani ha un diploma di scuola superiore e il 19,4% ha una laurea secondo una recente indagine. Le giovani imprese agricole spiccano per estensione e soprattutto per il salto di qualità compiuto in termini di digitalizzazione, innovazione e professionalità ed hanno infatti una estensione media di 18,3 ettari a fronte della media nazionale di 10,7 ettari, sottolinea Coldiretti.
Il 12% delle imprese giovani nei campi svolge attività connesse che sono dunque in prima linea nel modello di agricoltura multifunzionale con importanti ricadute sull'ambiente e sulla collettività, come nel caso della produzione di energie rinnovabili o l'agricoltura sociale.
«In uno scenario in veloce cambiamento, in cui la complessità delinea l'orizzonte dei fenomeni, non si intravede una sola direzione per il successo delle imprese. Il punto di partenza per il nostro futuro, per una ripresa dell'agricoltura e dell'agroalimentare pugliese, è il fattore imprenditoriale o meglio il fattore umano e l'educazione alla realtà» ha affermato Benedetta Liberace, delegata di Coldiretti giovani impresa Puglia, secondo cui è determinante «far conoscere e valorizzare le opportunità per la creazione di impresa ed occupazione nella filiera del cibo, dell'agricoltura multifunzionale e delle eccellenze agroalimentari ed enogastronomiche pugliesi, asset decisivi per Coldiretti giovani impresa Puglia che devono trovare adeguato sostegno». L'accesso alla terra e quello al credito sono le maggiori criticità per i giovani che vogliono aprire un'azienda agricoltura, con le misure come Generazione terra dell'Ismea che risultano sono il miglior investimento per il futuro della nostra agricoltura, per la salvaguardia della biodiversità e la tutela del territorio.
«La pandemia prima e la guerra in Ucraina poi hanno accelerato il fenomeno del ritorno alla terra e maturato la convinzione comune che le campagne siano oggi capaci di offrire e creare opportunità occupazionali e di crescita professionale, peraltro destinate ad aumentare nel tempo» hanno evidenziato da Coldiretti Puglia. «Ora occorre sostenere il sogno imprenditoriale dei giovani in agricoltura che mai come adesso vuole investire il proprio futuro nelle campagne, abbattendo gli ostacoli burocratici che troppo spesso si frappongono».
L'incidenza degli investimenti innovativi nelle aziende con capo azienda giovane è quattro volte superiore – dice Coldiretti Puglia - rispetto a quella che si registra nel caso di capo azienda anziano, il 22,9% con capo azienda fino a 44 anni ed il 5,8% con capo azienda ultra64enne.
Intanto, Coldiretti giovani Puglia ha attivato un servizio di consulenza e supporto e un strutturato programma formativo con l'Academy che propone una azione di on boarding, coinvolgendo i giovani in momenti di approfondimento guidati da testimonianze di referenti di area, tecnici da Bruxelles, testimonial del territorio, professori universitari e ricercatori per invitare giovani interessati ad avvicinarsi ad una cultura sindacale ed economica, a salire on board, a bordo della community di Coldiretti giovani impresa.
Coldiretti per i giovani lancia una proposta ampia per la ripresa del settore attraverso formazione, semplificazione, strumenti flessibili di accesso al lavoro, incentivi per poter operare in velocità e promuovere investimenti in innovazione con un vero e proprio rilancio economico e sociale dell'agricoltura regionale, perché l'emergenza causata dal Covid ha fatto emergere la consapevolezza che l'agricoltura è legata non solo alla tutela della salute e dell'ambiente, ma anche alla sicurezza degli approvvigionamenti per la popolazione e alla difesa della sovranità alimentare dei Paesi.
È soprattutto grazie a questa svolta green che l'Italia è diventata leader in Europa per numero di giovani imprese agricole, che sono peraltro anche più brave dei colleghi Ue se si considera che il valore della produzione generato dagli under 35 nostrani è pari a 4.964 euro ad ettaro, oltre il doppio dei giovani agricoltori francesi (2.129 euro/ettaro). Ancor più marcata la differenza con la Spagna (2.008 euro/ettaro). Dietro anche i tedeschi (3.178 euro a ettaro). Nel complesso, la produzione standard generata per ettaro coltivato dai giovani in Italia è poco meno del doppio della media europea (2.592 euro a ettaro), secondo il rapporto del Centro studi Divulga.
Il maggior appeal del lavoro in campagna si riflette anche sule scelte scolastiche. Un profondo cambiamento: al boom di iscrizioni degli studenti degli istituti professionali in agricoltura, sviluppo rurale, valorizzazione dei prodotti del territorio e gestione delle risorse forestali e montane quello delle presenze all'indirizzo agraria, agroalimentare e agroindustria degli istituti tecnici, in aumento del 17%.
Delle aziende agricole condotte da giovani in Puglia il 15,3% sul totale è bio ed il 23% impegnato nelle stalle, con le nuove idee green per garantire cibo ed energia alla Puglia contro la crisi scatenata dalla guerra ed il blocco dei rifornimenti di materie prime agricole e il ricatto russo sul gas e sul petrolio.
Investire sui giovani significa investire sul futuro e sulla sovranità alimentare del Paese in una situazione in cui 49,7% dei capi azienda giovani ha un diploma di scuola superiore e il 19,4% ha una laurea secondo una recente indagine. Le giovani imprese agricole spiccano per estensione e soprattutto per il salto di qualità compiuto in termini di digitalizzazione, innovazione e professionalità ed hanno infatti una estensione media di 18,3 ettari a fronte della media nazionale di 10,7 ettari, sottolinea Coldiretti.
Il 12% delle imprese giovani nei campi svolge attività connesse che sono dunque in prima linea nel modello di agricoltura multifunzionale con importanti ricadute sull'ambiente e sulla collettività, come nel caso della produzione di energie rinnovabili o l'agricoltura sociale.
«In uno scenario in veloce cambiamento, in cui la complessità delinea l'orizzonte dei fenomeni, non si intravede una sola direzione per il successo delle imprese. Il punto di partenza per il nostro futuro, per una ripresa dell'agricoltura e dell'agroalimentare pugliese, è il fattore imprenditoriale o meglio il fattore umano e l'educazione alla realtà» ha affermato Benedetta Liberace, delegata di Coldiretti giovani impresa Puglia, secondo cui è determinante «far conoscere e valorizzare le opportunità per la creazione di impresa ed occupazione nella filiera del cibo, dell'agricoltura multifunzionale e delle eccellenze agroalimentari ed enogastronomiche pugliesi, asset decisivi per Coldiretti giovani impresa Puglia che devono trovare adeguato sostegno». L'accesso alla terra e quello al credito sono le maggiori criticità per i giovani che vogliono aprire un'azienda agricoltura, con le misure come Generazione terra dell'Ismea che risultano sono il miglior investimento per il futuro della nostra agricoltura, per la salvaguardia della biodiversità e la tutela del territorio.
«La pandemia prima e la guerra in Ucraina poi hanno accelerato il fenomeno del ritorno alla terra e maturato la convinzione comune che le campagne siano oggi capaci di offrire e creare opportunità occupazionali e di crescita professionale, peraltro destinate ad aumentare nel tempo» hanno evidenziato da Coldiretti Puglia. «Ora occorre sostenere il sogno imprenditoriale dei giovani in agricoltura che mai come adesso vuole investire il proprio futuro nelle campagne, abbattendo gli ostacoli burocratici che troppo spesso si frappongono».
L'incidenza degli investimenti innovativi nelle aziende con capo azienda giovane è quattro volte superiore – dice Coldiretti Puglia - rispetto a quella che si registra nel caso di capo azienda anziano, il 22,9% con capo azienda fino a 44 anni ed il 5,8% con capo azienda ultra64enne.
Intanto, Coldiretti giovani Puglia ha attivato un servizio di consulenza e supporto e un strutturato programma formativo con l'Academy che propone una azione di on boarding, coinvolgendo i giovani in momenti di approfondimento guidati da testimonianze di referenti di area, tecnici da Bruxelles, testimonial del territorio, professori universitari e ricercatori per invitare giovani interessati ad avvicinarsi ad una cultura sindacale ed economica, a salire on board, a bordo della community di Coldiretti giovani impresa.
Coldiretti per i giovani lancia una proposta ampia per la ripresa del settore attraverso formazione, semplificazione, strumenti flessibili di accesso al lavoro, incentivi per poter operare in velocità e promuovere investimenti in innovazione con un vero e proprio rilancio economico e sociale dell'agricoltura regionale, perché l'emergenza causata dal Covid ha fatto emergere la consapevolezza che l'agricoltura è legata non solo alla tutela della salute e dell'ambiente, ma anche alla sicurezza degli approvvigionamenti per la popolazione e alla difesa della sovranità alimentare dei Paesi.
È soprattutto grazie a questa svolta green che l'Italia è diventata leader in Europa per numero di giovani imprese agricole, che sono peraltro anche più brave dei colleghi Ue se si considera che il valore della produzione generato dagli under 35 nostrani è pari a 4.964 euro ad ettaro, oltre il doppio dei giovani agricoltori francesi (2.129 euro/ettaro). Ancor più marcata la differenza con la Spagna (2.008 euro/ettaro). Dietro anche i tedeschi (3.178 euro a ettaro). Nel complesso, la produzione standard generata per ettaro coltivato dai giovani in Italia è poco meno del doppio della media europea (2.592 euro a ettaro), secondo il rapporto del Centro studi Divulga.
Il maggior appeal del lavoro in campagna si riflette anche sule scelte scolastiche. Un profondo cambiamento: al boom di iscrizioni degli studenti degli istituti professionali in agricoltura, sviluppo rurale, valorizzazione dei prodotti del territorio e gestione delle risorse forestali e montane quello delle presenze all'indirizzo agraria, agroalimentare e agroindustria degli istituti tecnici, in aumento del 17%.