LibriAmo esplora il potere curativo delle parole. Il 12 dicembre a Trinitapoli
La rassegna continua con un’esperienza di lettura di gruppo a cura del professor Centonze
lunedì 10 dicembre 2018
9.51
I libri possono curare l'anima? Se lo chiedono gli organizzatori di LibriAmo, la rassegna promossa dal Centro di lettura GlobeGlotter di Trinitapoli che quest'anno ruota sul tema "Prima le parole", alla ricerca dei significati perduti, rubati e svalutati.
Tra le novità della 19^ edizione della rassegna, partita il 6 novembre e che si concluderà il 14 dicembre, c'è proprio la biblioterapia. Perché le parole, se ben usate, possono avere anche una funzione curativa.
Mercoledì 12 dicembre alle ore 17 presso la Biblioteca comunale mons. Vincenzo Morra (sita in via 1° Maggio 104) a Trinitapoli, sarà possibile vivere un'esperienza di lettura di gruppo a cura del prof. Vincenzo Centonze, past president Simi (Società Italiana Medicina Interna) sezione Puglia-Basilicata, recentemente insignito del Premio Claudio Malaguzzi Valeri (luminare della Medicina presso l'Università di Bari), direttore dell'Istituto di Medicina Interna Ospedaliera nonché docente di Medicina Interna e Medicina Psicosomatica.
Un'idea nata dall'esperienza della lettura di "Una piccola libreria a Parigi" di Nina George. Il libro narra la storia di Jean Perdu, cinquantenne che ha una libreria galleggiante ormeggiata sulla Senna: la Farmacia letteraria. Per lui, infatti, ogni libro è una medicina dell'anima.
«Per Biblioterapia si intende la terapia attraverso la lettura come strumento di promozione e crescita culturale personale e collettiva, come strumento di auto-aiuto, di acquisizione di conoscenze e promozione di consapevolezza in situazioni di disagio psico-fisico-sociale, oltre che come tecnica psicoeducativa e cognitiva in ambito psicoterapico», spiega il professor Centonze in un articolo scritto per Il Peperoncino Rosso nel 2017.
«Per quanto considerato di recente introduzione, in realtà il termine "Biblioterapia" ha fatto la sua comparsa nel 1916, in un articolo di Samuel Crothers dal titolo "A Literary Clinic", sulla rivista americana Atlantic Monthly. A partire da queste prime intuitive esperienze, l'impiego della lettura a scopo terapeutico è andato sempre più diffondendosi fino a William Menninger psichiatra che, negli anni Trenta, per primo utilizzò la "prescrizione" di opere letterarie, sancendo la nascita della " Biblioterapia". Successivamente, numerosi studi scientifici ne hanno evidenziato i vantaggi sia nel migliorare lo stato di benessere interiore sia nel favorire la capacità di instaurare relazioni sociali più soddisfacenti. La scelta del "libro-farmaco" idoneo è compito del "biblioterapista" medico, psichiatra, psicologo, psicoterapeuta che sia in possesso di una formazione professionale specifica», aggiunge il professore.
Tra le novità della 19^ edizione della rassegna, partita il 6 novembre e che si concluderà il 14 dicembre, c'è proprio la biblioterapia. Perché le parole, se ben usate, possono avere anche una funzione curativa.
Mercoledì 12 dicembre alle ore 17 presso la Biblioteca comunale mons. Vincenzo Morra (sita in via 1° Maggio 104) a Trinitapoli, sarà possibile vivere un'esperienza di lettura di gruppo a cura del prof. Vincenzo Centonze, past president Simi (Società Italiana Medicina Interna) sezione Puglia-Basilicata, recentemente insignito del Premio Claudio Malaguzzi Valeri (luminare della Medicina presso l'Università di Bari), direttore dell'Istituto di Medicina Interna Ospedaliera nonché docente di Medicina Interna e Medicina Psicosomatica.
Un'idea nata dall'esperienza della lettura di "Una piccola libreria a Parigi" di Nina George. Il libro narra la storia di Jean Perdu, cinquantenne che ha una libreria galleggiante ormeggiata sulla Senna: la Farmacia letteraria. Per lui, infatti, ogni libro è una medicina dell'anima.
«Per Biblioterapia si intende la terapia attraverso la lettura come strumento di promozione e crescita culturale personale e collettiva, come strumento di auto-aiuto, di acquisizione di conoscenze e promozione di consapevolezza in situazioni di disagio psico-fisico-sociale, oltre che come tecnica psicoeducativa e cognitiva in ambito psicoterapico», spiega il professor Centonze in un articolo scritto per Il Peperoncino Rosso nel 2017.
«Per quanto considerato di recente introduzione, in realtà il termine "Biblioterapia" ha fatto la sua comparsa nel 1916, in un articolo di Samuel Crothers dal titolo "A Literary Clinic", sulla rivista americana Atlantic Monthly. A partire da queste prime intuitive esperienze, l'impiego della lettura a scopo terapeutico è andato sempre più diffondendosi fino a William Menninger psichiatra che, negli anni Trenta, per primo utilizzò la "prescrizione" di opere letterarie, sancendo la nascita della " Biblioterapia". Successivamente, numerosi studi scientifici ne hanno evidenziato i vantaggi sia nel migliorare lo stato di benessere interiore sia nel favorire la capacità di instaurare relazioni sociali più soddisfacenti. La scelta del "libro-farmaco" idoneo è compito del "biblioterapista" medico, psichiatra, psicologo, psicoterapeuta che sia in possesso di una formazione professionale specifica», aggiunge il professore.