Losapio e Patruno (SìAmo Trinitapoli): «Non ci sarà acqua per gli agricoltori di Trinitapoli»

Il comunicato stampa a firma dei consiglieri comunali

mercoledì 21 agosto 2024 15.29
Il milione di metri cubi d'acqua promesso dalla Regione Puglia non riguarderà il territorio di Trinitapoli. A spiegarlo sono i consiglieri comunali di SìAmo Trinitapoli-Fratelli d'Italia Emanuele Losapio e Marta Patruno: «Non si prendano in giro gli agricoltori di Trinitapoli, non ci sarà acqua fino alla fine di agosto, se non quella delle piogge che cadranno. Sorprende l'abbaglio preso dagli amministratori e da alcuni partiti e movimenti locali. Non ci sarà nessuna nuova immissione di acqua sul nostro territorio dopo la chiusura dello scorso 13 agosto» esordiscono i due consiglieri iscritti a FdI.

«È alquanto ridicolo il ringraziamento del Sindaco di Trinitapoli al Presidente della Provincia, perché quel piccolo aiuto arrivato dalla Regione non riguarda il nostro territorio ma il Consorzio di Bonifica Terre d'Apulia. I toni trionfalistici e rassicuranti di alcuni comunicati pubblicati nelle ultime ore evidenziano la poca conoscenza della problematica. L'illusione data agli agricoltori è un'ennesima beffa in un momento di grave crisi per il settore. I terreni del territorio di Trinitapoli, così come tutti quelli della Provincia di Foggia, resteranno senz'acqua perché sono collegati al Consorzio di Bonifica di Capitanata. Leggiamo di pseudo-intercessioni del Presidente della Provincia Lodispoto (non per il nostro comune) e dell'impegno della Regione a riguardo, ma ribadiamo che con il nostro territorio quella "goccia nel deserto" non c'entra nulla. Sarebbe bastato chiamare il centralino del Consorzio di Bonifica di Capitanata per rendersi conto della fake news divulgata dal Comune di Trinitapoli, ma anche da alcuni partiti e movimenti di sinistra che si affrettavano a smentire il Comune ma solo per dare i meriti alla Regione… Meriti che non esistono perché non è prevista alcuna fornitura di acqua per gli agricoltori di Trinitapoli. E lo hanno scoperto gli stessi operatori del settore quando hanno provato a farsi ricaricare le schede».