Maxi piantagione di cannabis scoperta dai carabinieri. Ai domiciliari padre e figlio
Sequestrate oltre 400 piante
martedì 11 giugno 2019
10.48
I carabinieri di Trinitapoli nei giorni scorsi hanno scoperto una piantagione di cannabis in un fondo agricolo di località Serrone, a Trinitapoli. I militari hanno sequestrato 434 piante di cannabis, di altezza compresa tra i 40 e 50 centimetri, per un peso complessivo di circa 600 kg, e vario materiale per la coltivazione e l'essiccazione. La piantagione era stata allestita nei pressi di un carciofeto su un fondo di proprietà di due uomini di Trinitapoli, padre e figlio, rispettivamente di 62 e 31 anni, entrambi agricoltori, incensurati.
Gli stessi sono stati arrestati in flagranza per coltivazione illecita di sostanze stupefacenti.
I carabinieri, mediante servizi di appostamento, hanno infatti accertato che erano i due agricoltori a gestire il pozzo a cui era collegato un articolato sistema di tubi che irrigava la piantagione. Gran parte delle piante sequestrate erano ancora in fase di coltivazione, alcune in vasi, altre erano già in fase di essiccazione. Dopo le formalità di rito, i due arrestati, su disposizione della Procura di Foggia, sono stati sottoposti agli arresti domiciliari.
Il giro d'affari realizzabile con la piantagione sequestrata dai militari dell'Arma avrebbe reso sul "mercato criminale" diverse centinaia di migliaia di euro di profitto nello smercio "su piazza".
Gli stessi sono stati arrestati in flagranza per coltivazione illecita di sostanze stupefacenti.
I carabinieri, mediante servizi di appostamento, hanno infatti accertato che erano i due agricoltori a gestire il pozzo a cui era collegato un articolato sistema di tubi che irrigava la piantagione. Gran parte delle piante sequestrate erano ancora in fase di coltivazione, alcune in vasi, altre erano già in fase di essiccazione. Dopo le formalità di rito, i due arrestati, su disposizione della Procura di Foggia, sono stati sottoposti agli arresti domiciliari.
Il giro d'affari realizzabile con la piantagione sequestrata dai militari dell'Arma avrebbe reso sul "mercato criminale" diverse centinaia di migliaia di euro di profitto nello smercio "su piazza".