Partito Democratico su SIA: «Un disastro ambientale, economico e gestionale»
La nota diffusa dalla segreteria del PD di Trinitapoli
lunedì 16 aprile 2018
16.17
Una nota a firma della segreteria del Partito Democratico di Trinitapoli
Si tratta di novità importanti quelle che si sono susseguite negli ultimi giorni sulla vicenda SIA. Come era stato anticipato dalla consigliera comunale Anna Maria Tarantino, la nostra società in house non è più soltanto un problema economico-finanziario di gestione del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti, bensì assume particolare rilievo anche l'impatto ambientale della stessa. Infatti dopo una corposa relazione dell'ARPA (Agenzia Regionale per la Prevenzione e la Protezione dell'Ambiente) che individuava una serie di criticità, per cui è stata disposta informativa alla Procura della Repubblica, la sezione del NOE dei Carabinieri è intervenuta in data 23 marzo u.s. nuovamente a diffidare la SIA per "i̼m̼m̼i̼n̼e̼n̼t̼e̼ ̼e̼ ̼i̼r̼r̼e̼p̼a̼r̼a̼b̼i̼l̼e̼ ̼s̼i̼t̼u̼a̼z̼i̼o̼n̼e̼ ̼d̼i̼ ̼g̼r̼a̼v̼i̼s̼s̼i̼m̼o̼ ̼d̼a̼n̼n̼o̼ ̼a̼m̼b̼i̼e̼n̼t̼a̼l̼e̼". È stato accertato che la discarica del V lotto (ormai esaurita), non è stata messa in sicurezza con le procedure che si definiscono di gestione "post mortem", allo stato vi è un superamento del percolato di ben oltre 12 metri sul livello massimo. Per questo è stata richiesta ai Comuni del Consorzio Fg/4 la cifra di 800mila euro oltre Iva per procedere ai lavori necessari, onde evitare il pericoloso impatto ambientale.
Questo impone ulteriori riflessioni sulla gestione contabile della società, in quanto le somme destinate alla bonifica della discarica a fine vita sono già state pagate dei cittadini attraverso la definizione della tariffe della TARI. Inspiegabilmente, il management della SIA oggi riferisce che tali poste vincolate risultano previste in Bilancio ma non vi è la disponibilità di cassa delle stesse.
Questo ha consentito di scoprire, con non poca fatica, che la Società (che si ricorda chiudeva al 31/12/2016 con un risultato positivo d'esercizio) ha maturato una perdita di esercizio che soltanto per l'anno 2017 ha superato i 5milioni di euro, senza che sia stata attuata una sola azione correttiva per impedire una tracollo finanziario di questa portata. Una cifra strabiliante che, a detta del Presidente dimissionario del Consorzio, il Sindaco di Cerignola Francesco Metta, sale vertiginosamente ogni mese a colpi di 400mila euro.
Dagli atti viene finalmente fuori la reale debitoria dei comuni nei confronti della SIA, è stimata in 11 milioni e 800mila euro. Questo è il punto di partenza della crisi di liquidità della società. Eppure è lo stesso CdA che autorizzava le dilazioni nei pagamenti ai comuni, una condotta gestionale che appare incomprensibile e che merita un deciso approfondimento.
Davanti ad un quadro tanto sconfortante per i molteplici aspetti coinvolti, che vanno dall'inquinamento del nostro territorio al pessimo servizio della raccolta rifiuti e all'incertezza del destino di circa trecento lavoratori della SIA nel Consorzio, le responsabilità si rimbalzano. Un valzer di dimissioni chieste, non ratificate e respinte che producono soltanto un vergognoso immobilismo.
A fronte di tali devastanti risultati il Consiglio di Amministrazione di Sia non intende dimettersi, ma a dirla tutta nemmeno l'Assemblea dei Sindaci del Consorzio ne ha votato la sfiducia. Anzi il Cda incalza e accusa proprio i Sindaci che, seppur messi formalmente a conoscenza già nel primo semestre del 2017 di una perdita di 1milione e 600mila euro (sostanzialmente l'intero capitale sociale), ha autorizzato incurante la prosecuzione in gestione ordinaria, non ritenendo di dover agire tempestivamente con misure a salvaguardia della società.
Gli indicatori della crisi aziendale della SIA non sono di certo un fulmine a ciel sereno, ma una strategia sbagliata e superficiale trascinata da troppo tempo, come avevamo più volte ribadito, non poteva essere risolta con transazioni a carico delle tasche dei cittadini e senza alcun freno su spese, consulenze e stipendi d'oro del management dentro la SIA e lo stesso Consorzio.
Oggi la nostra s.r.l. pubblica appare destinata al fallimento. Unicamente un risanamento strutturale delle finanze, l'attuazione di un piano industriale, il cambio totale della governance e il controllo della spesa rigoroso potrebbe evitare questa estrema conseguenza, previa individuazione delle responsabilità. Ma questo è il vero argomento che scotta, all'interno del Consorzio e della SIA srl si lanciano reciproche accuse ma nessuno dei protagonisti dall'interno assume l'iniziativa concreta per procedere all'accertamento delle cause di un tale disastro economico, gestionale ed ambientale.
Si tratta di novità importanti quelle che si sono susseguite negli ultimi giorni sulla vicenda SIA. Come era stato anticipato dalla consigliera comunale Anna Maria Tarantino, la nostra società in house non è più soltanto un problema economico-finanziario di gestione del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti, bensì assume particolare rilievo anche l'impatto ambientale della stessa. Infatti dopo una corposa relazione dell'ARPA (Agenzia Regionale per la Prevenzione e la Protezione dell'Ambiente) che individuava una serie di criticità, per cui è stata disposta informativa alla Procura della Repubblica, la sezione del NOE dei Carabinieri è intervenuta in data 23 marzo u.s. nuovamente a diffidare la SIA per "i̼m̼m̼i̼n̼e̼n̼t̼e̼ ̼e̼ ̼i̼r̼r̼e̼p̼a̼r̼a̼b̼i̼l̼e̼ ̼s̼i̼t̼u̼a̼z̼i̼o̼n̼e̼ ̼d̼i̼ ̼g̼r̼a̼v̼i̼s̼s̼i̼m̼o̼ ̼d̼a̼n̼n̼o̼ ̼a̼m̼b̼i̼e̼n̼t̼a̼l̼e̼". È stato accertato che la discarica del V lotto (ormai esaurita), non è stata messa in sicurezza con le procedure che si definiscono di gestione "post mortem", allo stato vi è un superamento del percolato di ben oltre 12 metri sul livello massimo. Per questo è stata richiesta ai Comuni del Consorzio Fg/4 la cifra di 800mila euro oltre Iva per procedere ai lavori necessari, onde evitare il pericoloso impatto ambientale.
Questo impone ulteriori riflessioni sulla gestione contabile della società, in quanto le somme destinate alla bonifica della discarica a fine vita sono già state pagate dei cittadini attraverso la definizione della tariffe della TARI. Inspiegabilmente, il management della SIA oggi riferisce che tali poste vincolate risultano previste in Bilancio ma non vi è la disponibilità di cassa delle stesse.
Questo ha consentito di scoprire, con non poca fatica, che la Società (che si ricorda chiudeva al 31/12/2016 con un risultato positivo d'esercizio) ha maturato una perdita di esercizio che soltanto per l'anno 2017 ha superato i 5milioni di euro, senza che sia stata attuata una sola azione correttiva per impedire una tracollo finanziario di questa portata. Una cifra strabiliante che, a detta del Presidente dimissionario del Consorzio, il Sindaco di Cerignola Francesco Metta, sale vertiginosamente ogni mese a colpi di 400mila euro.
Dagli atti viene finalmente fuori la reale debitoria dei comuni nei confronti della SIA, è stimata in 11 milioni e 800mila euro. Questo è il punto di partenza della crisi di liquidità della società. Eppure è lo stesso CdA che autorizzava le dilazioni nei pagamenti ai comuni, una condotta gestionale che appare incomprensibile e che merita un deciso approfondimento.
Davanti ad un quadro tanto sconfortante per i molteplici aspetti coinvolti, che vanno dall'inquinamento del nostro territorio al pessimo servizio della raccolta rifiuti e all'incertezza del destino di circa trecento lavoratori della SIA nel Consorzio, le responsabilità si rimbalzano. Un valzer di dimissioni chieste, non ratificate e respinte che producono soltanto un vergognoso immobilismo.
A fronte di tali devastanti risultati il Consiglio di Amministrazione di Sia non intende dimettersi, ma a dirla tutta nemmeno l'Assemblea dei Sindaci del Consorzio ne ha votato la sfiducia. Anzi il Cda incalza e accusa proprio i Sindaci che, seppur messi formalmente a conoscenza già nel primo semestre del 2017 di una perdita di 1milione e 600mila euro (sostanzialmente l'intero capitale sociale), ha autorizzato incurante la prosecuzione in gestione ordinaria, non ritenendo di dover agire tempestivamente con misure a salvaguardia della società.
Gli indicatori della crisi aziendale della SIA non sono di certo un fulmine a ciel sereno, ma una strategia sbagliata e superficiale trascinata da troppo tempo, come avevamo più volte ribadito, non poteva essere risolta con transazioni a carico delle tasche dei cittadini e senza alcun freno su spese, consulenze e stipendi d'oro del management dentro la SIA e lo stesso Consorzio.
Oggi la nostra s.r.l. pubblica appare destinata al fallimento. Unicamente un risanamento strutturale delle finanze, l'attuazione di un piano industriale, il cambio totale della governance e il controllo della spesa rigoroso potrebbe evitare questa estrema conseguenza, previa individuazione delle responsabilità. Ma questo è il vero argomento che scotta, all'interno del Consorzio e della SIA srl si lanciano reciproche accuse ma nessuno dei protagonisti dall'interno assume l'iniziativa concreta per procedere all'accertamento delle cause di un tale disastro economico, gestionale ed ambientale.