Pio Molinaro deceduto durante il trasporto al "Dimiccoli"

Prima si è ripreso poi è svenuto. Problemi nei soccorsi

lunedì 15 febbraio 2016 22.35
A cura di Giuseppe Capacchione
Un defibrillatore avrebbe potuto salvarlo. Questo è ciò che dicono i parenti della giovane vittima, ma sarà solo l'autopsia a stabilire le cause del decesso. Il cuore di Pio Molinaro, tredicenne di Trinitapoli morto il 14 sera dopo una partita di calcetto, ha smesso di battere durante il trasporto presso l'ospedale "Dimiccoli" di Barletta con un'ambulanza medicalizza proveniente da Margherita di Savoia. Il piccolo, secondo quanto dicono i genitori, dopo essersi sentito male una prima volta in campo, si è seduto in panchina per poi rientrare come portiere, meno affaticante del suo ruolo di attaccante. È al termine della gara che il malore da nulla, come si è sperato che fosse, si è rivelato fatale. Dopo la sfida, entrato negli spogliatoi, si è accasciato sul pavimento, attirando l'attenzione dei suoi amici che hanno avvisato il padre che aveva seguito il match. Steso su una panca, si è ripreso anche perché aiutato da un adulto che gli ha sollevato le gambe.

Il piccolo Pio dopo queste prime manovre pare, secondo quanto dice la mamma, che si fosse ripreso tanto da rispondere alle domande che gli hanno fatto. Sul posto è arrivata una prima ambulanza del 118 di Trinitapoli che, secondo i parenti, era priva del defibrillatore. In seguito, è arrivata una seconda ambulanza da Margherita di Savoia, completa di medico e defibrillatore e chiamata insistentemente dal padre, che ha caricato il piccolo. L'autopsia sarà effettuata al Policlinico di Bari nell'istituto di medicina legale e nelle prossime ore si saprà l'esito. Nel frattempo la mamma fa sapere che suo figlio non aveva nessuna disfunzione cardiaca come dimostra il tracciato fatto fare di recente proprio per tenere sotto controllo il cuore, poiché il piccolo Pio amava praticare sport.