Rifiuti, Tedesco: «Metta ricordi che la causa di tutti i mali è lui»
Nota stampa del Comune
martedì 6 agosto 2019
8.33
«La calura e le tante distrazioni fanno perdere il senso della verità al sindaco di Cerignola, che addirittura chiede di attivare gli impianti di Forcone Cafiero, dopo averne causato per 4 anni ogni sventura». L'assessore all'Ambiente di Trinitapoli, Giustino Tedesco risponde a Franco Metta, che negli ultimi giorni s'è prodigato in ben 2 video di irriverente ricostruzione fantasiosa dei fatti, prendendo di mira Trinitapoli ed il sindaco Francesco di Feo. «Evidentemente – continua Tedesco – brucia ancora che Trinitapoli, San Ferdinando di Puglia e Margherita di Savoia abbiano deciso un anno fa di staccarsi dal Consorzio presieduto da Metta, per autodeterminarsi nell'Aro Bt3. Tuttavia non si può consentirgli di insolentire la nostra comunità con falsità».
GLI AUMENTI DELLA TARI | Metta nei suoi video ha sottolineato come di Feo abbia aumentato la Tari a Trinitapoli, di fatto discolpandosi: «Il costo della raccolta e del trasporto dei rifiuti è oggettivamente aumentato in questi anni – spiega Tedesco – ma Comuni come Cerignola hanno aumentato del 19% e poi ancora del 36%, con un totale di circa 61%. Trinitapoli invece un anno fa ha ritoccato la tariffa "solo" del 20%, in virtù di una buona differenziata. E il recente aumento di 7 euro a famiglia è solo prudenziale e non verrà chiesto ai cittadini se la Regione Puglia veramente erogherà i rimborsi per i sopraggiunti costi di trasferenza. E se ci sono queste ulteriori spese, da queste parti, è sempre colpa di Metta».
NIENTE IMPIANTI, PIÙ COSTI DI TRASFERENZA | I costi di trasferenza sono sopraggiunti dopo. «La mancanza generale di impianti in Regione – aggiunge Tedesco – fa sì che i camion che raccolgono non possono subito liberarsi, conferendo nelle poche discariche funzionanti. Per evitare lunghe e paralizzanti attese che non consentirebbero di raccogliere ogni giorno immondizia dalle strade, la Regione ha inventato in emergenza dei siti intermedi, con costi notevoli a beneficio dei gestori privati. E, per i Comuni del Consorzio, sempre colpa di Metta è: perché noi gli impianti ce li avevamo a 2 passi e lui se li è fatti sequestrare per non aver messo in sicurezza il V lotto ed aver negato tutto».
QUEL "NO" AL VI LOTTO, DETTO E DIMENTICATO | Le responsabilità partono da Cerignola e prendono la via della Regione Puglia. «Se dal 2015 Metta avesse realizzato l'Aia 66/2014, ultima rilasciata da Bari proprio per gli impianti gestiti da Sia Srl, tutti i 9 Comuni avrebbero goduto di un VI lotto di discarica e delle 16 celle di biostabilizzazione. I costi sarebbero stati contenuti, perché avremmo continuato a portare i rifiuti nella vicina Forcone Cafiero e non a Massafra o Grottaglie. In più quegli impianti ampliati e funzionanti, già dal 2015 avrebbero potuto fruttare bei soldi e occasioni di lavoro per Sia e per le comunità proprietarie. E invece no, Metta aveva annunciato in campagna elettorale che non avrebbe realizzato la discarica. Per questo capriccio, Sia rischia il fallimento e portiamo i rifiuti altrove e a costi esagerati. E, beffa delle beffe, la Regione ha ritirato l'autorizzazione ignorata da Metta e l'ha riassegnata nel 2017 ad Aseco Spa che ha realizzato a Forcone Cafiero tutto quello che Metta non ha voluto, soltanto che ora lì non siamo più proprietari di niente. Ah, già: ha negato di aver mai detto "no" al VI lotto, solo che ci sono atti e dichiarazioni a ricordarlo».
CITTÀ PULITE E CITTÀ SPORCHE | Metta racconta una Trinitapoli sporca. «Forse ci ha presi per un quartiere della sua Cerignola – ironizza l'assessore trinitapolese – , bella città che lui ha ridotto a discarica a cielo aperto. Non voleva quella di Forcone Cafiero, poi ha tenuto rifiuti in strada un anno fa per un mese, per poi buttare tutto all'interporto. Questa è storia. E tutt'ora la città è sporca. Trinitapoli era sporca quando dovevamo sottostare ai suoi dispetti, alle sue minacce amministrative, ai suoi cangianti umori. Quando ci mettevano contro le maestranze, sottoponendoci a fasi delicatissime per l'incolumità. Poi abbiamo detto basta: oggi l'Aro Bt3 attende solo che la Regioni espleti la gara unica da noi predisposta. Il servizio è migliorato e abbiamo salvato tutti i lavoratori ex Sia. Metta ha fatto lo stesso? Non ci risulta».
METTA CHIEDA SCUSA PER QUESTI 4 ANNI | Oggi Metta chiede alla Regione la attivazione degli impianti realizzati da Aseco a Forcone Cafiero. «Giusto. Quell'impianto risolverebbe tanti problemi a tutti. Ne eravamo i proprietari e lo diciamo dal 2015. Se, invece di dire amenità banali – conclude il trinitapolese – , chieda scusa: avrebbe più senso. Ha prima ridotto le città allo stremo, esposto Sia e lavoratori a serio rischio di tracollo, perso gli impianti, negato ogni dialogo istituzionale… e ora vuole quello che ha sempre combattuto? Si ripari dal caldo, sennò appare più sconclusionato del solito».
GLI AUMENTI DELLA TARI | Metta nei suoi video ha sottolineato come di Feo abbia aumentato la Tari a Trinitapoli, di fatto discolpandosi: «Il costo della raccolta e del trasporto dei rifiuti è oggettivamente aumentato in questi anni – spiega Tedesco – ma Comuni come Cerignola hanno aumentato del 19% e poi ancora del 36%, con un totale di circa 61%. Trinitapoli invece un anno fa ha ritoccato la tariffa "solo" del 20%, in virtù di una buona differenziata. E il recente aumento di 7 euro a famiglia è solo prudenziale e non verrà chiesto ai cittadini se la Regione Puglia veramente erogherà i rimborsi per i sopraggiunti costi di trasferenza. E se ci sono queste ulteriori spese, da queste parti, è sempre colpa di Metta».
NIENTE IMPIANTI, PIÙ COSTI DI TRASFERENZA | I costi di trasferenza sono sopraggiunti dopo. «La mancanza generale di impianti in Regione – aggiunge Tedesco – fa sì che i camion che raccolgono non possono subito liberarsi, conferendo nelle poche discariche funzionanti. Per evitare lunghe e paralizzanti attese che non consentirebbero di raccogliere ogni giorno immondizia dalle strade, la Regione ha inventato in emergenza dei siti intermedi, con costi notevoli a beneficio dei gestori privati. E, per i Comuni del Consorzio, sempre colpa di Metta è: perché noi gli impianti ce li avevamo a 2 passi e lui se li è fatti sequestrare per non aver messo in sicurezza il V lotto ed aver negato tutto».
QUEL "NO" AL VI LOTTO, DETTO E DIMENTICATO | Le responsabilità partono da Cerignola e prendono la via della Regione Puglia. «Se dal 2015 Metta avesse realizzato l'Aia 66/2014, ultima rilasciata da Bari proprio per gli impianti gestiti da Sia Srl, tutti i 9 Comuni avrebbero goduto di un VI lotto di discarica e delle 16 celle di biostabilizzazione. I costi sarebbero stati contenuti, perché avremmo continuato a portare i rifiuti nella vicina Forcone Cafiero e non a Massafra o Grottaglie. In più quegli impianti ampliati e funzionanti, già dal 2015 avrebbero potuto fruttare bei soldi e occasioni di lavoro per Sia e per le comunità proprietarie. E invece no, Metta aveva annunciato in campagna elettorale che non avrebbe realizzato la discarica. Per questo capriccio, Sia rischia il fallimento e portiamo i rifiuti altrove e a costi esagerati. E, beffa delle beffe, la Regione ha ritirato l'autorizzazione ignorata da Metta e l'ha riassegnata nel 2017 ad Aseco Spa che ha realizzato a Forcone Cafiero tutto quello che Metta non ha voluto, soltanto che ora lì non siamo più proprietari di niente. Ah, già: ha negato di aver mai detto "no" al VI lotto, solo che ci sono atti e dichiarazioni a ricordarlo».
CITTÀ PULITE E CITTÀ SPORCHE | Metta racconta una Trinitapoli sporca. «Forse ci ha presi per un quartiere della sua Cerignola – ironizza l'assessore trinitapolese – , bella città che lui ha ridotto a discarica a cielo aperto. Non voleva quella di Forcone Cafiero, poi ha tenuto rifiuti in strada un anno fa per un mese, per poi buttare tutto all'interporto. Questa è storia. E tutt'ora la città è sporca. Trinitapoli era sporca quando dovevamo sottostare ai suoi dispetti, alle sue minacce amministrative, ai suoi cangianti umori. Quando ci mettevano contro le maestranze, sottoponendoci a fasi delicatissime per l'incolumità. Poi abbiamo detto basta: oggi l'Aro Bt3 attende solo che la Regioni espleti la gara unica da noi predisposta. Il servizio è migliorato e abbiamo salvato tutti i lavoratori ex Sia. Metta ha fatto lo stesso? Non ci risulta».
METTA CHIEDA SCUSA PER QUESTI 4 ANNI | Oggi Metta chiede alla Regione la attivazione degli impianti realizzati da Aseco a Forcone Cafiero. «Giusto. Quell'impianto risolverebbe tanti problemi a tutti. Ne eravamo i proprietari e lo diciamo dal 2015. Se, invece di dire amenità banali – conclude il trinitapolese – , chieda scusa: avrebbe più senso. Ha prima ridotto le città allo stremo, esposto Sia e lavoratori a serio rischio di tracollo, perso gli impianti, negato ogni dialogo istituzionale… e ora vuole quello che ha sempre combattuto? Si ripari dal caldo, sennò appare più sconclusionato del solito».