Tra giornalismo e musica, Pietro Acquafredda racconta il suo "Menestrello"

Il trinitapolese si è stabilito a Roma ormai da anni: lo abbiamo intervistato

giovedì 11 luglio 2024 12.56
A cura di Michele Mininni
Abbiamo incontrato uno dei protagonisti della cultura e del giornalismo italiano, il trinitapolese Pietro Acquafredda, figlio del Tavoliere pugliese, da anni stabilito a Roma, fratello del prof. Giuseppe Acquafredda attualmente fiduciario comunale Coni della Bat.

Pietro Acquafredda, noto critico musicale e direttore della rivista bimestrale Music@, è anche autore di un'avvincente biografia del maestro italo-anglo-americano: Tony Pappano. direttore d'orchestra, Edizioni Skira. Professore di Storia della Musica, musicologo e giornalista ha fondato e diretto le riviste Piano Time, Applausi, Music@. Ha collaborato con Paese Sera, Il Sabato, Il Venerdì (La Repubblica), Il Giornale, Il Foglio, Nuova Rivista Musicale Italiana, Istituto per l'Enciclopedia Italiana 'G. Treccani' e Nuova Storia Contemporanea (saggi su Alberto Savinio e Alberto Moravia). Per Selezione del Reader's Digest ha scritto quattro volumi divulgativi (Grandi Voci, Musica Italiana, Musica sacra, Pianoforte); e per le Edizioni Clichy, Giacomo Puccini, sonatore del Regno. Autore della trasmissione 'All'Opera!' di Rai Uno (1999-2004); e consulente artistico del Concerto di Capodanno dalla Fenice (Rai Uno), gestisce il blog musicale 'Il menestrello'.

Chi è Pietro Acquafredda, creatore del blog "Il menestrello"?
«Sono nato a Trinitapoli il 17 novembre del 1945. Dopo gli studi liceali compiuti a Molfetta e Viterbo, mi sono stabilito a Roma, dove ho proseguito gli studi in Musicologia all'Accademia Chigiana di Siena e Canto Gregoriano presso il Pontificio Istituto di Musica Sacra di Roma e al Conservatorio di Bari (Biennio estivo presso l'Abbazia benedettina di Noci); ma anche Teologia presso l'Università del Laterano, conseguendo la Licenza in S. Teologia e Filosofia presso l'Università La Sapienza.

Dall'82 al 2013 ho insegnato Storia ed Estetica musicale presso i Conservatori di Roma, Perugia, Firenze e L'Aquila. Ho iniziato l'attività giornalistica, in qualità di critico musicale, nel 1978 collaborando, per un biennio, al quotidiano Paese Sera; successivamente ho collaborato a: Il Sabato, Capital, Class, Musica Rock e Altro e Il Venerdì (La Repubblica,) Time Out, Lo Specchio (La Stampa), Qui Roma e ai mensili Suono e Prima Fila .Negli anni Ottanta ho collaborato a programmi radio-televisivi (Radio Tre e Rai Tre); successivamente, ho prestato consulenza per la musica classica della trasmissione di Rai Uno 'Uno Mattina'; nello stesso periodo ho scritto numerose voci di argomento musicale per l'Istituto dell'Enciclopedia Italiana 'G. Treccani'».

Una carriera per Lei del tutto rispettosa, ci può raccontare la sua lunga esperienza da critico musicale?
«Certo, con piacere parto dal 1983 al 1990, dopo averlo fondato, ho diretto il mensile di musica Piano Time, la più importante ed autorevole rivista di musica degli anni Ottanta; e dal '93 al '95 del mensile Applausi; dal 2001 al 2011 ho collaborato a Il Giornale e, dal 2006 al 2013, ho diretto il bimestrale Music@. Ancora, l'esperienza mi porta nel biennio 1998-99, dove ho curato per il quotidiano Il Foglio una rubrica settimanale intitolata 'Aspettando il Giubileo'; e, nel 2000, 'Cronache dal giubileo'; e nel 2015: ' Paris Expo 1889.Italiens' . Presso Selezione del Reader's Digest ho pubblicato quattro volumi di divulgazione musicale: 'Grandi Voci. Melodie indimenticabili' (1997), 'Musica eterna' (1999), 'Concerto italiano' (2000), 'Storia del pianoforte' (2002). Nel biennio 2005-2006 ero titolare di una rubrica settimanale per Il Giornale, intitolata 'Amadeus', in occasione delle celebrazioni per il 250° anniversario della nascita di Mozart».

Sappiamo che Lei è stato anche autore di trasmissioni televisive importanti, soprattutto in Rai, ci vuole raccontare la sua esperienza in questo campo?
«Dal 1999 al 2004 sono stato chiamato, come autore, per i sei cicli della fortunata trasmissione di RaiUno "All'Opera", condotta da Antonio Lubrano; sono stato consulente artistico, dalla prima edizione dal 2004 fino al 2013, del Concerto di Capodanno dalla Fenice di Venezia, trasmesso in diretta da Rai Uno. Ancora, per Rai Educational ho firmato come autore, in coppia con Antonio Lubrano 'Tommaso, Il piacere di ragionare' (dieci puntate dedicate alla filosofia) e 'Mister Help', un ciclo di trasmissioni sulla sicurezza».

Infine, il suo grande successo con l'inaugurazione del suo blog nel 2013, di carattere musicale, dal titolo 'Il menestrello', (pietroacquafredda.blogspot.com). Perché l'ha chiamato così "Un Menestrello di nome Pietro"?
«Che inizio fu? Bello o brutto, quel post intitolato 'La sedia vuota', che segnò la nascita del Blog 'Il Menestrello', stava ad indicare che l'assenza vistosa di Papa Francesco (la sua sedia davanti a tutte le file, rimasta vuota), tre mesi esatti dalla sua elezione, al 'Concerto' che ogni anno l'Orchestra della Rai dedicava al Pontefice, e che ebbe luogo nella Sala Nervi, ribattezzata 'Aula Paolo VI°', aveva colpito il giovane menestrello al punto che, con una certa durezza e giovanile intemperanza, non poteva tacere; scrisse che l'aver disertato quel concerto, in cui veniva eseguita la Sinfonia n.9 di Beethoven, non poteva avere nessuna plausibile ragione. Ciò che fece sapere di quel suo pomeriggio Papa Francesco, avrebbe potuto farlo in qualunque altra ora e giorno; neppure la sua tardiva giustificazione: "il concerto appartiene alle consuetudini di signori e nobili, piuttosto che a quella di un Papa che vuole essere ed è un pastore", fece cambiare idea al menestrello».

Dopo quel 13 giugno del 2013, che segna il suo battesimo pubblico, il blog, che è sempre stato soprattutto un diario 'professionale' – del critico e cronista di musica - è diventato, nel tempo, anche un diario 'civile', sul quale il menestrello annota giorno dopo giorno ciò che avviene di bello e purtroppo di brutto, nel Paese e nel mondo. Riflette cioè gli interessi del menestrello in ogni campo, politica compresa, servendosi anche di riflessioni che desume quotidianamente dai giornali, cui però non manca quasi mai di aggiungere, non senza una certa presunzione, quel che lui chiama, ipocritamente, modesta riflessione, pensierino, noterella. Pietro Acquafredda andrà avanti a scrivere fino a quando sarà possibile. Perché Il Menestrello vuole ancora cantare e cantargliele a chi se lo è meritato, con voce e strumenti, ricordiamo per gli appassionati di blogger, che ad oggi il numero dei visitatori è di 871.000.