Trinitapoli, ucciso il boss Carbone
Freddato all'uscita della sua abitazione
domenica 14 aprile 2019
20.24
È stato freddato nella sua auto, una Seat, mentre usciva dal cancello dell'abitazione su via della Transumanza, alla periferia di Trinitapoli. La vittima è Cosimo Damiano Carbone, 63 anni, boss dell'omonimo clan opposto al gruppo De Rosa-Miccoli per la gestione dei traffici illeciti sul territorio. I killer, secondo una prima ricostruzione dei carabinieri, avrebbero atteso la vittima sulla strada per poi aprire il fuoco. Era stato condannato all'ergastolo per l'omicidio di Savio Saracino, compiuto a Trinitapoli il 20 settembre del 2004, e il tentato omicidio di Michele Miccoli. Attualmente ai domiciliari per un permesso speciale per motivi di salute. Suo fratello maggiore, Antonio Carbone, fu ucciso a colpi di fucile calibro 12 a bordo dell'auto nel centro di Trinitapoli il 27 maggio del 2014.
Si ipotizza, ma è ancora tutto da confermare, che si tratti di una risposta all'omicidio del rivale Pietro De Rosa, avvenuto lo scorso 20 gennaio a due passi di distanza, anche lui freddato sotto casa. Le modalità dell'agguato sono di stampo mafioso, infatti l'inchiesta della Procura di Foggia potrebbe passare di competenza alla Direzione distrettuale antimafia di Bari. Sotto la lente d'ingrandime sono finiti anche altri episodi di quella che si delinea come una vera guerra fra clan in città. Per l'esattezza sono nove le sparatorie fra gli affiliati dei clan Cardone-Gallone e De Rosa-Miccoli dal 2003 a oggi. Nella faida degli ultimi 16 anni si ricordano: il tentato omicidio di Michele Miccoli del 4 febbraio del 2008, il duplice tentato omicidio di Michele e Raffaele Miccoli del 22 febbraio del 2008, il duplice tentato omicidio di Michele Miccoli e del genero Luca Sarcina del 25 febbraio del 2008 e l'omicidio di Severino Benedetti Severino del 12 gennaio del 2015. I carabinieri a febbraio scorso hanno arrestarono Francesco Casalino di 51 anni, vicino al clan Carbone-Gallone, indiziato come uno degli autori materiali del duplice tentato omicidio di Michele Buonarota e Michele Straniere, ritenuti affiliati al clan De Rosa-Miccoli, avvenuto a Trinitapoli il 10 maggio del 2014.
Si ipotizza, ma è ancora tutto da confermare, che si tratti di una risposta all'omicidio del rivale Pietro De Rosa, avvenuto lo scorso 20 gennaio a due passi di distanza, anche lui freddato sotto casa. Le modalità dell'agguato sono di stampo mafioso, infatti l'inchiesta della Procura di Foggia potrebbe passare di competenza alla Direzione distrettuale antimafia di Bari. Sotto la lente d'ingrandime sono finiti anche altri episodi di quella che si delinea come una vera guerra fra clan in città. Per l'esattezza sono nove le sparatorie fra gli affiliati dei clan Cardone-Gallone e De Rosa-Miccoli dal 2003 a oggi. Nella faida degli ultimi 16 anni si ricordano: il tentato omicidio di Michele Miccoli del 4 febbraio del 2008, il duplice tentato omicidio di Michele e Raffaele Miccoli del 22 febbraio del 2008, il duplice tentato omicidio di Michele Miccoli e del genero Luca Sarcina del 25 febbraio del 2008 e l'omicidio di Severino Benedetti Severino del 12 gennaio del 2015. I carabinieri a febbraio scorso hanno arrestarono Francesco Casalino di 51 anni, vicino al clan Carbone-Gallone, indiziato come uno degli autori materiali del duplice tentato omicidio di Michele Buonarota e Michele Straniere, ritenuti affiliati al clan De Rosa-Miccoli, avvenuto a Trinitapoli il 10 maggio del 2014.