Via Pisa, duro attacco del sindaco: «Nessun dietrofront»
Dura invettiva del primo cittadino verso il coordinatore di Forza Italia e il Partito Democratico
mercoledì 5 dicembre 2018
12.21
Francesco Di Feo rivendica la bontà della scelta di alienare lo stabile del vecchio mercato di via Pisa nonostante la decisione di revocare in autotutela il bando per la vendita all'asta.
In un comunicato stampa dai toni molto accesi, Di Feo si scaglia con furia contro il coordinatore cittadino di Forza Italia che aveva contestato la scelta di mettere in vendita quello stabile.
La revoca in autotutela del bando farà sì che almeno per un anno lo stabile non sia venduto. Si pensa, infatti, di prevedere una destinazione d'uso commerciale che sia vincolante per l'eventuale acquirente e ad un concorso di idee per raccogliere anche altri suggerimenti sulla destinazione dell'immobile.
«Se in un anno non vi sarà un progetto o concorso di idee il mercato verrà rimesso in vendita» assicura il sindaco in una nota stampa prima di sferrare un violentissimo attacco all'indirizzo degli oppositori.
«Dopo la penosa figuraccia in Consiglio comunale il coordinatore cittadino di Forza Italia torna sulla vicenda della vendita del mercato di via Pisa, lo fa ovviamente, mentendo sapendo di mentire, rincorrendo, ancora una volta, la compagna di sventura del Pd. Con cui si condivide anche la confusione, invece ben definita dal Tuel, tra indirizzo politico ed attività gestionale. Revocare l'asta non significa fare dietrofront sulla scelta».
Ancora riferendosi a Minervino, di Feo chiarisce come il divorzio sia stato casualmente concomitante con la sua presa di posizione in merito a via Pisa: «Il già vicesindaco non vuole considerare che la sua caduta è stata dovuta ai suoi legami col nemico politico, le assenze ed i scarsi risultati amministrativi (il mercato di via Pisa non c'entra)».
E ancora: «La posizione politica della maggioranza è sempre stata, compresa quella del forzista, di alienare. E su questa linea resterà, soprattutto se dopo questa inutile presa di posizione non ci sarà una proposta valida ed economicamente sostenibile.
La petizione sospinta da cinque partiti (modesto risultato), basti vedere i firmatari (parenti e tesserati), ha avuto la sua credibilità solo grazie all'Avs. Giova ricordare che il forzista non ha mai accennato alcuna proposta come assessore alle Attività produttive sul mercato di via Pisa se non quella di alienare».
E conclude: «Sulla legalità non si può puntare il dito contro chi ha condiviso 8 anni di amministrazione passando da case famiglia, piazza Santo Stefano, sale scommesse, cartelloni pubblicitari (comportando la caduta di un coordinatore cittadino) e così via: un po' di pudore suggerirebbe di non usurare oltremodo il passato: gridare alla vittoria oggi è da meschini dopo che in Consiglio comunale l'Amministrazione comunale aveva chiesto il ritiro del punto proprio per errori procedurali, e non di illegalità, sul mercato di via Pisa e di inopportunità sul bene afferente all'Avs. A voi la vana gloria, frustrata dalla delusione. A noi l'amministrazione della cosa pubblica sempre con l'obiettivo di perseguire il bene comune e senza tradire il mandato elettorale. Le minacce, gli attacchi vili non ci spaventano risponderemo con le opere al popolo l'ardua sentenza».
In un comunicato stampa dai toni molto accesi, Di Feo si scaglia con furia contro il coordinatore cittadino di Forza Italia che aveva contestato la scelta di mettere in vendita quello stabile.
La revoca in autotutela del bando farà sì che almeno per un anno lo stabile non sia venduto. Si pensa, infatti, di prevedere una destinazione d'uso commerciale che sia vincolante per l'eventuale acquirente e ad un concorso di idee per raccogliere anche altri suggerimenti sulla destinazione dell'immobile.
«Se in un anno non vi sarà un progetto o concorso di idee il mercato verrà rimesso in vendita» assicura il sindaco in una nota stampa prima di sferrare un violentissimo attacco all'indirizzo degli oppositori.
«Dopo la penosa figuraccia in Consiglio comunale il coordinatore cittadino di Forza Italia torna sulla vicenda della vendita del mercato di via Pisa, lo fa ovviamente, mentendo sapendo di mentire, rincorrendo, ancora una volta, la compagna di sventura del Pd. Con cui si condivide anche la confusione, invece ben definita dal Tuel, tra indirizzo politico ed attività gestionale. Revocare l'asta non significa fare dietrofront sulla scelta».
Ancora riferendosi a Minervino, di Feo chiarisce come il divorzio sia stato casualmente concomitante con la sua presa di posizione in merito a via Pisa: «Il già vicesindaco non vuole considerare che la sua caduta è stata dovuta ai suoi legami col nemico politico, le assenze ed i scarsi risultati amministrativi (il mercato di via Pisa non c'entra)».
E ancora: «La posizione politica della maggioranza è sempre stata, compresa quella del forzista, di alienare. E su questa linea resterà, soprattutto se dopo questa inutile presa di posizione non ci sarà una proposta valida ed economicamente sostenibile.
La petizione sospinta da cinque partiti (modesto risultato), basti vedere i firmatari (parenti e tesserati), ha avuto la sua credibilità solo grazie all'Avs. Giova ricordare che il forzista non ha mai accennato alcuna proposta come assessore alle Attività produttive sul mercato di via Pisa se non quella di alienare».
E conclude: «Sulla legalità non si può puntare il dito contro chi ha condiviso 8 anni di amministrazione passando da case famiglia, piazza Santo Stefano, sale scommesse, cartelloni pubblicitari (comportando la caduta di un coordinatore cittadino) e così via: un po' di pudore suggerirebbe di non usurare oltremodo il passato: gridare alla vittoria oggi è da meschini dopo che in Consiglio comunale l'Amministrazione comunale aveva chiesto il ritiro del punto proprio per errori procedurali, e non di illegalità, sul mercato di via Pisa e di inopportunità sul bene afferente all'Avs. A voi la vana gloria, frustrata dalla delusione. A noi l'amministrazione della cosa pubblica sempre con l'obiettivo di perseguire il bene comune e senza tradire il mandato elettorale. Le minacce, gli attacchi vili non ci spaventano risponderemo con le opere al popolo l'ardua sentenza».