Cronaca
A marzo fallito un attentato contro il boss Michele Visaggio
Sono due volte che scampa alla morte per una casualità
Trinitapoli - martedì 27 agosto 2019
8.15
È scampato alla morte per la seconda volta. La mattina dello scorso 26 agosto Michele Visaggio è rimasto ferito gravemente da diversi colpi di pistola che lo hanno raggiunto al volto e al torace mentre era alla guida della sua Fiat Panda sulla strada al confine fra Trinitapoli e Cerignola. È tutt'ora ricoverato all'ospedale "Dimiccoli" di Barletta dove ha subito un delicato intervento chirurgico. Ma non è la prima volta che viene architettato un agguato nei confronti di "M'rvon", come viene soprannominato nell'ambiente criminale. Visaggio, infatti, è una pedina importante dello scacchiere criminale del territorio ofantino perché è delineato come il boss del clan Visaggio - Valerio di San Ferdinando di Puglia che si contende la leadership per la gestione dei traffici illeciti sul territorio con i diretti concorrenti del clan Carbone - Gallone. Dalle pagine dell'ordinanza di custodia cautelare del blitz "Nemesi", che a giugno scorso portò all'arresto di 8 persone per detenzione e porto illegale di numerose armi da fuoco, è emerso che Valerio sarebbe dovuto morire già a marzo scorso in un conflitto a fuoco che non fu più stato portato a termine perché chi avrebbe dovuto premere il grilletto aveva "timore di incorrere in ritardi nell'adempimento dell'obbligo di firma" a cui era sottoposto. Questa volta però gli è andata peggio anche se non si conoscono ancora gli autori o l'autore della sparatoria né con precisione il motivo per il quale avrebbe compiuto il gesto. Gli investigatori sono sicuri che chi ha agito avrebbe voluto ucciderlo, il fatto che sia vivo è solo questione di fortuna.
Le indagini dei carabinieri sono orientate verso la guerra di mala che da circa due anni sta devastando il territorio ofantino. Per l'esattezza dal 21 luglio del 2018 quando Giuseppe Valerio, sodale del boss, fu ucciso nel pieno centro cittadino di San Ferdinando di Puglia. Da qual momento è nata una nuova lotta fra gruppi mafiosi, finita sotto la lente d'ingrandimento della Direzione distrettuale antimafia di Bari, che ha portato nel 2019 all'uccisione di altri due boss nella città di Trinitapoli: Pietro De Rosa il 20 gennaio e Cosimo Damiano Carbone il 14 aprile, entrambi freddati sotto le proprie abitazioni in periferia. Fra le pagine dell'ordinanza viene sottolineato che le armi ritrovate a giugno scorso, "tra cui una pistola semiautomatica calibro 9, una pistola a 13 colpi verosimilmente calibro 7,65 e una pistola cali di 9", erano "destinate al compimento di atti da fuoco contro esponenti delle fazioni Miccoli – De Rosa e Valerio – Visaggio che si contendono il controllo dei traffici illeciti fra Trinitapoli e San Ferdinando di Puglia in contrapposizione al clan Carbone – Gallone.
Le indagini dei carabinieri sono orientate verso la guerra di mala che da circa due anni sta devastando il territorio ofantino. Per l'esattezza dal 21 luglio del 2018 quando Giuseppe Valerio, sodale del boss, fu ucciso nel pieno centro cittadino di San Ferdinando di Puglia. Da qual momento è nata una nuova lotta fra gruppi mafiosi, finita sotto la lente d'ingrandimento della Direzione distrettuale antimafia di Bari, che ha portato nel 2019 all'uccisione di altri due boss nella città di Trinitapoli: Pietro De Rosa il 20 gennaio e Cosimo Damiano Carbone il 14 aprile, entrambi freddati sotto le proprie abitazioni in periferia. Fra le pagine dell'ordinanza viene sottolineato che le armi ritrovate a giugno scorso, "tra cui una pistola semiautomatica calibro 9, una pistola a 13 colpi verosimilmente calibro 7,65 e una pistola cali di 9", erano "destinate al compimento di atti da fuoco contro esponenti delle fazioni Miccoli – De Rosa e Valerio – Visaggio che si contendono il controllo dei traffici illeciti fra Trinitapoli e San Ferdinando di Puglia in contrapposizione al clan Carbone – Gallone.