Politica
Agricoltura, Silvestris: «Tutti in piazza»
L'appello del parlamentare europeo
Trinitapoli - domenica 6 gennaio 2019
9.51 Comunicato Stampa
«È dovere di tutti, cittadini, politici, commercianti e imprenditori, partecipare domani a Bari alla manifestazione organizzata dai gilet arancioni in difesa dell'agricoltura pugliese». Ad affermarlo in una nota stampa è l'europarlamentare Sergio Silvestris, che ha continuato: «L'adesione deve essere delle famiglie intere. Perché l'agricoltura, nonostante tutto, è ancora la ricchezza, il futuro e il fascino della Puglia.
La grave calamita che si è verificata a febbraio dello scorso anno non ha congelato solo gli ulivi, ma anche gli stipendi di migliaia di braccianti (un milione di giornate agricole perse) e i ricavi dei frantoiani (si contano 1.600 frantoi chiusi). L'olio prodotto quest'anno è il 20% di quello prodotto l'anno scorso, e i frantoi che macinavano olive fino a marzo hanno fermato le macchine all'Immacolata. Aggiungiamo pure i danni che nel sud della Puglia sta facendo la xylella, giunta a Monopoli. Il totale è una perdita netta di 800 milioni di euro solo per l'olivicoltura.
Ma un disastro di tale gravità non riguarda solo gli agricoltori, i braccianti, le aziende dell'indotto. In una situazione del genere a soffrire è l'intero territorio. Pensiamo ai mancati incassi dei bar che ogni mattina servono i braccianti che vanno nei campi, o a quelli dei negozi, di alimentari o di abbigliamento, e dei supermercati: senza stipendi e senza il lavoro nei campi, in quanti avranno fatto spese in queste ultime settimane? Quanti operai rimasti senza ingaggio avranno rinunciato alla spesa per i regali di Natale e per il cenone di Capodanno? Ed è tutta ricchezza del nostro territorio che si sta perdendo.
L'agricoltura è ormai il simbolo stesso della Puglia. Gli ulivi monumentali, i paesaggi rurali, le nostre tradizioni contadine sono la materia di cui è composto il successo mondiale della nostra Regione. Rischiamo di disperdere anche questo patrimonio.
Ma l'agricoltura è soprattutto il nostro futuro. Di fatto, è l'unico e ultimo settore che, nonostante tagli e ridimensionamenti, continua e continuerà a ricevere sostegni dall'Unione europea, attraverso la PAC. Il prossimo orizzonte temporale è il 2027, ma si andrà ancora oltre. E saranno i nostri figli a ragionare sul da farsi. Per cogliere l'occasione non serve solo firmare un paio di documenti, presentare un paio di domande in carta bollata: serve una programmazione, una visione. Servono scelte. E serve competenza, conoscenza, presenza, sopratutto in sede europea.
Se, dunque, l'agricoltura è tutto questo, è inaccettabile che non sia stata approvata la declaratoria della calamità avvenuta 11 mesi fa. I tre stralci dai provvedimenti del Governo e i ritardi della Regione Puglia suonano come un'offesa a tutti i pugliesi che lavorano e producono. Non è più tempo di capire chi, tra Regione e Ministero, sia più responsabile di questi ritardi. Occorrono soluzioni serie e immediate. E per chiederle, tutte le famiglie pugliesi scenderanno domani in piazza accanto ai trattori dei nostri agricoltori».
La grave calamita che si è verificata a febbraio dello scorso anno non ha congelato solo gli ulivi, ma anche gli stipendi di migliaia di braccianti (un milione di giornate agricole perse) e i ricavi dei frantoiani (si contano 1.600 frantoi chiusi). L'olio prodotto quest'anno è il 20% di quello prodotto l'anno scorso, e i frantoi che macinavano olive fino a marzo hanno fermato le macchine all'Immacolata. Aggiungiamo pure i danni che nel sud della Puglia sta facendo la xylella, giunta a Monopoli. Il totale è una perdita netta di 800 milioni di euro solo per l'olivicoltura.
Ma un disastro di tale gravità non riguarda solo gli agricoltori, i braccianti, le aziende dell'indotto. In una situazione del genere a soffrire è l'intero territorio. Pensiamo ai mancati incassi dei bar che ogni mattina servono i braccianti che vanno nei campi, o a quelli dei negozi, di alimentari o di abbigliamento, e dei supermercati: senza stipendi e senza il lavoro nei campi, in quanti avranno fatto spese in queste ultime settimane? Quanti operai rimasti senza ingaggio avranno rinunciato alla spesa per i regali di Natale e per il cenone di Capodanno? Ed è tutta ricchezza del nostro territorio che si sta perdendo.
L'agricoltura è ormai il simbolo stesso della Puglia. Gli ulivi monumentali, i paesaggi rurali, le nostre tradizioni contadine sono la materia di cui è composto il successo mondiale della nostra Regione. Rischiamo di disperdere anche questo patrimonio.
Ma l'agricoltura è soprattutto il nostro futuro. Di fatto, è l'unico e ultimo settore che, nonostante tagli e ridimensionamenti, continua e continuerà a ricevere sostegni dall'Unione europea, attraverso la PAC. Il prossimo orizzonte temporale è il 2027, ma si andrà ancora oltre. E saranno i nostri figli a ragionare sul da farsi. Per cogliere l'occasione non serve solo firmare un paio di documenti, presentare un paio di domande in carta bollata: serve una programmazione, una visione. Servono scelte. E serve competenza, conoscenza, presenza, sopratutto in sede europea.
Se, dunque, l'agricoltura è tutto questo, è inaccettabile che non sia stata approvata la declaratoria della calamità avvenuta 11 mesi fa. I tre stralci dai provvedimenti del Governo e i ritardi della Regione Puglia suonano come un'offesa a tutti i pugliesi che lavorano e producono. Non è più tempo di capire chi, tra Regione e Ministero, sia più responsabile di questi ritardi. Occorrono soluzioni serie e immediate. E per chiederle, tutte le famiglie pugliesi scenderanno domani in piazza accanto ai trattori dei nostri agricoltori».