Politica
Asili nido, Grazia Di Bari (M5S): «Un impegno per i prossimi cinque anni»
La candidata al consiglio regionale: «Dobbiamo rendere gli asili nido una priorità per le risorse regionali»
Trinitapoli - mercoledì 16 settembre 2020
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«Siamo agli ultimi giorni di campagna elettorale - scrive Grazia Di Bari, consigliera regionale del MoVimento 5 Stelle - C'è qualcosa di cui non vi ho parlato. Da donna, da madre, ho sentito parlare tanti uomini di ciò che serve ad una donna per fare politica. Gli stessi uomini che hanno faticato ad approvare la doppia preferenza di genere in Regione non possono pensare alle esigenze delle donne e delle famiglie.
Voglio darvi un buon motivo in più per votare alle prossime regionali. Parliamo di asili nido. La legge nazionale 107/2015 ha programmato l'inclusione dei servizi educativi per l'infanzia e le scuole dell'infanzia nei servizi essenziali. Questo processo in termini generali ha tre vantaggi possibili: può creare nuovi posti di lavoro, può dare una risposta ai genitori che hanno bisogno di asili nido pubblici e sul lungo periodo può incrementare il tasso di partecipazione femminile al lavoro e alla politica.
La legge è in vigore da cinque anni, ma la Puglia è rimasta indietro. Se l'Italia ha promesso da anni di arrivare al 33% del tasso di copertura dei servizi educativi per l'infanzia. Secondo uno studio di CittadinanzaAttiva la media nazionale è rimasta ferma al 24%, fra Regioni come l'Umbria che sono oltre la media e Regioni come la Campania che sono il fanalino di coda. La Puglia è sotto il 15%, fra le ultime della classe. Riguardo ai costi, il caso eclatante è stato proprio quello di Andria, dove la spesa media mensile delle famiglie per mandare i bimbi al nido, secondo CittadinanzaAttiva, ha avuto un incremento medio del 105%. Il canto del cigno, prima che l'unico asilo nido comunale chiudesse.
Ho deciso di farne un impegno personale. Tante strutture pubbliche sono in sofferenza in tutta la Regione. Molte famiglie devono affrontare spese più alte rivolgendosi ai privati e non è una spesa a cui si possa rinunciare. Purtroppo non c'è ipotesi di lavoro possibile che preveda che questi asili siano totalmente a carico dei Comuni. L'esigenza è reale, ma le amministrazioni comunali faticano a pagare e sono costretti a tagliare.
Serve l'impegno della Regione Puglia. Nella mia ipotesi di lavoro la Puglia può raggiungere in cinque anni l'obiettivo del 33%, andando incontro alle esigenze di altri 14 mila bambini in tutta la Regione che non usufruiscono di un asilo nido pubblico. Un piano da 180 milioni in cinque anni, che prevede la costruzione di nuovi asili nido, l'adeguamento delle strutture pubbliche esistenti e un contributo ai privati per ristrutturare micronidi e nidi famiglia, con un apporto invariato dai Comuni, un incremento sostanzioso del contributo regionale e un adeguamento del contributo nazionale, che potrebbe beneficiare delle risorse del Recovery Fund. Ma indipendentemente dalle risorse europee dobbiamo rendere gli asili nido una priorità per le risorse regionali.
In cinque anni possiamo portare a termine quella promessa» conclude Di Bari.
Voglio darvi un buon motivo in più per votare alle prossime regionali. Parliamo di asili nido. La legge nazionale 107/2015 ha programmato l'inclusione dei servizi educativi per l'infanzia e le scuole dell'infanzia nei servizi essenziali. Questo processo in termini generali ha tre vantaggi possibili: può creare nuovi posti di lavoro, può dare una risposta ai genitori che hanno bisogno di asili nido pubblici e sul lungo periodo può incrementare il tasso di partecipazione femminile al lavoro e alla politica.
La legge è in vigore da cinque anni, ma la Puglia è rimasta indietro. Se l'Italia ha promesso da anni di arrivare al 33% del tasso di copertura dei servizi educativi per l'infanzia. Secondo uno studio di CittadinanzaAttiva la media nazionale è rimasta ferma al 24%, fra Regioni come l'Umbria che sono oltre la media e Regioni come la Campania che sono il fanalino di coda. La Puglia è sotto il 15%, fra le ultime della classe. Riguardo ai costi, il caso eclatante è stato proprio quello di Andria, dove la spesa media mensile delle famiglie per mandare i bimbi al nido, secondo CittadinanzaAttiva, ha avuto un incremento medio del 105%. Il canto del cigno, prima che l'unico asilo nido comunale chiudesse.
Ho deciso di farne un impegno personale. Tante strutture pubbliche sono in sofferenza in tutta la Regione. Molte famiglie devono affrontare spese più alte rivolgendosi ai privati e non è una spesa a cui si possa rinunciare. Purtroppo non c'è ipotesi di lavoro possibile che preveda che questi asili siano totalmente a carico dei Comuni. L'esigenza è reale, ma le amministrazioni comunali faticano a pagare e sono costretti a tagliare.
Serve l'impegno della Regione Puglia. Nella mia ipotesi di lavoro la Puglia può raggiungere in cinque anni l'obiettivo del 33%, andando incontro alle esigenze di altri 14 mila bambini in tutta la Regione che non usufruiscono di un asilo nido pubblico. Un piano da 180 milioni in cinque anni, che prevede la costruzione di nuovi asili nido, l'adeguamento delle strutture pubbliche esistenti e un contributo ai privati per ristrutturare micronidi e nidi famiglia, con un apporto invariato dai Comuni, un incremento sostanzioso del contributo regionale e un adeguamento del contributo nazionale, che potrebbe beneficiare delle risorse del Recovery Fund. Ma indipendentemente dalle risorse europee dobbiamo rendere gli asili nido una priorità per le risorse regionali.
In cinque anni possiamo portare a termine quella promessa» conclude Di Bari.