Politica
Candidatura Triglione, Tiritiello: "Continua a sperare che arrivi il benestare"
10 anni di presidenza del consiglio comunale. Sinistra non compatta
Trinitapoli - martedì 15 marzo 2016
10.20
Un'autocandidatura prima annunciata e poi ritirata non certo per la prima volta. Secondo Antonio Tiritiello, presidente dell'associazione culturale "Giovani liberi senza soldi", Giacomo Triglione, dello schieramento di centro sinistra, dopo la sua decennale attività di presidenza del Consiglio Comunale di Trinitapoli vorrebbe ancora tentare di ricandidarsi alle prossime amministrative, sperando che questa volta qualcuno gli dia il benestare. «Fa bene Triglione – afferma il presidente - a ricordarci di essere stato presidente del consiglio, come se del suo decennale incarico non se ne fosse mai accorto nessuno. Sbaglia a richiamare quel ruolo che non è mai stato molto dignitoso per lui, atteso che ottenuta la carica di presidente del consiglio comunale di Trinitapoli, grazie ai voti della maggioranza che sosteneva Di Gennaro, ha svolto il suo ruolo a favore di Sannicandro e dell'opposizione. Una caduta di stile che ha raggiunto il suo apice quando si è presentato all'auditorium dell'Assunta assieme all'opposizione di allora per contrastare la giunta Di Gennaro su diversi problemi come: la questione anci, il rigassificatore, le pale eoliche, biomasse, che tanto lavoro avrebbero potuto dare e tanta economia alla città di Trinitapoli. Oggi lo rivedo con le stesse persone che ieri aveva combattuto e messo nelle condizioni di abbandonare la loro carriera politica al fine di raggiungere un solo obiettivo di una notte di sogni: "voglio fare il sindaco"».
«Comprendo il suo nervosismo. È da una vita che tenta di essere candidato sindaco ma, nello stesso tempo, è sempre da una vita che gli dicono che non è all'altezza di rivestire quel ruolo. Il dottor Triglione non può lanciare il sasso e poi nascondere la mano. Per l'ennesima volta ha presentato la sua candidatura a sindaco e per l'ennesima volta miseramente l'ha ritirata ed è scivolato su attacchi di bassa lega nei confronti dell'amministrazione comunale attuale, alla quale deve solo dare atto di aver sanato i debiti fatti anche da lui. Chi deve tacere è proprio Mimmo Triglione, già DC, PSI, Rosa Bianca, UDC, Rifondazione Comunista, PD e oggi come ieri candidato sindaco di sé stesso. Meglio tacere, pertanto, altrimenti ci sarebbe tanto da dire. Per richiamarsi ad uno stile è necessario averlo. Ma non è il caso di Triglione. lo stile è un dono di vita e chi lo ha sempre mantenuto integro a livello nazionale, regionale, provinciale, con educazione, classe, eleganza e sobrietà è il presidente del consiglio comunale attuale, Mino Albore, il quale non ha mai offeso nessuno, fuori e dentro le istituzioni, ma ha subito attacchi ingenerosi. Solo il rozzo, cioè colui che si vanta di titoli accademici insufficienti per conoscere la storia, può travisare in maniera così volgare quel tocco di penna del presidente Albore».
«Comprendo il suo nervosismo. È da una vita che tenta di essere candidato sindaco ma, nello stesso tempo, è sempre da una vita che gli dicono che non è all'altezza di rivestire quel ruolo. Il dottor Triglione non può lanciare il sasso e poi nascondere la mano. Per l'ennesima volta ha presentato la sua candidatura a sindaco e per l'ennesima volta miseramente l'ha ritirata ed è scivolato su attacchi di bassa lega nei confronti dell'amministrazione comunale attuale, alla quale deve solo dare atto di aver sanato i debiti fatti anche da lui. Chi deve tacere è proprio Mimmo Triglione, già DC, PSI, Rosa Bianca, UDC, Rifondazione Comunista, PD e oggi come ieri candidato sindaco di sé stesso. Meglio tacere, pertanto, altrimenti ci sarebbe tanto da dire. Per richiamarsi ad uno stile è necessario averlo. Ma non è il caso di Triglione. lo stile è un dono di vita e chi lo ha sempre mantenuto integro a livello nazionale, regionale, provinciale, con educazione, classe, eleganza e sobrietà è il presidente del consiglio comunale attuale, Mino Albore, il quale non ha mai offeso nessuno, fuori e dentro le istituzioni, ma ha subito attacchi ingenerosi. Solo il rozzo, cioè colui che si vanta di titoli accademici insufficienti per conoscere la storia, può travisare in maniera così volgare quel tocco di penna del presidente Albore».