Cronaca
Carabinieri confiscano ville ad Andria e terreni a Trinitapoli per 1 milione di euro
Il decreto di confisca penale è a carico di Carmine Fratepietro, condannato per riciclaggio, ricettazione, rapina e porto illegale di armi
Trinitapoli - martedì 9 luglio 2024
11.55 Comunicato Stampa
Questa mattina i Carabinieri del Comando Provinciale di Bari hanno eseguito un decreto di confisca penale diretta, emesso dalla Corte di Appello III Sezione Penale di Bari, su richiesta della Procura Generale della Repubblica di Bari, a carico di Fratepietro Carmine, classe 78, pluripregiudicato, a seguito delle condanne subite per riciclaggio, ricettazione, rapina e porto illegale di armi.
Fratepietro Carmine, tra l'altro, è noto per aver fatto parte del commando paramilitare composto da circa 10 persone che, il 29 febbraio 2016, assaltò un furgone portavalori sulla Strada Statale 16 nei pressi di Trinitapoli e che trasportava circa € 3.000.000,00 destinati ad uffici postali ed istituti di credito. Il colpo, che durò appena 5 minuti, fruttò al gruppo criminale oltre 72 mila euro. I malviventi si garantirono la fuga occupando le vie di accesso al luogo della rapina con auto e mezzi pesanti rubati ed incendiati nonché distribuendo sulla strada decine di chiodi artigianali a quattro punte.
E' stato anche condannato per aver partecipato, il 4 dicembre 2016, insieme ad altre 15 persone, nel comune di Caraffa (CZ) e con il "benestare" delle "ndrine" calabresi, all'assalto presso il caveau di una società di vigilanza del luogo, con l'utilizzo di una ruspa dotata di martello pneumatico, rubando 8,5 milioni di euro.
Ed ancora è stato condannato per un altro assalto ad un furgone portavalori, avvenuto il 19 ottobre 2015 a Bari, nei pressi della Strada Statale 16 dove, insieme a 15 individui travisati ed armati kalashnikov, asportava centinaia di migliaia di euro da un furgone diretto alla Banca d'Italia per depositare il denaro prelevato da diversi istituti di credito.
Il valore del patrimonio sottratto alla disponibilità dell'interessato, formalmente intestato alla compagna, è stimato in 1 milione di euro ed è rappresentato da due terreni e due lussuose ville ubicate in agro di Andria nonché 3 terreni ubicati a Trinitapoli.
L'odierno provvedimento, emesso dalla Corte di Appello di Bari, accoglie completamente la proposta della Procura Generale della Repubblica di Bari, la quale, in considerazione delle condanne definitive del Fratepietro, formulava detta richiesta sulla base degli accertamenti patrimoniali effettuati dalla Sezione specializzata del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Bari attraverso cui sono stati ricostruiti gli introiti dell'intero nucleo familiare, così fornendo un corposo quadro probatorio in ordine all'illecita provenienza della sua ricchezza e che costituirebbe il compendio soprattutto di rapine in danno di portavalori.
L'importante risultato odierno - frutto dell'attività condivisa della magistratura e delle componenti investigative specializzate nello specifico settore delle indagini patrimoniali - rappresenta una conferma ulteriore dell'azione di contrasto alla criminalità organizzata, perseguita sia attraverso un'assidua opera di prevenzione e repressione sia attraverso attente e scrupolose indagini di natura finanziaria e patrimoniale, con le quali vanno combattute le moderne dinamiche criminali.
Nella circostanza, la Procura Generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Bari ringrazia il personale appartenente al Nucleo Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Bari, distaccato presso la stessa Procura Generale, per l'attività di preliminare ricognizione delle sentenze di condanna, prodromiche all'avvio degli accertamenti patrimoniali finalizzati all'adozione dei provvedimenti di confisca ai sensi dell'art. 240 bis del codice penale, e per il contributo fornito nell'elaborazione dei provvedimenti stessi.
Fratepietro Carmine, tra l'altro, è noto per aver fatto parte del commando paramilitare composto da circa 10 persone che, il 29 febbraio 2016, assaltò un furgone portavalori sulla Strada Statale 16 nei pressi di Trinitapoli e che trasportava circa € 3.000.000,00 destinati ad uffici postali ed istituti di credito. Il colpo, che durò appena 5 minuti, fruttò al gruppo criminale oltre 72 mila euro. I malviventi si garantirono la fuga occupando le vie di accesso al luogo della rapina con auto e mezzi pesanti rubati ed incendiati nonché distribuendo sulla strada decine di chiodi artigianali a quattro punte.
E' stato anche condannato per aver partecipato, il 4 dicembre 2016, insieme ad altre 15 persone, nel comune di Caraffa (CZ) e con il "benestare" delle "ndrine" calabresi, all'assalto presso il caveau di una società di vigilanza del luogo, con l'utilizzo di una ruspa dotata di martello pneumatico, rubando 8,5 milioni di euro.
Ed ancora è stato condannato per un altro assalto ad un furgone portavalori, avvenuto il 19 ottobre 2015 a Bari, nei pressi della Strada Statale 16 dove, insieme a 15 individui travisati ed armati kalashnikov, asportava centinaia di migliaia di euro da un furgone diretto alla Banca d'Italia per depositare il denaro prelevato da diversi istituti di credito.
Il valore del patrimonio sottratto alla disponibilità dell'interessato, formalmente intestato alla compagna, è stimato in 1 milione di euro ed è rappresentato da due terreni e due lussuose ville ubicate in agro di Andria nonché 3 terreni ubicati a Trinitapoli.
L'odierno provvedimento, emesso dalla Corte di Appello di Bari, accoglie completamente la proposta della Procura Generale della Repubblica di Bari, la quale, in considerazione delle condanne definitive del Fratepietro, formulava detta richiesta sulla base degli accertamenti patrimoniali effettuati dalla Sezione specializzata del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Bari attraverso cui sono stati ricostruiti gli introiti dell'intero nucleo familiare, così fornendo un corposo quadro probatorio in ordine all'illecita provenienza della sua ricchezza e che costituirebbe il compendio soprattutto di rapine in danno di portavalori.
L'importante risultato odierno - frutto dell'attività condivisa della magistratura e delle componenti investigative specializzate nello specifico settore delle indagini patrimoniali - rappresenta una conferma ulteriore dell'azione di contrasto alla criminalità organizzata, perseguita sia attraverso un'assidua opera di prevenzione e repressione sia attraverso attente e scrupolose indagini di natura finanziaria e patrimoniale, con le quali vanno combattute le moderne dinamiche criminali.
Nella circostanza, la Procura Generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Bari ringrazia il personale appartenente al Nucleo Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Bari, distaccato presso la stessa Procura Generale, per l'attività di preliminare ricognizione delle sentenze di condanna, prodromiche all'avvio degli accertamenti patrimoniali finalizzati all'adozione dei provvedimenti di confisca ai sensi dell'art. 240 bis del codice penale, e per il contributo fornito nell'elaborazione dei provvedimenti stessi.