Come funziona l'esonero contributivo INPS 2023

Gli aspetti burocratici del lavoro possono risultare difficili da comprendere, al punto da rendere necessario l'aiuto di uno specialista per poterli comprendere a pieno. L'oggetto dell'approfondimento odierno non è da meno, essendo che si andrà a trattare in merito al taglio del cuneo contributivo sulle buste paga dei dipendenti, ossia un sistema di sconto variabile mese per mese, aggiornato di recente sotto diversi aspetti. Già ad inizio 2023, l'Inps aveva fornito le istruzioni per l'applicazione dell'esonero contributivo nei confronti di lavoratori dipendenti da datori di lavoro privati.

Procedendo per gradi, però, risulta importante comprendere che, naturalmente nella normalità un mancato versamento (totale o parziale) dei contributi previdenziali ha delle conseguenze ben precise – e al riguardo Giampiero Teresi, consulente fiscale specializzato nel regime forfettario, spiega cosa avviene in casi di contributi INPS non pagati – ma in questo caso l'esonero è una misura voluta dal governo per dare modo ai lavoratori dipendenti di avere un importo netto più alto in busta paga.

In ogni caso, l'esonero contributivo rappresenta un ausilio importante per i lavoratori, aggiornato il 10 agosto 2023, con l'Inps che ha chiarito diversi aspetti relativi al cumulo dell'esonero con altre agevolazioni, tra cui ha spiegato il contributo per le assunzioni di NEET. In questo approfondimento, andremo a scoprire tutto ciò che c'è da sapere sull'esonero contributivo Inps 2023: uno sgravio che, lo ricordiamo, viene riconosciuto con le medesime modalità previste per quello già introdotto nella legge di bilancio 2022 per tutti i mesi del 2023.

Esonero contributivo: tutto ciò che c'è da sapere su misura e applicazione dello sgravio

L'esonero contributivo 2023 verrà riconosciuto ai lavoratori nella misura di due punti percentuali, quando la retribuzione imponibile, parametrata su base mensile per tredici mensilità, non eccede un importo mensile pari alla somma di 2962 euro, maggiorato, per il mese di dicembre, per il rateo di tredicesima.

Lo sgravio viene, invece, riconosciuto nella misura di tre punti percentuali nel momento in cui la retribuzione imponibile, parametrata su base mensile per tredici mensilità, tende a non eccedere un importo mensile di 1923 euro, maggiorato per quanto concerne il mese di dicembre, del rateo di tredicesima.

L'esonero contributivo potrà essere applicabile a tutte le tipologie di rapporti lavorativi subordinati, incluso l'apprendistato. Restano a tutt'oggi esclusi i rapporti di lavoro domestico. Inoltre, la circolare ha tenuto a sottolineare il fatto che lo sgravio va a riferirsi alla retribuzione imponibile nel complesso. Ciò significa che nel caso in cui si superasse il massimale annuo della base contributiva e pensionabile ai fini della valutazione del tetto mensile, andrà considerata sia la quota di retribuzione imponibile ai fini IVS, sia la quota di retribuzione non imponibile IVS per il superamento del suddetto massimale.

Va, inoltre, preso in considerazione il fatto che, quanto affermato, implichi la verifica del rispetto della soglia reddituale da effettuare nel singolo mese di paga. Questo vuol dire che la riduzione della quota dei contributi previdenziali IVS potrà essere portata avanti nel corso dei diversi mesi, in ragione della retribuzione che viene, effettivamente, percepita. Anche le modalità di calcolo sono state chiarite dall'istituto, in modo tale da fugare ogni tipologia di dubbio.

Quanto dura lo sgravio? Cosa afferma la norma

L'esonero contributivo avrà luogo, secondo la normativa vigente, sui periodi di paga che vanno dal primo gennaio 2023 al 31 dicembre dello stesso anno. Pertanto, qualora il lavoratore abbia cessato il proprio rapporto di lavoro entro il 31 dicembre 2022 e nel corso del 2023 abbia percepito le ultime competenze, su tali competenze l'esonero non potrà avere applicazione. Lo stesso discorso si applica a una simile dinamica proiettata verso il 2024.

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