Associazioni
Criminalità in agricoltura: «Preoccupati per le condizioni di lavoro e di vita nelle aree rurali»
Il commento di Coldiretti a margine dell'incontro in Regione
Trinitapoli - lunedì 30 luglio 2018
18.31
Si è tenuta sabato mattina, nella sede dell'Assessorato regionale Agricoltura, una riunione su richiesta della Coldiretti Puglia e la Fondazione Osservatorio sulla criminalità nell'agricoltura e sul sistema agroalimentare per affrontare il tema della sicurezza nelle campagne pugliesi.
All'incontro hanno partecipato il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, l'assessore alle Risorse agroalimentari della Regione Puglia, Leonardo di Gioia, il capo di Gabinetto di Giunta, Claudio Stefanazzi, il Segretario generale della Presidenza regionale, Roberto Venneri, i componenti del Comitato tecnico dell'Osservatorio, i magistrati Andrea Baldanza e Cataldo Motta, e il presidente e direttore Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti e Gianni Cantele.
«Purtroppo i fenomeni criminosi – ha commentato di Gioia a margine della riunione - continuano e sono sempre più frequenti, piuttosto si assiste al fenomeno, preoccupante, che tali reati vengano sempre meno denunciati per via delle ritorsioni, con uno scoraggiamento degli agricoltori. La Regione farà del suo meglio per coordinare gli sforzi e presidiare al meglio il territorio. "Dall'incontro - prosegue - è emersa la ferma volontà di lavorare insieme in maniera incisiva e trovare soluzioni per contrastare i fenomeni criminosi nelle campagne e di attivare a stretto giro una interlocuzione con le Prefetture, attraverso un coordinamento delle stesse. Urge un incontro con il Ministro degli Interni e dell'Agricoltura per capire se ci siano le condizioni per intensificare, anche con gli strumenti già a disposizione dei Ministeri, il controllo del territorio».
«Siamo molto preoccupati per le condizioni di lavoro e di vita nelle aree rurali pugliesi, dove i nostri agricoltori sopportano loro malgrado una quotidianità da far west, fatta di furti di prodotto, alberi, mezzi agricoli, racket e abigeato", ha esordito il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele, che ha lanciato l'allarme "rispetto a quanto avverrà nelle province di Bari, Barletta-Andria-Trani e Foggia, quando i quantitativi di olive che si potranno raccogliere, già ridotti all'osso dalle gelate, varranno tanto da essere preda ambita di bande criminali italiane e straniere. Il Presidente Emiliano e l'Assessore Di Gioia non hanno escluso nulla, dal potenziamento della Polizia regionale all'intervento dell'Esercito – ha riferito Cantele - ma si sono riservati di pianificare le attività con il Ministro Salvini». Il fenomeno della micro e macro criminalità nelle aree rurali pugliesi è divenuto pressante e pericoloso per la stessa incolumità degli agricoltori – denuncia Coldiretti Puglia – e in questo scenario di strisciante diffusione dell'illegalità e clima di pericolosa incertezza, le aziende corrono il forte rischio di perdere competitività». «Nei mesi scorsi avevamo aperto un dossier sul caso Puglia con l'allora Ministro Minniti - ha riferito l'ex Procuratore di Lecce, Cataldo Motta, componente del Comitato Scientifico dell'Osservatorio sulla criminalità nell'agricoltura e sul sistema agroalimentare – e dobbiamo continuare lungo il percorso intrapreso, sostanziando la funzione di presidio delle aree rurali, che va resa capillare, con un'attività conoscitiva, in modo da non arrivare impreparati alla prossima campagna olivicola". Si registra un'impennata di fenomeni criminali che colpiscono e indeboliscono il settore agricolo – rileva Coldiretti Puglia – e non si tratta più soltanto di "ladri di polli", quanto di veri criminali che organizzano raid capaci di mettere in ginocchio un'azienda, specie se di dimensioni medie o piccole.
«Assistiamo alla stagionalità delle attività criminose in campagna – aggiunge Angelo Corsetti, Direttore di Coldiretti Puglia – perché squadre ben organizzate rubano l'uva da tavola da agosto ad ottobre, le mandorle a settembre, le ciliegie a maggio, tagliano i ceppi dell'uva da vino a marzo/aprile, rubano le olive da ottobre a dicembre, gli ortaggi tutto l'anno, ma preferiscono i carciofi brindisini e gli asparagi foggiani, dimostrando che alla base dei furti ci sono specifiche richieste di prodotti redditizi perché molto apprezzati dai mercati, rubano gli ulivi monumentali perché qualcuno evidentemente li ricerca. I furti sono praticamente quotidiani – ha concluso Corsetti - tanto da aver spinto alcuni agricoltori ad organizzarsi con ronde notturne e diurne e non possiamo permetterci che continui ad essere messa a repentaglio l'incolumità dei nostri produttori». Sensibilizzare gli agricoltori circa l'importanza di denunciare è l'obiettivo di Coldiretti Puglia, per analizzare dove si registrano in più larga misura i fenomeni criminosi, quando avvengono i furti, quali sono mezzi e prodotti maggiormente appetibili e come è strutturata la 'filiera' della ricettazione per economizzare le attività di polizia, non lasciando isolate le vittime e rassicurandole circa l'anonimato della denuncia non restando isolati.
I predoni delle campagne fanno razzia di olive che come diamanti andrebbero sorvegliate di notte e scortate durante i trasferimenti nei frantoi. I mandanti dei gruppi criminali sono italiani anche se spesso si avvalgono di 'manodopera' straniera. Depredano gli oliveti del barese, della BAT, del tarantino e del foggiano. In 2/3 minuti riescono a portare via oltre 30 kg di olive ad albero, battendo gli ulivi con mazze anche di ferro per far crollare il maggior numero di prodotto, danneggiando al contempo le piante. Le squadre di malfattori trascinano le reti sotto gli olivi a mano a mano che i complici percuotono i rami, per raccogliere il maggiore numero possibile di olive in caduta. Oltre alla perdita di reddito per il furto di olive e al danneggiamento delle piante, gli agricoltori sono costretti ad impiegare più manodopera per recuperare dal terreno parte della 'refurtiva' che i ladri, trascinando velocemente le reti di raccolta, non riescono a portare via. Gli agricoltori, ormai per il terzo anno consecutivo, sono vittime di un fenomeno che si sta consolidando e aggravando nel tempo.
I frantoi sono costretti ad avvisare la Questura prima di far partire i camion di olio extraverginealla volta delle varie destinazioni italiane per farli scortare fino all'imbocco dell'autostrada, eppure questa è la situazione nella BAT e soprattutto ad Andria, culla dell'olivicoltura pugliese. Il fenomeno che si ripete ogni anno mette a repentaglio l'incolumità stessa degli olivicoltori, costretti a fare ronde diurne e notturne. Le forze dell'ordine hanno un territorio assai vasto da presidiare, pertanto ampie zone non sono pattugliate. Stessa sorte subiscono mandorle, uva da tavola, uva da vino, perché i gruppi criminali seguono la stagionalità delle produzioni. Strage di ulivi monumentali nelle campagne del barese a Santo Spirito, nell'area attorno all'aeroporto di Bari e nella zona tra Bitonto, Giovinazzo, Grumo e Palo. Ogni albero garantisce circa un quintale di olive e il paradosso vergognoso della vicenda è che gli ulivi di inestimabile valore sono tagliati per rivendersi la legna o rubati per abbellire le ville.
All'incontro hanno partecipato il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, l'assessore alle Risorse agroalimentari della Regione Puglia, Leonardo di Gioia, il capo di Gabinetto di Giunta, Claudio Stefanazzi, il Segretario generale della Presidenza regionale, Roberto Venneri, i componenti del Comitato tecnico dell'Osservatorio, i magistrati Andrea Baldanza e Cataldo Motta, e il presidente e direttore Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti e Gianni Cantele.
«Purtroppo i fenomeni criminosi – ha commentato di Gioia a margine della riunione - continuano e sono sempre più frequenti, piuttosto si assiste al fenomeno, preoccupante, che tali reati vengano sempre meno denunciati per via delle ritorsioni, con uno scoraggiamento degli agricoltori. La Regione farà del suo meglio per coordinare gli sforzi e presidiare al meglio il territorio. "Dall'incontro - prosegue - è emersa la ferma volontà di lavorare insieme in maniera incisiva e trovare soluzioni per contrastare i fenomeni criminosi nelle campagne e di attivare a stretto giro una interlocuzione con le Prefetture, attraverso un coordinamento delle stesse. Urge un incontro con il Ministro degli Interni e dell'Agricoltura per capire se ci siano le condizioni per intensificare, anche con gli strumenti già a disposizione dei Ministeri, il controllo del territorio».
«Siamo molto preoccupati per le condizioni di lavoro e di vita nelle aree rurali pugliesi, dove i nostri agricoltori sopportano loro malgrado una quotidianità da far west, fatta di furti di prodotto, alberi, mezzi agricoli, racket e abigeato", ha esordito il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele, che ha lanciato l'allarme "rispetto a quanto avverrà nelle province di Bari, Barletta-Andria-Trani e Foggia, quando i quantitativi di olive che si potranno raccogliere, già ridotti all'osso dalle gelate, varranno tanto da essere preda ambita di bande criminali italiane e straniere. Il Presidente Emiliano e l'Assessore Di Gioia non hanno escluso nulla, dal potenziamento della Polizia regionale all'intervento dell'Esercito – ha riferito Cantele - ma si sono riservati di pianificare le attività con il Ministro Salvini». Il fenomeno della micro e macro criminalità nelle aree rurali pugliesi è divenuto pressante e pericoloso per la stessa incolumità degli agricoltori – denuncia Coldiretti Puglia – e in questo scenario di strisciante diffusione dell'illegalità e clima di pericolosa incertezza, le aziende corrono il forte rischio di perdere competitività». «Nei mesi scorsi avevamo aperto un dossier sul caso Puglia con l'allora Ministro Minniti - ha riferito l'ex Procuratore di Lecce, Cataldo Motta, componente del Comitato Scientifico dell'Osservatorio sulla criminalità nell'agricoltura e sul sistema agroalimentare – e dobbiamo continuare lungo il percorso intrapreso, sostanziando la funzione di presidio delle aree rurali, che va resa capillare, con un'attività conoscitiva, in modo da non arrivare impreparati alla prossima campagna olivicola". Si registra un'impennata di fenomeni criminali che colpiscono e indeboliscono il settore agricolo – rileva Coldiretti Puglia – e non si tratta più soltanto di "ladri di polli", quanto di veri criminali che organizzano raid capaci di mettere in ginocchio un'azienda, specie se di dimensioni medie o piccole.
«Assistiamo alla stagionalità delle attività criminose in campagna – aggiunge Angelo Corsetti, Direttore di Coldiretti Puglia – perché squadre ben organizzate rubano l'uva da tavola da agosto ad ottobre, le mandorle a settembre, le ciliegie a maggio, tagliano i ceppi dell'uva da vino a marzo/aprile, rubano le olive da ottobre a dicembre, gli ortaggi tutto l'anno, ma preferiscono i carciofi brindisini e gli asparagi foggiani, dimostrando che alla base dei furti ci sono specifiche richieste di prodotti redditizi perché molto apprezzati dai mercati, rubano gli ulivi monumentali perché qualcuno evidentemente li ricerca. I furti sono praticamente quotidiani – ha concluso Corsetti - tanto da aver spinto alcuni agricoltori ad organizzarsi con ronde notturne e diurne e non possiamo permetterci che continui ad essere messa a repentaglio l'incolumità dei nostri produttori». Sensibilizzare gli agricoltori circa l'importanza di denunciare è l'obiettivo di Coldiretti Puglia, per analizzare dove si registrano in più larga misura i fenomeni criminosi, quando avvengono i furti, quali sono mezzi e prodotti maggiormente appetibili e come è strutturata la 'filiera' della ricettazione per economizzare le attività di polizia, non lasciando isolate le vittime e rassicurandole circa l'anonimato della denuncia non restando isolati.
I predoni delle campagne fanno razzia di olive che come diamanti andrebbero sorvegliate di notte e scortate durante i trasferimenti nei frantoi. I mandanti dei gruppi criminali sono italiani anche se spesso si avvalgono di 'manodopera' straniera. Depredano gli oliveti del barese, della BAT, del tarantino e del foggiano. In 2/3 minuti riescono a portare via oltre 30 kg di olive ad albero, battendo gli ulivi con mazze anche di ferro per far crollare il maggior numero di prodotto, danneggiando al contempo le piante. Le squadre di malfattori trascinano le reti sotto gli olivi a mano a mano che i complici percuotono i rami, per raccogliere il maggiore numero possibile di olive in caduta. Oltre alla perdita di reddito per il furto di olive e al danneggiamento delle piante, gli agricoltori sono costretti ad impiegare più manodopera per recuperare dal terreno parte della 'refurtiva' che i ladri, trascinando velocemente le reti di raccolta, non riescono a portare via. Gli agricoltori, ormai per il terzo anno consecutivo, sono vittime di un fenomeno che si sta consolidando e aggravando nel tempo.
I frantoi sono costretti ad avvisare la Questura prima di far partire i camion di olio extraverginealla volta delle varie destinazioni italiane per farli scortare fino all'imbocco dell'autostrada, eppure questa è la situazione nella BAT e soprattutto ad Andria, culla dell'olivicoltura pugliese. Il fenomeno che si ripete ogni anno mette a repentaglio l'incolumità stessa degli olivicoltori, costretti a fare ronde diurne e notturne. Le forze dell'ordine hanno un territorio assai vasto da presidiare, pertanto ampie zone non sono pattugliate. Stessa sorte subiscono mandorle, uva da tavola, uva da vino, perché i gruppi criminali seguono la stagionalità delle produzioni. Strage di ulivi monumentali nelle campagne del barese a Santo Spirito, nell'area attorno all'aeroporto di Bari e nella zona tra Bitonto, Giovinazzo, Grumo e Palo. Ogni albero garantisce circa un quintale di olive e il paradosso vergognoso della vicenda è che gli ulivi di inestimabile valore sono tagliati per rivendersi la legna o rubati per abbellire le ville.