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Il Green pass salva l'economia in Puglia ma il turismo resta in difficoltà

Coldiretti: «Necessario accelerare coi vaccini e procedere alla riapertura dei flussi dall'estero»

Salva l'economia ed il lavoro la possibilità di scaricare il certificato verde in Puglia, consentendo ai cittadini pugliesi di spostarsi su tutto il territorio nazionale senza le restrizioni imposte alle zone arancioni e rosse, con l'accelerazione sui vaccini che vale 20 milioni di euro al giorno. È quanto afferma Coldiretti Puglia, rispetto alla certificazione verde rilasciata in ambito regionale che ha valore su tutto il territorio nazionale, a completamento del ciclo vaccinale contro SARS-CoV-2, in caso di guarigione da SARS-CoV-2 e a seguito di esito negativo di un test molecolare o antigenico, in uso fino all'entrata in vigore del Digital green certificate (DGC).

La battaglia contro il virus – aggiunge Coldiretti Puglia – è la priorità numero uno per uscire da una crisi sanitaria, sociale ed economica che deve vedere le forze sociali al fianco delle Istituzioni. Tra le attività economiche ad essere più colpite sono gli alberghi ed i ristoranti con un calo del 42% seguiti dai trasporti che si riducono del 26,5% e dalle spese per ricreazione e cultura che scendono del 22,8%, ma in media i consumi scendono dell'11,8%, sulla base dell'analisi Coldiretti su dati Istat relativi al 2020. La riduzione dei consumi nella ristorazione ha travolto interi comparti dell'agroalimentare Made in Italy, con vino e cibi invenduti per un valore stimato dalla Coldiretti in 11,5 miliardi dopo un anno di aperture a singhiozzo che hanno messo in ginocchio l'intera filiera dei consumo fuori casa che vale 1/3 della spesa alimentare degli italiani fuori casa.

«Stiamo predisponendo con la Regione Puglia il piano operativo per le vaccinazioni aziendali, a seguito del protocollo d'intesa già sottoscritto. Per accelerare la campagna vaccinale nelle aree rurali Coldiretti in Puglia ha già 12 hub ritenute 'eleggibili' della Protezione Civile nazionale. Coldiretti ha raccolto l'appello del commissario generale Figliuolo per garantire in tempi rapidi la vaccinazione degli imprenditori, dei loro familiari e dei dipendenti delle aziende associate», ha spiegato Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

Nell'attività di ristorazione – rileva la Coldiretti regionale – sono coinvolti circa 22mila tra bar, ristoranti e 900 agriturismi in Puglia, ma le difficoltà si trasferiscono a cascata sulle oltre 100mila aziende agricole e stalle, più di 5mila imprese di lavorazione alimentare e una capillare rete di distribuzione lungo la filiera impegnate a garantire le forniture alimentari.

Sui settori maggiormente colpiti pesano le difficoltà del turismo che diventa importante far ripartire al più presto per evitare il rischio di una estate senza stranieri in vacanza in Puglia che costerebbe quasi 2 miliardi per le mancate spese nell'alloggio, nell'alimentazione, nei trasporti, divertimenti, shopping e souvenir.

Con l'arrivo del pass vaccinale per i turisti, occorre procedere alla riapertura dei servizi di ristorazione anche al chiuso – insiste Coldiretti Puglia - rivedendo il coprifuoco alle ore 22,00, anche per l'avanzare della campagna di vaccinazione e la riduzione del numero di contagi. L'assenza di turisti italiani e stranieri in vacanza in Puglia grava sull'ospitalità turistica nelle mete più gettonate che risentono notevolmente della loro mancanza anche perché – sottolinea Coldiretti Puglia – i turisti dall'estero da paesi come gli Stati Uniti, la Gran Bretagna o la Cina hanno tradizionalmente una elevata capacità di spesa ma che adesso sono anche quelli che stanno procedendo velocemente nella campagna di vaccinazione.

«La Puglia è fortemente dipendente dall'estero per il flusso turistico con ben 1,5 milioni di arrivi di viaggiatori stranieri e 3,8 milioni di pernottamenti internazionali che la scorsa estate hanno dovuto rinunciare a venire nei 900 agriturismi in Puglia per effetto delle limitazioni e alle preoccupazioni per la diffusione del contagio», afferma Filippo De Miccolis Angelini, presidente di Terranostra Puglia, associazione agrituristica di Coldiretti.

La spesa in vacanza per il cibo lo scorso anno per la pandemia Covid – sottolinea la Coldiretti – è scesa del 58%, il minimo da almeno un decennio e gli effetti delle difficoltà delle attività di ristorazione – continua la Coldiretti – si sono fatti sentire a cascata sull'intera filiera agroalimentare con disdette di ordini per le forniture di molti prodotti agroalimentari, dal vino all'olio, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura ma anche su salumi e formaggi di alta qualità che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco. In alcuni settori come quello ittico e vitivinicolo la ristorazione – precisa la Coldiretti – rappresenta addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato.

Senza turismo – evidenzia la Coldiretti – sono a rischio anche i 311 tesori alimentari tradizionali dei borghi di Puglia custoditi da generazioni dagli agricoltori e salvati per sostenere la rinascita del Paese. Una patrimonio da salvare che – conclude la Coldiretti regionale – non ha solo un valore economico ma anche storico, culturale ed ambientale e che garantisce la sopravvivenza della popolazione anche nelle aree interne più isolate proprio nel momento in cui con il Covid pone l'esigenza di cambiare la distribuzione demografica della popolazione e ridurre la concentrazione nei grandi centri urbani.
  • coldiretti puglia
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