Cronaca
Il Sovrintendente Capo della Polizia Mauro De Giulio, di Trinitapoli, riconosciuto "Vittima del Dovere"
Il provvedimento a pochi mesi dalla scomparsa e a oltre trent'anni dal conflitto a fuoco che lo segnò
Trinitapoli - martedì 17 dicembre 2024
12.39 Comunicato Stampa
Il Sovrintendente Capo della Polizia di Stato Mauro De Giulio, scomparso pochi mesi fa a Trinitapoli dove viveva con la sua famiglia, è stato riconosciuto vittima del dovere per eventi criminosi: a renderlo noto è la famiglia del poliziotto, con una nota in cui ripercorre la sua vita e la carriera al servizio dello Stato, compreso l'encomio solenne ricevuto da Carlo Azeglio Ciampi.
"Dopo trentadue anni dall'evento criminoso preponderante e ventisei anni di accertamenti medico militari delle Commissioni Ministeriali con successive ordinanze emesse dai tribunali, TAR Lazio, poi sezione lavoro del Tribunale di Foggia e dalla Corte di Appello di Bari, si riconosce al Sovrintendente Capo della Polizia di Stato Mauro De Giulio, riformato e collocato in quiescenza nel 1998, lo status di Vittima del Dovere per eventi criminosi; un provvedimento di qualche settimana fa, a firma del Presidente del collegio dei giudici della stessa Corte di Appello di Bari, dr.ssa Vittoria Orlando, che ha condannato il Ministero dell'Interno anche alla corresponsione della somma di 12.0000 euro per le spese di giudizio a favore degli eredi, una sentenza esecutiva che arriva a pochi mesi dalla morte del sottoufficiale di Polizia, deceduto per l'aggravarsi delle lesioni procuratesi in operazioni di servizio al contrasto della criminalità, adesso riconosciute con una serie di benefici e rendite vitalizie a favore dei i suoi familiari, ha decorrere retroattivamente dal periodo che è stato dispensato dal lavoro.
Il Sovrintendente Capo Mauro De Giulio era originario di S. Ferdinando di Puglia, in questi ultimi anni di vita, risiedeva con la sua famiglia a Trinitapoli nella provincia di Barletta-Trani-Andria; non era un poliziotto qualunque, è stato un "uomo" del Prefetto dott. Achille SERRA (adesso Senatore a vita). Mauro De Giulio durante gli anni di servizio, aveva arrestato a Milano Renato Vallanzasca. Qualche anno prima nel 1969, il poliziotto Mauro De Giulio arrestò Rosetta Cutolo, durante un summit di camorra a Napoli, mentre quando fu impiegato in servizio a TORINO, si rese protagonista dell'arresto di Donato Lopez (il Tuccio), il giovane autista della "Banda Cavallero," criminali spietati che in quegli anni, lasciarono una lunga scia di morte tra i civili, trucidati a colpi di mitragliatrice per le strade di Torino e Milano, durante una serie di rapine compiute alle filiali di istituiti bancari.
Il sottoufficiale della Polizia di Stato fu anche invitato a collaborare alla realizzazione (con le sue testimonianze), del film cinematografico "Banditi a Milano" con la regia di Carlo Lizzani e protagonista Gian Maria Volonté che nel 1968 ottenne anche il David di Donatello, una pellicola che venne realizzata per raccontare quei momenti "oscuri" della nostra Italia. Gli altri anni d'impiego svolti dal Sovr. Capo Mauro De Giulio, sono stati dedicati al contrasto della criminalità organizzata "Quarta mafia foggiana" a Cerignola negli anni novanta, nel Reparto Mobile a Genova durante "gli anni di piombo;" sempre negli anni novanta, è stato Comandante della stazione di polizia di Bellaria - Igea Marina (RN), mentre a Roma è stato nel 1996, impiegato dal Ministero dell'Interno con l'incarico di sottoufficiale della scorta di Papa Giovanni Paolo II. Durante il suo lungo periodo di servizio, si è ritrovato coinvolto in una serie di eventi criminosi, dove è rimasto ferito gravemente in più occasioni, in particolare, quello più pericoloso il 27 ottobre 1992, quando da solo ha affrontato dodici rapinatori che stavano svaligiando un furgone blindato di un istituto di vigilanza privata, sulla strada statale 16bis nei pressi del comune di Cerignola, ingaggiando un conflitto a fuoco con i numerosi banditi. Per quell'evento, il già Ministro dell'Interno e poi Presidente della Repubblica Carlo Azeglio CIAMPI, gli conferì l'Encomio Solenne.
Inoltre Mauro De Giulio ha ricevuto altri importanti riconoscimenti dall'amministrazione di Pubblica Sicurezza e nel 1984 anche una Croce d'argento e una medaglia d'oro dal Prefetto di Milano per l'eccellente servizio svolto. Nel 1998 viene Riformato in modo assoluto dalla Commissione sanitaria militare di BARI, per "note ansiose disforiche caratteriali – non imputabili a causa di servizio" una patologia incompatibile con l'arruolamento nella Polizia di Stato e con l'ottima carriera svolta dal poliziotto. Il figlio Enzo De Giulio, che ancora tutt'oggi è un ufficiale militare in servizio nella riserva delle Forze Armate, con funzioni di formatore e coadiutore amministrativo per quanto riguarda anche la prevenzione e la sicurezza nei luoghi di lavoro in ambito militare, decide di fare rivalutare la posizione del genitore dalle stesse Commissioni Ministeriali, fino a intraprendere in seguito anche un lungo contenzioso in giudizio, sostenuto dall'avvocato Andrea Bava in Corte di Appello, dimostrando dal punto di vista medico/scientifico, le vere patologie sofferte dal poliziotto, ottenendo la sentenza di condanna contro il Ministero dell'Interno, che ha decretato il Sovr. Capo Mauro De Giulio "Vittima del Dovere" per aver contratto un grave danno post traumatico da stress, quindi, riformato per causa di servizio, perché è stato sottoposto a diversi traumi da eventi criminosi tra i quali il più importante il conflitto a fuoco nell'ottobre '92".
"Dopo trentadue anni dall'evento criminoso preponderante e ventisei anni di accertamenti medico militari delle Commissioni Ministeriali con successive ordinanze emesse dai tribunali, TAR Lazio, poi sezione lavoro del Tribunale di Foggia e dalla Corte di Appello di Bari, si riconosce al Sovrintendente Capo della Polizia di Stato Mauro De Giulio, riformato e collocato in quiescenza nel 1998, lo status di Vittima del Dovere per eventi criminosi; un provvedimento di qualche settimana fa, a firma del Presidente del collegio dei giudici della stessa Corte di Appello di Bari, dr.ssa Vittoria Orlando, che ha condannato il Ministero dell'Interno anche alla corresponsione della somma di 12.0000 euro per le spese di giudizio a favore degli eredi, una sentenza esecutiva che arriva a pochi mesi dalla morte del sottoufficiale di Polizia, deceduto per l'aggravarsi delle lesioni procuratesi in operazioni di servizio al contrasto della criminalità, adesso riconosciute con una serie di benefici e rendite vitalizie a favore dei i suoi familiari, ha decorrere retroattivamente dal periodo che è stato dispensato dal lavoro.
Il Sovrintendente Capo Mauro De Giulio era originario di S. Ferdinando di Puglia, in questi ultimi anni di vita, risiedeva con la sua famiglia a Trinitapoli nella provincia di Barletta-Trani-Andria; non era un poliziotto qualunque, è stato un "uomo" del Prefetto dott. Achille SERRA (adesso Senatore a vita). Mauro De Giulio durante gli anni di servizio, aveva arrestato a Milano Renato Vallanzasca. Qualche anno prima nel 1969, il poliziotto Mauro De Giulio arrestò Rosetta Cutolo, durante un summit di camorra a Napoli, mentre quando fu impiegato in servizio a TORINO, si rese protagonista dell'arresto di Donato Lopez (il Tuccio), il giovane autista della "Banda Cavallero," criminali spietati che in quegli anni, lasciarono una lunga scia di morte tra i civili, trucidati a colpi di mitragliatrice per le strade di Torino e Milano, durante una serie di rapine compiute alle filiali di istituiti bancari.
Il sottoufficiale della Polizia di Stato fu anche invitato a collaborare alla realizzazione (con le sue testimonianze), del film cinematografico "Banditi a Milano" con la regia di Carlo Lizzani e protagonista Gian Maria Volonté che nel 1968 ottenne anche il David di Donatello, una pellicola che venne realizzata per raccontare quei momenti "oscuri" della nostra Italia. Gli altri anni d'impiego svolti dal Sovr. Capo Mauro De Giulio, sono stati dedicati al contrasto della criminalità organizzata "Quarta mafia foggiana" a Cerignola negli anni novanta, nel Reparto Mobile a Genova durante "gli anni di piombo;" sempre negli anni novanta, è stato Comandante della stazione di polizia di Bellaria - Igea Marina (RN), mentre a Roma è stato nel 1996, impiegato dal Ministero dell'Interno con l'incarico di sottoufficiale della scorta di Papa Giovanni Paolo II. Durante il suo lungo periodo di servizio, si è ritrovato coinvolto in una serie di eventi criminosi, dove è rimasto ferito gravemente in più occasioni, in particolare, quello più pericoloso il 27 ottobre 1992, quando da solo ha affrontato dodici rapinatori che stavano svaligiando un furgone blindato di un istituto di vigilanza privata, sulla strada statale 16bis nei pressi del comune di Cerignola, ingaggiando un conflitto a fuoco con i numerosi banditi. Per quell'evento, il già Ministro dell'Interno e poi Presidente della Repubblica Carlo Azeglio CIAMPI, gli conferì l'Encomio Solenne.
Inoltre Mauro De Giulio ha ricevuto altri importanti riconoscimenti dall'amministrazione di Pubblica Sicurezza e nel 1984 anche una Croce d'argento e una medaglia d'oro dal Prefetto di Milano per l'eccellente servizio svolto. Nel 1998 viene Riformato in modo assoluto dalla Commissione sanitaria militare di BARI, per "note ansiose disforiche caratteriali – non imputabili a causa di servizio" una patologia incompatibile con l'arruolamento nella Polizia di Stato e con l'ottima carriera svolta dal poliziotto. Il figlio Enzo De Giulio, che ancora tutt'oggi è un ufficiale militare in servizio nella riserva delle Forze Armate, con funzioni di formatore e coadiutore amministrativo per quanto riguarda anche la prevenzione e la sicurezza nei luoghi di lavoro in ambito militare, decide di fare rivalutare la posizione del genitore dalle stesse Commissioni Ministeriali, fino a intraprendere in seguito anche un lungo contenzioso in giudizio, sostenuto dall'avvocato Andrea Bava in Corte di Appello, dimostrando dal punto di vista medico/scientifico, le vere patologie sofferte dal poliziotto, ottenendo la sentenza di condanna contro il Ministero dell'Interno, che ha decretato il Sovr. Capo Mauro De Giulio "Vittima del Dovere" per aver contratto un grave danno post traumatico da stress, quindi, riformato per causa di servizio, perché è stato sottoposto a diversi traumi da eventi criminosi tra i quali il più importante il conflitto a fuoco nell'ottobre '92".