Enti locali
L’economia della Bat nel contesto europeo
La perdita di competitività riguarda tutti i settori, soprattutto agricoltura e costruzioni
Trinitapoli - lunedì 10 aprile 2017
11.03
Nei giorni scorsi l'ufficio statistico dell'Unione Europea EUROSTAT ha diffuso le statistiche aggiornate sul Prodotto Interno Lordo dell'Ue, aggiornate al 2015 a livello di Paesi e regioni e al 2014 a livello di sub aree regionali.
Questi dati ci permettono di fare delle nuove e più aggiornate considerazioni sull'economia della BAT, che nel complesso mettono in evidenza una situazione in via di deterioramento.
L'evoluzione del PIL dopo il 2000
Il Prodotto Interno Lordo, corrispondente al complesso della ricchezza prodotta, valutato a prezzi correnti nel corso dell'ultimo quindicennio ha registrato a livello europeo una crescita, interrotta solo nel 2009, l'anno della Grande Recessione mondiale.
In questo contesto di crescita di lungo periodo, la crescita dell'Italia è stata più contenuta e incerta: dopo la caduta del PIL nel 2009 l'Italia ha conosciuto una timida ripresa fra il 2010 e il 2012 per poi registrare una nuova caduta nel 2013, una nuova timida ripresa nel 2014 e una ripresa più sostenuta nel 2015. Solo nel 2015 il PIL italiano è tornato sopra il livello del 2008.
Rispetto alle difficoltà manifestate dall'Italia, la situazione della BAT è risultata più critica: nel 2014 il PIL era ancora sotto il livello raggiunto nel 2008.
L'evoluzione del PIL pro-capite
La crescita contenuta del PIL in Italia fra il 2000 e il 2015 ha avuto un impatto negativo sul PIL pro-capite molto significativo: nel 2000 il PIL pro-capite italiano, a parità di potere d'acquisto, era pari al 120% della media europea, ma poi è progressivamente sceso sin sotto il livello della media europea, raggiungendo nel 2015 il valore del 96%.
La BAT nel 2000 aveva un valore pari al 71% della media europea, un dato di pe sé critico, ma poi è precipitato sino al 53%. In altri termini la ricchezza media per abitante della BAT è appena poco sopra il 50% della media europea.
La crisi del 2009 ha certamente inciso sul crollo del PIL pro-capite della BAT, infatti, dopo il 2009 è continuato a scendere, ma gran parte della perdita è stata registrata prima del 2009, segno che la crisi della BAT affonda in fattori strutturali locali di più ampia importanza, anche rispetto ai fattori di crisi più propriamente ascrivibili all'economia italiana, tanto che nel 2014 è stata la provincia pugliese con il più basso PIL pro-capite.
L'evoluzione dei settori produttivi
L'analisi del Valore Aggiunto per settori, cioè del PIL al netto delle tasse, evidenzia che la BAT tra il 2000 e il 2014 ha registrato significativi cambiamenti, alla base della contenuta crescita del PIL. E' infatti caduto il peso dell'agricoltura e dell'industria, a fronte dell'incremento del peso dei servizi, sia privati che pubblici, che evidentemente sono servizi a basso valore aggiunto, non in grado di contrastare la perdita competitiva dei settori primario e secondario.
Il livello dell'industria, già sotto il livello medio italiano nel 2000, ha perso ulteriore peso nel periodo successivo, soprattutto fra il 2000 e il 2008. Nel 2014 la quota del PIL dell'industria è sceso al 13,8% del PIL complessivo, l'agricoltura è scesa al livello del 3,5%, mentre i servizi sono saliti sin quasi al 55%.
Una valutazione sulla capacità competitiva
I dati di EUROSTAT permettono di effettuare una valutazione complessiva sulla competitività della BAT.
Prendendo a riferimento i dati medi italiani, possiamo osservare che il valore aggiunto complessivo per abitante, pari al 59,7% della media nazionale è sceso nel 2009 al 55,1% per mantenersi su questo livello negli anni successivi.
A fronte di questi dati relativi al complesso dell'economia provinciale, il settore che più ha sofferto della perdita competitiva è stato quello dell'agricoltura, che nel 2000 aveva manifestato un valore di oltre il 25% sopra la media nazionale, ma nel 2014 è sceso al 90,4% della media nazionale. Notevole è stata anche la caduta competitiva del settore delle costruzioni, passato dal 79,3% al 55,7%.
Il settore con il più basso livello di competitività rimane quello industriale, pari al 46,5% nel 2000, sceso al 41 % nel 2014.
Scarsamente competitivi sono anche i settori del commercio e dei servizi.
Perché l'economia della BAT non cresce a sufficienza?
I dati di EUROSTAT fanno emergere una scarsa capacità competitiva della BAT, ma a cosa è ascrivibile?
In precedenti analisi svolte su queste colonne ho avuto modo di evidenziare alcuni fattori di debolezza dell'economia del nord barese.
In generale, la BAT manifesta una specializzazione produttiva in settori cosiddetti maturi, quale quello del tessile-abbigliamento-calzaturiero, che risulta essere anche il maggior settore di esportazione. Questo significa che una componente importante della crescita dell'economia locale, quella dell'export, è legata a un settore a basso contenuto tecnologico e poco dinamico a livello internazionale. Il livello di apertura internazionale della BAT in termini di esportazioni è pari solo al 20% circa del corrispondente livello medio nazionale. Per altro, anche la capacità di innovazione, misurata in termini d'intensità brevettuale, è molto limitata: la BAT è solo al 91° posto della graduatoria delle province italiane.
L'obiettivo di una intelligente diversificazione dell'industria locale, guidata da una maggiore capacità innovativa e di presenza sui mercati esteri, rimane un obiettivo ancora rilevante per l'economia della BAT.
Molto interesse suscitano, in una prospettiva di diversificazione produttiva, i settori del turismo e dell'agricoltura, ma qui dobbiamo registrare dei punti di debolezza rilevanti. Il settore turistico, per quanto negli anni più recenti abbia manifestato segnali di crescita delle presenze turistiche, è ancora ad un livello poco sopra il 10% del corrispondente valore medio nazionale, segno che una vera capacità di valorizzazione delle risorse locali in termini turistici e una vera capacità di attrazione turistica sono ancora obiettivi lontani da raggiungere. Anche per l'agricoltura occorre segnalare un importante punto di debolezza. La BAT rappresenta una delle province con la più alta percentuale di superficie agricola coltivata a produzioni DOP e/o IGP, è precisamente al 13° posto a livello nazionale, tuttavia il valore aggiunto agricolo manifesta difficoltà di crescita in termini di valore aggiunto, segno che queste produzioni non sono ancora ben valorizzate e promosse sui mercati nazionale e internazionale.
Ho qui ripreso alcuni fattori di debolezza dell'economia locale che delineano altrettanti obiettivi per una strategia di sviluppo che il territorio dovrebbe intraprendere. Il Patto per lo sviluppo lanciato in queste settimane dai sindacati CGIL-CISL-UIL può rappresentare una buona occasione per avviare una nuova fase per l'economia e l'occupazione.
Questi dati ci permettono di fare delle nuove e più aggiornate considerazioni sull'economia della BAT, che nel complesso mettono in evidenza una situazione in via di deterioramento.
L'evoluzione del PIL dopo il 2000
Il Prodotto Interno Lordo, corrispondente al complesso della ricchezza prodotta, valutato a prezzi correnti nel corso dell'ultimo quindicennio ha registrato a livello europeo una crescita, interrotta solo nel 2009, l'anno della Grande Recessione mondiale.
In questo contesto di crescita di lungo periodo, la crescita dell'Italia è stata più contenuta e incerta: dopo la caduta del PIL nel 2009 l'Italia ha conosciuto una timida ripresa fra il 2010 e il 2012 per poi registrare una nuova caduta nel 2013, una nuova timida ripresa nel 2014 e una ripresa più sostenuta nel 2015. Solo nel 2015 il PIL italiano è tornato sopra il livello del 2008.
Rispetto alle difficoltà manifestate dall'Italia, la situazione della BAT è risultata più critica: nel 2014 il PIL era ancora sotto il livello raggiunto nel 2008.
L'evoluzione del PIL pro-capite
La crescita contenuta del PIL in Italia fra il 2000 e il 2015 ha avuto un impatto negativo sul PIL pro-capite molto significativo: nel 2000 il PIL pro-capite italiano, a parità di potere d'acquisto, era pari al 120% della media europea, ma poi è progressivamente sceso sin sotto il livello della media europea, raggiungendo nel 2015 il valore del 96%.
La BAT nel 2000 aveva un valore pari al 71% della media europea, un dato di pe sé critico, ma poi è precipitato sino al 53%. In altri termini la ricchezza media per abitante della BAT è appena poco sopra il 50% della media europea.
La crisi del 2009 ha certamente inciso sul crollo del PIL pro-capite della BAT, infatti, dopo il 2009 è continuato a scendere, ma gran parte della perdita è stata registrata prima del 2009, segno che la crisi della BAT affonda in fattori strutturali locali di più ampia importanza, anche rispetto ai fattori di crisi più propriamente ascrivibili all'economia italiana, tanto che nel 2014 è stata la provincia pugliese con il più basso PIL pro-capite.
L'evoluzione dei settori produttivi
L'analisi del Valore Aggiunto per settori, cioè del PIL al netto delle tasse, evidenzia che la BAT tra il 2000 e il 2014 ha registrato significativi cambiamenti, alla base della contenuta crescita del PIL. E' infatti caduto il peso dell'agricoltura e dell'industria, a fronte dell'incremento del peso dei servizi, sia privati che pubblici, che evidentemente sono servizi a basso valore aggiunto, non in grado di contrastare la perdita competitiva dei settori primario e secondario.
Il livello dell'industria, già sotto il livello medio italiano nel 2000, ha perso ulteriore peso nel periodo successivo, soprattutto fra il 2000 e il 2008. Nel 2014 la quota del PIL dell'industria è sceso al 13,8% del PIL complessivo, l'agricoltura è scesa al livello del 3,5%, mentre i servizi sono saliti sin quasi al 55%.
Una valutazione sulla capacità competitiva
I dati di EUROSTAT permettono di effettuare una valutazione complessiva sulla competitività della BAT.
Prendendo a riferimento i dati medi italiani, possiamo osservare che il valore aggiunto complessivo per abitante, pari al 59,7% della media nazionale è sceso nel 2009 al 55,1% per mantenersi su questo livello negli anni successivi.
A fronte di questi dati relativi al complesso dell'economia provinciale, il settore che più ha sofferto della perdita competitiva è stato quello dell'agricoltura, che nel 2000 aveva manifestato un valore di oltre il 25% sopra la media nazionale, ma nel 2014 è sceso al 90,4% della media nazionale. Notevole è stata anche la caduta competitiva del settore delle costruzioni, passato dal 79,3% al 55,7%.
Il settore con il più basso livello di competitività rimane quello industriale, pari al 46,5% nel 2000, sceso al 41 % nel 2014.
Scarsamente competitivi sono anche i settori del commercio e dei servizi.
Perché l'economia della BAT non cresce a sufficienza?
I dati di EUROSTAT fanno emergere una scarsa capacità competitiva della BAT, ma a cosa è ascrivibile?
In precedenti analisi svolte su queste colonne ho avuto modo di evidenziare alcuni fattori di debolezza dell'economia del nord barese.
In generale, la BAT manifesta una specializzazione produttiva in settori cosiddetti maturi, quale quello del tessile-abbigliamento-calzaturiero, che risulta essere anche il maggior settore di esportazione. Questo significa che una componente importante della crescita dell'economia locale, quella dell'export, è legata a un settore a basso contenuto tecnologico e poco dinamico a livello internazionale. Il livello di apertura internazionale della BAT in termini di esportazioni è pari solo al 20% circa del corrispondente livello medio nazionale. Per altro, anche la capacità di innovazione, misurata in termini d'intensità brevettuale, è molto limitata: la BAT è solo al 91° posto della graduatoria delle province italiane.
L'obiettivo di una intelligente diversificazione dell'industria locale, guidata da una maggiore capacità innovativa e di presenza sui mercati esteri, rimane un obiettivo ancora rilevante per l'economia della BAT.
Molto interesse suscitano, in una prospettiva di diversificazione produttiva, i settori del turismo e dell'agricoltura, ma qui dobbiamo registrare dei punti di debolezza rilevanti. Il settore turistico, per quanto negli anni più recenti abbia manifestato segnali di crescita delle presenze turistiche, è ancora ad un livello poco sopra il 10% del corrispondente valore medio nazionale, segno che una vera capacità di valorizzazione delle risorse locali in termini turistici e una vera capacità di attrazione turistica sono ancora obiettivi lontani da raggiungere. Anche per l'agricoltura occorre segnalare un importante punto di debolezza. La BAT rappresenta una delle province con la più alta percentuale di superficie agricola coltivata a produzioni DOP e/o IGP, è precisamente al 13° posto a livello nazionale, tuttavia il valore aggiunto agricolo manifesta difficoltà di crescita in termini di valore aggiunto, segno che queste produzioni non sono ancora ben valorizzate e promosse sui mercati nazionale e internazionale.
Ho qui ripreso alcuni fattori di debolezza dell'economia locale che delineano altrettanti obiettivi per una strategia di sviluppo che il territorio dovrebbe intraprendere. Il Patto per lo sviluppo lanciato in queste settimane dai sindacati CGIL-CISL-UIL può rappresentare una buona occasione per avviare una nuova fase per l'economia e l'occupazione.