Collegiata di Santo Stefano Protomartire, Trinitapoli. <span>Foto Arcidiocesi di Trani</span>
Collegiata di Santo Stefano Protomartire, Trinitapoli. Foto Arcidiocesi di Trani
Religioni

Oggi riapre dopo il restauro la Chiesa di Santo Stefano di Trinitapoli

l’intervento è stato reso possibile grazie ai fondi del’8xmille alla Chiesa cattolica, della diocesi, della parrocchia e di alcuni benefattori

Oggi 21 dicembre, Trinitapoli si prepara a vivere un momento di grande importanza per la comunità locale con la riapertura della Collegiata dedicata a Santo Stefano Protomartire. A segnare il nuovo corso della Chiesa sarà l'Arcivescovo mons. Leonardo D'Ascenzo che presiederà la celebrazione secondo il seguente programma:

Ore 18.15, Processione dalla Rettoria di Sant'Anna alla Chiesa Madre con la partecipazione delle Confraternite
Ore 19.00, Concelebrazione eucaristica presieduta dall'Arcivescovo

A seguito di un attento restauro conservativo che ha interessato la cupola, la lanterna, il tamburo, il maschio campanario, il catino absidale e gli affreschi del tamburo e dei pennacchi che arricchiscono l'edificio, la Collegiata si prepara a ritrovare la sua antica magnificenza.
I lavori, realizzati grazie all'abilità e alla competenza dell'Architetto Giovanni Basanisi e dell'Ingegnere Ruggero Miccoli, hanno mirato a preservare e valorizzare il patrimonio artistico e culturale dell'edificio di culto, restituendo alla comunità un luogo ricco di storia e spiritualità.
L'intervento ha rappresentato una sfida significativa, richiedendo una combinazione di approcci tradizionali e moderne tecnologie innovative: efficace è stato l'utilizzo del sistema FRCM basato sull'utilizzo di reti in fibra di basalto, che sono state integrate con malte fibrorinforzate a base di calce idraulica unitamente all'utilizzo di barre elicoidali in acciaio inossidabile.
Le reti in fibra di basalto sono particolarmente vantaggiose nei lavori di restauro perché offrono un'ottima resistenza meccanica e chimica, senza compromettere l'architettura originale.

Un'altra tecnica utilizzata durante i lavori è stata quella denominata del "cuci e scuci", che ha permesso di risanare le lesioni delle murature in tufo con interventi mirati e selettivi. Queste tecnologie non solo hanno garantito la stabilità strutturale, ma hanno permesso anche di intervenire in modo conservativo, preservando il valore storico dell'edificio.
Inoltre, il risanamento delle pareti perimetrali del duomo soggette ad umidità di risalita è stato facilitato dall'adozione di sistemi elettronici innovativi basati sul principio della neutralizzazione di carica CNT, che favoriscono la riduzione dell'umidità all'interno delle murature senza comprometterne in alcun modo la consistenza ed evitando interventi demolitivi.

Un ulteriore aspetto fondamentale del restauro è consistito nella corretta valutazione delle stratigrafie originali delle superfici intradossali del sistema cupola.
L'uso di tasselli stratigrafici ha permesso di evidenziare e mappare gli strati originali delle pareti, rivelando tecniche di affrescatura e applicazioni di materiali che altrimenti sarebbero andati perduti. Questo approccio metodico non solo ha aiutato a preservare l'integrità storica dell'opera, ma ha fornito dati cruciali per una documentazione dettagliata del processo di restauro.
Restano ancora da ultimare gli interventi di recupero delle facciate posteriori che si concluderanno entro la fine di gennaio 2025.

L'importo complessivo dei lavori finora realizzati si attesta intorno ai 617.300 euro, finanziati per il 70% dalla Conferenza Episcopale Italiana attraverso i proventi dell'8x mille alla Chiesa cattolica (447.093 euro), un sostegno fondamentale per garantire la tutela e la valorizzazione dei luoghi di culto e della cultura ecclesiastica, mentre la restante parte è stata finanziata dalla parrocchia e dai benefattori anonimi che hanno contribuito alla realizzazione di quest'opera (85.101 euro), dalla Curia Arcivescovile (85.101 euro).
Questo progetto ha visto l'impegno e la dedizione di numerosi attori, tra cui l'impresa Cilli Cosimo Restauro Opere d'Arte S.r.l. di Barletta, che ha svolto i lavori con professionalità e rispetto per l'importanza storica e artistica dell'edificio e l'alta sorveglianza della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio delle province di Barletta, Andria, Trani e Foggia.
Mons. Stefano Sarcina, parroco della Collegiata, ha espresso la sua gioia per il completamento dei lavori interni e per il prossimo evento afferma: "La riapertura della nostra Collegiata non è solo un segno di rinascita per il nostro edificio sacro, ma anche un momento di comunione e di ritrovata spiritualità per tutta la nostra comunità. Invitiamo tutti a partecipare a questa celebrazione che segna una nuova tappa nel cammino di fede del popolo di Dio".

La Collegiata di Santo Stefano Protomartire, chiesa matrice della città di Trinitapoli, con la sua mole di circa 1700 mq, rappresenta un importante patrimonio non solo per Trinitapoli, ma per tutto il territo-rio, e la sua riapertura sarà l'occasione per riscoprire la bellezza dei luoghi di culto e il valore della fede nella comunità.
La celebrazione del 21 dicembre si preannuncia come un evento significativo, capace di unire la popolazione in un abbraccio di spiritualità e cultura.
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