Cronaca
Omicidio Carbone, confermato in appello l'ergastolo a Campanella
Il 35enne è ritenuto uno dei due responsabili dell'esecuzione per strada del boss di un clan nemico
Trinitapoli - giovedì 6 ottobre 2022
11.57
La Corte d'Appello di Bari ha confermato la condanna al carcere a vita per il 35enne di Trinitapoli Alberto Campanella, accusato dell'omicidio di Cosimo Damiano Carbone, 63 anni, avvenuto il 13 aprile del 2019 nel territorio casalino.
La vittima, a sua volta condannata all'ergastolo e ritenuta a capo del clan Carbone, era stata posta ai domiciliari per motivi di salute ma un agguato tesogli la domenica delle palme, mentre era a bordo di un'auto posteggiata davanti alla sua abitazione gli costò caro. Le indagini hanno consentito di accertare che due persone, a bordo di una Jeep Renegade, esplosero colpi di pistola e di fucile, riconducendo i motivi dell'esecuzione alla guerra tra le cosche Gallone-Carbone e De Rosa-Miccoli, che imperversano da decenni a Trinitapoli. L'arresto di Campanella risale invece al 18 marzo 2020 su disposizione del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari e su richiesta della Direzione distrettuale antimafia. I giudici di primo e secondo grado hanno riconosciuto, fra l'altro, l'aggravante mafiosa.
La vittima, a sua volta condannata all'ergastolo e ritenuta a capo del clan Carbone, era stata posta ai domiciliari per motivi di salute ma un agguato tesogli la domenica delle palme, mentre era a bordo di un'auto posteggiata davanti alla sua abitazione gli costò caro. Le indagini hanno consentito di accertare che due persone, a bordo di una Jeep Renegade, esplosero colpi di pistola e di fucile, riconducendo i motivi dell'esecuzione alla guerra tra le cosche Gallone-Carbone e De Rosa-Miccoli, che imperversano da decenni a Trinitapoli. L'arresto di Campanella risale invece al 18 marzo 2020 su disposizione del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari e su richiesta della Direzione distrettuale antimafia. I giudici di primo e secondo grado hanno riconosciuto, fra l'altro, l'aggravante mafiosa.