Enti locali
Oss in "scadenza": Asl Bt ignora direttive regionali, «Rimuovere dirigenti che non si adeguano»
Cgil e Fp Puglia a Emiliano: «Proroga per tutti al 31 marzo 2021»
Trinitapoli - domenica 31 gennaio 2021
Comunicato Stampa
«A fronte degli enormi sacrifici sostenuti da operatori sanitari assunti con contratti a termine dalle Asl pugliesi, fondamentali per affrontare la prima e la seconda ondata pandemica, e a fronte della disponibilità messa per iscritta dal Dipartimento Salute della Regione Puglia a prorogare oltre la data di scadenza del 31 dicembre i contratti, troviamo assurdo che alcune direzioni generali delle Asl facciano scelte in controtendenza alimentando ulteriore lavoro precario. A questo punto chiediamo al presidente Emiliano se non è il caso di rimuovere i direttori che procedono fuori da un dettato politico esplicito della Regione».
È quanto afferma il segretario generale della Funzione Pubblica Cgil Puglia, Domenico Ficco, in riferimento alla vertenza che coinvolge oltre 800 Operatori socio sanitari impegnati in tutte le strutture della regione, «assunti in piena emergenza virale dalle Asl che palesavano evidenti criticità negli organici, aggravate dall'affrontare l'esplosione del virus a marzo scorso».
Si tratta infatti di figure assunte prima della definizione della graduatoria ufficiale del concorso effettuato dai Riuniti di Foggia nell'estate scorsa: «Alcune Asl – spiega Ficco – avevano graduatorie proprie di OSS per assunzioni a termine, e da qui hanno attinto per correre ai ripari nel corso della prima ondata Covid. Oggi che c'è una graduatoria per le assunzioni a tempo indeterminato, le Asl ovviamente non possono non tenerne conto. Ma c'è questa platea di 804 lavoratori e lavoratrici, che non rientra nella graduatoria del concorso ma che è in servizio, che non possiamo considerare figli di un Dio minore, anche in virtù del lavoro straordinario e difficile che hanno svolto in questi mesi».
Da qui il confronto con il Dipartimento Salute e con le Asl territoriali, che ha portato alla decisione di concedere intanto una proroga dei contratti fino al 31 marzo 2021, «in modo da avviare una ricognizione sui fabbisogni professionali di ogni singola struttura e nelle more attendere la conversione in legge del Decreto Milleproroghe che prevede la possibilità di stabilizzazione per chi, su tutto il territorio nazionale ha svolto attività di servizio presso il Sistema sanitario».
Sulla vertenza interviene anche il segretario generale della Cgil Puglia, Pino Gesmundo: «È evidente che c'è un chiaro indirizzo politico della Regione per provare a dare una prospettiva lavorativa al personale che ovviamente vanterà i requisiti di legge, in una regione che già soffre enormemente di lavoro precario oramai in tutti settori lavorativi. È assurdo che a favorire precariato sia un ente pubblico e soprattutto in un settore come quello sanitario che è stato ed è ancora fondamentale per fermare la pandemia, curare le persone. Per questo la Cgil ritiene assurda la decisione di due direttori generali, nello specifico della Bat e di Brindisi, di ignorare l'indirizzo del Dipartimento regionale Salute e procedere sì ad assunzione dalla graduatoria del concorso di Foggia, ma assumendo con contratti a termine. Si alimenta ulteriore precariato e non si coglie l'opportunità di sanare quello storico».
Da qui la richiesta di Cgil e Fp Cgil Puglia al presidente Emiliano «di intervenire per uniformare le scelte dei territori nel rispetto degli indirizzi indicati, e nel caso di rimuovere quei dirigenti che non si adeguano alle scelte politiche e operative. È folle contrapporre precari e vincitori di concorso che hanno anch'essi dei diritti che vanno salvaguardati. E la Cgil sosterrà anche lo loro istanze che dovranno necessariamente conciliarsi con le aspettative dei precari. Il tutto nel rispetto delle norme e se necessario faremo una battaglia politica affinché si possano determinare condizioni di legge che favoriscano percorsi di stabilizzazione».
È quanto afferma il segretario generale della Funzione Pubblica Cgil Puglia, Domenico Ficco, in riferimento alla vertenza che coinvolge oltre 800 Operatori socio sanitari impegnati in tutte le strutture della regione, «assunti in piena emergenza virale dalle Asl che palesavano evidenti criticità negli organici, aggravate dall'affrontare l'esplosione del virus a marzo scorso».
Si tratta infatti di figure assunte prima della definizione della graduatoria ufficiale del concorso effettuato dai Riuniti di Foggia nell'estate scorsa: «Alcune Asl – spiega Ficco – avevano graduatorie proprie di OSS per assunzioni a termine, e da qui hanno attinto per correre ai ripari nel corso della prima ondata Covid. Oggi che c'è una graduatoria per le assunzioni a tempo indeterminato, le Asl ovviamente non possono non tenerne conto. Ma c'è questa platea di 804 lavoratori e lavoratrici, che non rientra nella graduatoria del concorso ma che è in servizio, che non possiamo considerare figli di un Dio minore, anche in virtù del lavoro straordinario e difficile che hanno svolto in questi mesi».
Da qui il confronto con il Dipartimento Salute e con le Asl territoriali, che ha portato alla decisione di concedere intanto una proroga dei contratti fino al 31 marzo 2021, «in modo da avviare una ricognizione sui fabbisogni professionali di ogni singola struttura e nelle more attendere la conversione in legge del Decreto Milleproroghe che prevede la possibilità di stabilizzazione per chi, su tutto il territorio nazionale ha svolto attività di servizio presso il Sistema sanitario».
Sulla vertenza interviene anche il segretario generale della Cgil Puglia, Pino Gesmundo: «È evidente che c'è un chiaro indirizzo politico della Regione per provare a dare una prospettiva lavorativa al personale che ovviamente vanterà i requisiti di legge, in una regione che già soffre enormemente di lavoro precario oramai in tutti settori lavorativi. È assurdo che a favorire precariato sia un ente pubblico e soprattutto in un settore come quello sanitario che è stato ed è ancora fondamentale per fermare la pandemia, curare le persone. Per questo la Cgil ritiene assurda la decisione di due direttori generali, nello specifico della Bat e di Brindisi, di ignorare l'indirizzo del Dipartimento regionale Salute e procedere sì ad assunzione dalla graduatoria del concorso di Foggia, ma assumendo con contratti a termine. Si alimenta ulteriore precariato e non si coglie l'opportunità di sanare quello storico».
Da qui la richiesta di Cgil e Fp Cgil Puglia al presidente Emiliano «di intervenire per uniformare le scelte dei territori nel rispetto degli indirizzi indicati, e nel caso di rimuovere quei dirigenti che non si adeguano alle scelte politiche e operative. È folle contrapporre precari e vincitori di concorso che hanno anch'essi dei diritti che vanno salvaguardati. E la Cgil sosterrà anche lo loro istanze che dovranno necessariamente conciliarsi con le aspettative dei precari. Il tutto nel rispetto delle norme e se necessario faremo una battaglia politica affinché si possano determinare condizioni di legge che favoriscano percorsi di stabilizzazione».