Enti locali
Provincia Bat, il punto di vista di Di Feo: «Alle urne nell’interesse della comunità»
Interviene il sindaco di Trinitapoli: «Quel Consiglio di sindaci è monco e non ha più senso»
Trinitapoli - venerdì 25 agosto 2017
Comunicato Stampa
"Per il bene dei 450mila cittadini della Provincia Bat, si torni alle urne per ridare un assetto completo e reale all'Ente Provincia. Quel Consiglio di sindaci è monco e non ha più senso". Francesco di Feo, sindaco di Trinitapoli e consigliere ad Andria in Piazza San Pio X, torna a chiedere a gran voce le dimissioni dell'intero organo, in vista di nuove elezioni.
Il consiglio dei sindaci - In occasione della tornata del 9 ottobre scorso, la seconda con la riforma Del Rio coi voti ponderati, di Feo è risultato eletto consigliere con 14089 voti. Un ritorno in Provincia, per lui, che già era stato consigliere Bat dal 2008 al 2013. Il neopresidente, Nicola Giorgino, gli aveva conferito le deleghe, mai accettate, alla Stazione unica appaltante, Manutenzione e Patrimonio, Trasporti. Ma quella stagione aveva visto la candidatura, a lista unica, di tutti i sindaci del comprensorio provinciale, a testimonianza della volontà bipartisan di dare all'Ente Bat una valenza istituzionale e massimamente democratica,, in un momento delicato per l'intero Paese. Si volle in quella fase, ricorda il sindaco casalino, "tener conto delle scelte cittadine degli elettori che invece la riforma escludeva dalla scelta diretta". Oggi, le condizioni sono cambiate: "Michele Lamacchia non è più sindaco di San Ferdinando di Puglia dall'11 giugno – osserva di Feo – anche a Canosa di Puglia c'è un nuovo sindaco, mentre per il biscegliese Francesco Carlo Spina si profilano le dimissioni dall'incarico cittadino con conseguente decadenza dalla Provincia, essendo un organo di secondo livello e non avendo, nel caso nostro, la possibilità di ricomporre il Consiglio con la surroga e l'ingresso dei non immediatamente eletti".
L'attuale consiglio - Insomma, un organo ormai monco, "che non può governare una comunità di 450mila abitanti". La stagione politica appare estremamente difficile quanto confusionaria: "La piazza – sottolinea di Feo – non è più luogo di discussione e decisione per designare i propri rappresentanti, ma il luogo dove si delibera l'assalto alle forze democratiche del Paese, attraverso forme demagogiche o populiste ed un carico di emozioni e stati di bisogno". La stessa Provincia è stata ridotta ad un rango di secondo grado divenendo così "una sorta di ufficio territoriale, depotenziata di qualsiasi potere a cui sono seguiti la riduzione dei trasferimenti statali con personale in fuga". Questa situazione è gravida di disservizi, disagi, inefficienze, ed è fautrice di gravi danni alle comunità. "Le coste, gli argini dei fiumi, le strade le scuole, la sicurezza, l'ambiente – tuona il sindaco di Trinitapoli – , non possono rimanere un argomento fai da te. Basti guardare cosa sta accadendo nella nostra Italia: crollo di scuole, crollo di abitazioni, straripamenti di fiumi, terremoti, che trovano un paese sempre più impreparato, sempre più vecchio, dove manca monitoraggio e manutenzione ordinaria e straordinaria".
La necessità di una svolta - Occorre una svolta: "Se la Provincia deve continuare ad esistere deve avere una legittimazione dal basso e non dall'alto. Deve divenire un luogo di decisione e responsabilità e non un luogo di rappresentanza o proiezione di traiettorie individuali". Per questo, di Feo si dice "disponibile da subito" a rinunciare all'incarico provinciale e lancia l'invito agli altri sindaci che siedono con lui in Provincia: "Dimettiamoci insieme e apriamo una nuova stagione democratica per il territorio".
Il consiglio dei sindaci - In occasione della tornata del 9 ottobre scorso, la seconda con la riforma Del Rio coi voti ponderati, di Feo è risultato eletto consigliere con 14089 voti. Un ritorno in Provincia, per lui, che già era stato consigliere Bat dal 2008 al 2013. Il neopresidente, Nicola Giorgino, gli aveva conferito le deleghe, mai accettate, alla Stazione unica appaltante, Manutenzione e Patrimonio, Trasporti. Ma quella stagione aveva visto la candidatura, a lista unica, di tutti i sindaci del comprensorio provinciale, a testimonianza della volontà bipartisan di dare all'Ente Bat una valenza istituzionale e massimamente democratica,, in un momento delicato per l'intero Paese. Si volle in quella fase, ricorda il sindaco casalino, "tener conto delle scelte cittadine degli elettori che invece la riforma escludeva dalla scelta diretta". Oggi, le condizioni sono cambiate: "Michele Lamacchia non è più sindaco di San Ferdinando di Puglia dall'11 giugno – osserva di Feo – anche a Canosa di Puglia c'è un nuovo sindaco, mentre per il biscegliese Francesco Carlo Spina si profilano le dimissioni dall'incarico cittadino con conseguente decadenza dalla Provincia, essendo un organo di secondo livello e non avendo, nel caso nostro, la possibilità di ricomporre il Consiglio con la surroga e l'ingresso dei non immediatamente eletti".
L'attuale consiglio - Insomma, un organo ormai monco, "che non può governare una comunità di 450mila abitanti". La stagione politica appare estremamente difficile quanto confusionaria: "La piazza – sottolinea di Feo – non è più luogo di discussione e decisione per designare i propri rappresentanti, ma il luogo dove si delibera l'assalto alle forze democratiche del Paese, attraverso forme demagogiche o populiste ed un carico di emozioni e stati di bisogno". La stessa Provincia è stata ridotta ad un rango di secondo grado divenendo così "una sorta di ufficio territoriale, depotenziata di qualsiasi potere a cui sono seguiti la riduzione dei trasferimenti statali con personale in fuga". Questa situazione è gravida di disservizi, disagi, inefficienze, ed è fautrice di gravi danni alle comunità. "Le coste, gli argini dei fiumi, le strade le scuole, la sicurezza, l'ambiente – tuona il sindaco di Trinitapoli – , non possono rimanere un argomento fai da te. Basti guardare cosa sta accadendo nella nostra Italia: crollo di scuole, crollo di abitazioni, straripamenti di fiumi, terremoti, che trovano un paese sempre più impreparato, sempre più vecchio, dove manca monitoraggio e manutenzione ordinaria e straordinaria".
La necessità di una svolta - Occorre una svolta: "Se la Provincia deve continuare ad esistere deve avere una legittimazione dal basso e non dall'alto. Deve divenire un luogo di decisione e responsabilità e non un luogo di rappresentanza o proiezione di traiettorie individuali". Per questo, di Feo si dice "disponibile da subito" a rinunciare all'incarico provinciale e lancia l'invito agli altri sindaci che siedono con lui in Provincia: "Dimettiamoci insieme e apriamo una nuova stagione democratica per il territorio".