Eventi e cultura
Raffaele Vitto, artista di Trinitapoli e la sua opera “Terra su terra bruciata”
Un esempio di Arte Ambientale per stimolare l’attenzione sulla consuetudine di bruciare i campi
Trinitapoli - giovedì 7 luglio 2022
14.15
E' originario di Trinitapoli, Raffaele Vitto, ma ha accumulato esperienze su esperienze in Puglia e altrove nell'ambito dell'arte, ed in particolare della Land Art. Ieri Raffaele, artista poliedrico e creativo ma sempre ancorato al territorio in cui vive, ha presentato un'opera di arte ambientale proprio a Trinitapoli, per la precisione in Via Barletta.
Ai presenti Raffaele ha spiegato con chiarezza e dovizia di particolari il significato della sua opera, intitolata "Terra su terra bruciata", cogliendo anche l'occasione per stimolare la riflessione sul preoccupante fenomeno della bruciatura dei campi, che provoca danni all'ambiente e nuoce anche alla salute umana.
L'artista trinitapolese ha fatto riferimento alla "Strategia Fabiana", una strategia militare che prende il nome dal suo ideatore Quintus Fabius Maximus Verrucosus, che era stato incaricato di sconfiggere Annibale dopo le schiaccianti vittorie dei Cartaginesi sui Romani a Trebbia e sul Lago Trasimeno.
Il dittatore romano, quindi, decise di evitare ulteriori battaglie e rischiosi assalti frontali adottando una guerra di logoramento. Per ostacolare l'approvvigionamento dei nemici cominciò quindi a dare fuoco ai campi coltivati: in tal modo riuscì ad ottenere delle piccole ma significative vittorie.
Al termine del suo mandato Emilio ne imitò l'esempio, mentre successivamente Varrone decise di affrontare Annibale in modo diretto presso Canne della Battaglia.
Raffaele Vitto ha accompagnato la dimostrazione dell'opera di Land Art di circa 100 mq realizzata sul terreno zappettando lo strato di terra bruciato per far riaffiorare l'originaria cromia della terra, con queste parole: "Un atto estremo come quello di bruciare i campi coltivati poteva avere un senso in quel periodo storico, in cui si cercava di opporsi ad un invasore, ma oggi a distanza di più di 2000 anni, si continua a compiere questa azione senza un motivo plausibile. Ringrazio chi è venuto e chi avrebbe voluto esserci per la loro partecipazione attiva, e per aver dato un senso di esistenza alla mia arte".
In un'intervista rilasciata tempo fa, il giovane artista pugliese aveva detto: "Quello che cerco di fare attraverso le mie opere è invitare colui che le guarda alla riflessione, perché oggi più che mai c'è bisogno di pensare, di riflettere con la propria testa e non con quella degli altri".
La sua fonte di ispirazione è sempre l'ambiente: infatti la Land Art è una disciplina artistica che nasce proprio dall'esigenza di creare opere che poi tornano in qualche modo alla terra, al territorio in cui vengono realizzate.
"Io sono figlio di contadini da diverse generazioni, e ho trascorso la mia infanzia in campagna. Ancora oggi continuo ad aiutare mio padre nel lavoro dei campi, e poi realizzo sculture, utilizzando principalmente il materiale che reperisco nel terreno stesso (ad esempio tralci e radici di vite, o anche materiali industriali come tubi di irrigazione agricola", ha raccontato Raffaele.
Ai presenti Raffaele ha spiegato con chiarezza e dovizia di particolari il significato della sua opera, intitolata "Terra su terra bruciata", cogliendo anche l'occasione per stimolare la riflessione sul preoccupante fenomeno della bruciatura dei campi, che provoca danni all'ambiente e nuoce anche alla salute umana.
L'artista trinitapolese ha fatto riferimento alla "Strategia Fabiana", una strategia militare che prende il nome dal suo ideatore Quintus Fabius Maximus Verrucosus, che era stato incaricato di sconfiggere Annibale dopo le schiaccianti vittorie dei Cartaginesi sui Romani a Trebbia e sul Lago Trasimeno.
Il dittatore romano, quindi, decise di evitare ulteriori battaglie e rischiosi assalti frontali adottando una guerra di logoramento. Per ostacolare l'approvvigionamento dei nemici cominciò quindi a dare fuoco ai campi coltivati: in tal modo riuscì ad ottenere delle piccole ma significative vittorie.
Al termine del suo mandato Emilio ne imitò l'esempio, mentre successivamente Varrone decise di affrontare Annibale in modo diretto presso Canne della Battaglia.
Raffaele Vitto ha accompagnato la dimostrazione dell'opera di Land Art di circa 100 mq realizzata sul terreno zappettando lo strato di terra bruciato per far riaffiorare l'originaria cromia della terra, con queste parole: "Un atto estremo come quello di bruciare i campi coltivati poteva avere un senso in quel periodo storico, in cui si cercava di opporsi ad un invasore, ma oggi a distanza di più di 2000 anni, si continua a compiere questa azione senza un motivo plausibile. Ringrazio chi è venuto e chi avrebbe voluto esserci per la loro partecipazione attiva, e per aver dato un senso di esistenza alla mia arte".
In un'intervista rilasciata tempo fa, il giovane artista pugliese aveva detto: "Quello che cerco di fare attraverso le mie opere è invitare colui che le guarda alla riflessione, perché oggi più che mai c'è bisogno di pensare, di riflettere con la propria testa e non con quella degli altri".
La sua fonte di ispirazione è sempre l'ambiente: infatti la Land Art è una disciplina artistica che nasce proprio dall'esigenza di creare opere che poi tornano in qualche modo alla terra, al territorio in cui vengono realizzate.
"Io sono figlio di contadini da diverse generazioni, e ho trascorso la mia infanzia in campagna. Ancora oggi continuo ad aiutare mio padre nel lavoro dei campi, e poi realizzo sculture, utilizzando principalmente il materiale che reperisco nel terreno stesso (ad esempio tralci e radici di vite, o anche materiali industriali come tubi di irrigazione agricola", ha raccontato Raffaele.