Vita di città
Salapia, il parco archeologico si sposta sul web
Nasce una pagina Facebook per far conoscere le attività di studio e ricerca
Trinitapoli - martedì 20 ottobre 2020
11.54
«Casalini, we want you». Lo zio Sam in salsa trinitapolese, munito di mascherina anti-Covid, lancia il grido virtuale su Facebook per invitare a visitare la pagina @progettoSalapia. È un modo per coinvolgere la cittadinanza all'epoca del coronavirus, non solo nel momento di divulgazione dei risultati degli scavi di Salapia, ma anche nel processo di studio e ricerca. L'iniziativa, in collaborazione con "Trinitapoli, comunità ospitale" di Borghi Autentici d'Italia, si inserisce nelle attività del neonato Corso di Laurea triennale in Patrimonio e Turismo culturale dell'Università di Foggia, per il quale sono ancora aperte le immatricolazioni.
Dal 2014, un gruppo di archeologi dell'Università di Foggia e del Mc Gill University College di Montreal (Canada), diretti dai professori Roberto Goffredo e Darian Marie Totten, ha avviato un grande progetto di studio del territorio compreso tra Trinitapoli, Cerignola e Margherita di Savoia.
Nel corso di sei lunghe campagne di scavo, il gruppo di ricerca ha riportato in luce parti delle antiche città di Salapia e Salpi, situate sulle sponde dell'antico lago di Salpi. Oltre allo scavo, tante altre attività hanno permesso agli archeologi di conoscere meglio il territorio: ricognizioni di superficie, geofisica estensiva, studio della cartografia antica e moderna, studio delle fonti antiche e medievali. Alla fine di ogni campagna, i risultati sono stati presentanti in iniziative aperte alla cittadinanza, ma anche in conferenze e pubblicazioni nazionali e internazionali, che hanno portato la storia di Salapia/Salpi e del territorio di Trinitapoli in giro per il mondo.
«Siamo stati molto tristi di non essere a Trinitapoli quest'estate, per noi ormai è un appuntamento fisso, a cui teniamo, per la ricerca e per la comunità che si è creata attorno alle nostre attività», fa sapere Roberto Goffredo, responsabile scientifico del progetto. Ora, dopo il blocco dei lavori imposto dalle restrizioni anti-Covid-19, lo staff di studio punta a far conoscere ai trinitapolesi l'importanza degli scavi ormai noti in tutto il mondo. «Stiamo tornando – assicura – , sebbene non sia ancora possibile farlo di persona. Questa volta però sarà una iniziativa tutta digitale, che vedrà come protagonisti proprio i casalini, di origine o di adozione».
Dal 2014, un gruppo di archeologi dell'Università di Foggia e del Mc Gill University College di Montreal (Canada), diretti dai professori Roberto Goffredo e Darian Marie Totten, ha avviato un grande progetto di studio del territorio compreso tra Trinitapoli, Cerignola e Margherita di Savoia.
Nel corso di sei lunghe campagne di scavo, il gruppo di ricerca ha riportato in luce parti delle antiche città di Salapia e Salpi, situate sulle sponde dell'antico lago di Salpi. Oltre allo scavo, tante altre attività hanno permesso agli archeologi di conoscere meglio il territorio: ricognizioni di superficie, geofisica estensiva, studio della cartografia antica e moderna, studio delle fonti antiche e medievali. Alla fine di ogni campagna, i risultati sono stati presentanti in iniziative aperte alla cittadinanza, ma anche in conferenze e pubblicazioni nazionali e internazionali, che hanno portato la storia di Salapia/Salpi e del territorio di Trinitapoli in giro per il mondo.
«Siamo stati molto tristi di non essere a Trinitapoli quest'estate, per noi ormai è un appuntamento fisso, a cui teniamo, per la ricerca e per la comunità che si è creata attorno alle nostre attività», fa sapere Roberto Goffredo, responsabile scientifico del progetto. Ora, dopo il blocco dei lavori imposto dalle restrizioni anti-Covid-19, lo staff di studio punta a far conoscere ai trinitapolesi l'importanza degli scavi ormai noti in tutto il mondo. «Stiamo tornando – assicura – , sebbene non sia ancora possibile farlo di persona. Questa volta però sarà una iniziativa tutta digitale, che vedrà come protagonisti proprio i casalini, di origine o di adozione».