Michele Emiliano
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Scuola e Lavoro

Scuola, Emiliano: «Associamo il diritto alla salute pubblica con quello individuale delle famiglie»

Il presidente spiega le ragioni della nuova ordinanza e conferma la necessità di bloccare il virus nel suo picco

La variante inglese in Puglia, stando alla survey condotta in data 16 marzo 2021, è presente nel 92,9% dei campioni esaminati. È la seconda presenza più elevata tra tutte le regioni dopo la Valle d'Aosta e: «Al fine di contenerne ed attenuarne l'impatto sulla circolazione e sui servizi sanitari è essenziale, mantenendo le misure di mitigazione in tutto il Paese nel contenere e ridurre la diffusione del virus SARSCoV-2 mantenendo o riportando rapidamente i valori di Rt a valori <1 e l'incidenza a valori in grado di garantire la possibilità del sistematico tracciamento di tutti i casi» sottolinea all'Istituto Superiore di Sanità.

Questa è una delle motivazioni alla base della nuova ordinanza sulla scuola emessa nella serata del 4 aprile dal presidente della Regione Puglia, Emiliano. Una ordinanza legittima, nonostante le critiche ricevute, in quanto il decreto Draghi sottolinea che una: «Deroga è consentita solo in casi di eccezionale e straordinaria necessità dovuta alla presenza di focolai o al rischio estremamente elevato di diffusione del virus SARS-CoV-2 o di sue varianti nella popolazione scolastica».

E all'ordinanza n. 102 troviamo allegata la "Relazione sull'andamento dei contagi in ambiente scolastico", aggiornata al primo aprile 2021, i cui dati: «Evidenziano un rischio estremamente elevato di diffusione del virus SARS-CoV-2 o di sue varianti nella popolazione scolastica, rendendo necessario un mantenimento delle misure destinate a ridurre al minimo indispensabile le occasioni di contatto interpersonale, in particolare negli ambienti chiusi, e la circolazione delle persone se non per motivi strettamente indispensabili».

In Puglia, nella settimana di monitoraggio dal 22 marzo al 28 marzo, si registra una crescita del numero di nuovi positivi che si attesta a livello regionale al 6% con il dato di incidenza pari a 297 casi per 100 mila abitanti. Per quanto riguarda l'ambito scolastico, non avendo dati completi, si è provveduto ad analizzare l'incidenza del contagio per fasce d'età.

L'incremento dei casi interessa tutte le fasce di età, con l'eccezione dei bambini tra 0-5 anni. La variazione più rilevante è associata all'incremento nella classe 14-18 anni (323 casi ogni 100 mila abitanti) e 19-24 anni (322 casi ogni 100.000 abitanti, +6% rispetto alla settimana precedente, in cui segnavano il tasso più elevato). Nelle fasce di età 0-13 anni si registra una riduzione dell'attività di accertamento diagnostico, che cresce tra il 2-3% nelle altre fasce di età, e dell'8% tra i 19-24 anni; la proporzione di test positivi cresce del 27% nella classe 11- 13 anni, del 24% nella classe 6-10 anni e del 16% nella classe 3-5 anni.

Per quanto riguarda invece eventuali focolai epidemici all'interno degli istituti, è possibile vedere come in seguito all'obbligo di DDI per tutti a partire dal 13 marzo si sia determinata una drastica diminuzione del numero di studenti presenti e stando ai dati comunicati da 2647 plessi notificanti, sui 3215 totali, sono stati 768 i provvedimenti di quarantena a carico degli studenti (-1662) e 291 a carico del personale (-380). Anche se i dati sono da considerare sottostimati, essendo frutto di una attività di sorveglianza passiva, per cui non si può avere la certezza che tutti i casi siano stati oggetto di segnalazione da parte di tutti gli istituti.

In conclusione, la Regione Puglia è ancora interessata da un incremento del numero di contagi, che si associa ad una circolazione virale sostenuta tra i soggetti in età scolare.

«In Puglia - ha sottolineato il presidente Michele Emiliano, intervenuto ieri mattina su Rai1 - abbiamo sempre consentito la libertà di scelta a scuola. Non è un pregiudizio nei confronti di chi decide di mandare i figli a scuola, perché anche quella è una scelta legittima. Ma, siamo in stato di emergenza per pandemia, e nessuno può essere obbligato a mandare i figli a scuola. Ribadisco, questo non vuol dire che chi li manda è un incosciente, ma così possiamo abbattere le presenze negli istituti in un momento in cui dobbiamo contenere la pandemia. Grazie a questa ordinanza associamo le due esigenze presenti, quella del diritto alla salute pubblica con quella individuale delle famiglie».
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