Politica
Smaltimento acque reflue, Piazzolla: «Utile costituire un consorzio fra le aziende casearie della provincia Bat»
Interviene la candidata alle Regionali 2020 con Raffaele Fitto presidente
Trinitapoli - lunedì 14 settembre 2020
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"Un argomento molto sentito in questo periodo - scrive in una nota l'avv. Rossella Piazzolla, candidata alle Regionali 2020 con Raffaele Fitto presidente - per quanto riguarda la filiera lattiero-casearia del nostro territorio, attiene allo smaltimento delle acque reflue casearie, in particolare del siero derivante dalla lavorazione di burro e formaggio che viene classificato come rifiuto speciale non pericoloso. Una premessa: i reflui caseari non contengono agenti tossici o in grado di inibire l'attività batterica, ma presentano un contenuto organico piuttosto elevato e per questa ragione non possono essere scaricati direttamente in acqua. Inoltre, non sono semplici da trattare per via delle sostanze contenute in essi. Lo smaltimento del siero derivante dalle lavorazioni casearie ha subito, nel nostro territorio, una svolta all'inizio di quest'anno allorchè la Regione Puglia ha stabilito, così come l'Acquedotto Pugliese, che il rifiuto in questione non si può più smaltire all'interno delle acque.
E' necessario, dunque, che le aziende casearie dispongano di impianti e attrezzature particolari per smaltire correttamente il siero e renderlo anche vendibile: abbiamo tanti esempi di riutilizzo delle acque reflue per produrre bioplastica, non inquinante, destinata all'imballaggio alimentare, oppure come ingrediente per la produzione di mangimi per animali di allevamento, in particolare suini. Nel processo di smaltimento, però, un problema: non tutte le aziende casearie della nostra provincia possono permettersi strutture di questo genere, che sono molto costose. Per questo motivo, si potrebbe pensare di dare la possibilità alle imprese casearie della Bat di autogestirsi lo smaltimento di questo rifiuto speciale, costituendo un consorzio da realizzare attraverso finanziamenti regionali, statali o europei".
E' necessario, dunque, che le aziende casearie dispongano di impianti e attrezzature particolari per smaltire correttamente il siero e renderlo anche vendibile: abbiamo tanti esempi di riutilizzo delle acque reflue per produrre bioplastica, non inquinante, destinata all'imballaggio alimentare, oppure come ingrediente per la produzione di mangimi per animali di allevamento, in particolare suini. Nel processo di smaltimento, però, un problema: non tutte le aziende casearie della nostra provincia possono permettersi strutture di questo genere, che sono molto costose. Per questo motivo, si potrebbe pensare di dare la possibilità alle imprese casearie della Bat di autogestirsi lo smaltimento di questo rifiuto speciale, costituendo un consorzio da realizzare attraverso finanziamenti regionali, statali o europei".