Vita di città
Trinitapoli: la fontana in ghisa dell’Acquedotto sulla strada per il mare
In passato erano tante le famiglie che si fermavano per una sosta refrigerante alla fonte
Trinitapoli - lunedì 8 agosto 2022
13.56
In questi giorni, a Margherita di Savoia, si sta svolgendo una mostra fotografica sulle fontane in ghisa dell'Acquedotto Pugliese. Queste fonti, di cui ormai sono rimasti pochi esemplari in tutta la Puglia, risvegliano ricordi assopiti e nostalgici.
Più di trenta anni fa, sulla strada che da Trinitapoli conduce verso le Saline, la fontana in ghisa (ancora presente ma molto meno utilizzata rispetto a quei tempi) era un luogo di sosta frequentato dalle famiglie pendolari che, da Cerignola, raggiungevano il mare.
La sosta presso la fontana era obbligatoria al ritorno, quando- paonazzi e stanchi dopo una giornata intera in spiaggia- i bambini reclamavano un sorso di acqua fresca. Gli adulti, dal canto loro, ne approfittavano per un lavaggio veloce ai piedi, l'ideale per sbarazzarsi della sabbia.
C'era anche chi, forse per risparmiare l'acqua a casa propria o più semplicemente per abitudine, si faceva una doccia completa alla fontana, lasciando una fila alle sue spalle.
Da bambina ricordo che la sosta alla "fontana di Trinitapoli" era uno dei momenti più attesi della giornata, perché faceva da spartiacque tra la giornata ormai finita al mare e le ore successive da trascorrere in città.
Per noi pendolari quella fontana rappresentava un momento di refrigerio meritato, visto che un tempo nelle automobili non c'era aria condizionata, e quando il sole picchiava lo si sopportava pazientemente e amen.
"Mamma ho caldo": quando qualche bambino lo diceva ai genitori, quasi sempre loro decidevano per una sosta alla fontana. Spesso alla fonte si raggruppavano famiglie, si ascoltavano le ultime notizie, ci si scambiava qualche parola sul meteo. Erano i tempi in cui il passaparola andava più veloce del web.
Quando poi si incontrava qualcuno che riempiva damigiane o altri contenitori, ci si metteva pazientemente in fila per aspettare il proprio turno, approfittandone per chiacchierare un pò.
Le fontane erano luoghi di incontro, di socializzazione, di scambio. Per questo è bello ricordare ciò che sono state, e preservarle dal tempo che, come una ruspa, spesso tende a cancellare ciò che resta del passato.
Più di trenta anni fa, sulla strada che da Trinitapoli conduce verso le Saline, la fontana in ghisa (ancora presente ma molto meno utilizzata rispetto a quei tempi) era un luogo di sosta frequentato dalle famiglie pendolari che, da Cerignola, raggiungevano il mare.
La sosta presso la fontana era obbligatoria al ritorno, quando- paonazzi e stanchi dopo una giornata intera in spiaggia- i bambini reclamavano un sorso di acqua fresca. Gli adulti, dal canto loro, ne approfittavano per un lavaggio veloce ai piedi, l'ideale per sbarazzarsi della sabbia.
C'era anche chi, forse per risparmiare l'acqua a casa propria o più semplicemente per abitudine, si faceva una doccia completa alla fontana, lasciando una fila alle sue spalle.
Da bambina ricordo che la sosta alla "fontana di Trinitapoli" era uno dei momenti più attesi della giornata, perché faceva da spartiacque tra la giornata ormai finita al mare e le ore successive da trascorrere in città.
Per noi pendolari quella fontana rappresentava un momento di refrigerio meritato, visto che un tempo nelle automobili non c'era aria condizionata, e quando il sole picchiava lo si sopportava pazientemente e amen.
"Mamma ho caldo": quando qualche bambino lo diceva ai genitori, quasi sempre loro decidevano per una sosta alla fontana. Spesso alla fonte si raggruppavano famiglie, si ascoltavano le ultime notizie, ci si scambiava qualche parola sul meteo. Erano i tempi in cui il passaparola andava più veloce del web.
Quando poi si incontrava qualcuno che riempiva damigiane o altri contenitori, ci si metteva pazientemente in fila per aspettare il proprio turno, approfittandone per chiacchierare un pò.
Le fontane erano luoghi di incontro, di socializzazione, di scambio. Per questo è bello ricordare ciò che sono state, e preservarle dal tempo che, come una ruspa, spesso tende a cancellare ciò che resta del passato.