Un libro per salvare il dialetto di Trinitapoli
L'autrice Grazia Stella Elia preserva un patrimonio antico per le future generazioni
Altre pubblicazioni della scrittrice sono state infatti: I racconti del focolare (1988), Il cuore del paese (1991), La sapienza popolare a Trinitapoli (1995), Le opere e i giorni della memoria (1996), Paràule pèrse (1999) ed infine Versi d'azzurro fuoco (1997).
L'idea del dizionario è nata non solo per preservare il passato degli antenati, ma anche per riportarlo alla luce mostrandolo con fierezza ai giovani che rischiano di perdere sempre di più la conoscenza delle loro origini:
È una delle affermazioni fatte dall'allora sindaco di Trinitapoli, il geom. Arcangelo Barisciano e riportate nelle prime pagine del dizionario."Sappiamo che salvaguardare il nostro patrimonio linguistico, oltre ad essere un'ardua e faticosa operazione, vuol dire salvare un bene culturale autentico e rispettare la memoria dei nostri antenati: onesti, instancabili contadini e pastori che, attraverso le parole, ci lasciano i segni della loro vita umile, laboriosa e ricca di valori; conservare tale lingua vuol dire, infatti, recuperare la storia della nostra gente: una storia di fatiche quotidiane, di sacrifici, di tradizioni, di religiosa rassegnazione, ma anche di vitali speranze e di sempre validi insegnamenti".
Nell'introduzione la scrittrice ci spiega come sin dalla tenera età sia stata predisposta ad apprendere la "fisionomia semantica della lingua casalina" soprattutto dal padre: "È stato mio padre il mio 'ulivo di parole', ancora vivo nella memoria e nel cuore".
La scrittrice spiega inoltre come il dialetto venga parlato frequentemente nelle famiglie e tra amici, proprio perché permette di esprimersi in modo estremamente profondo e sincero: "Non è forse con le parole del vernacolo che si esprime la vera genuinità, la naturalezza della vita concreta, l'autentico soffrire e sentire di un popolo?".
Un progetto scrittorio questo che ha come finalità quella di recuperare e mantenere il significato dei vari lemmi appartenenti al dialetto casalino (il dizionario comprende oltre 22.000 lemmi), prima che l'inevitabile evoluzione li faccia scomparire definitivamente.
"Siamo in piena tendenza alla globalizzazione, è vero, ma un villaggio plurietnico senza i segni di ciascuna etnia sarebbe un agglomerato immenso, piatto e amorfo" – afferma la scrittrice.
Presenti all'interno del libro usi e costumi del paese, accompagnati dalla descrizione di mestieri e giochi d'infanzia, da riferimenti gastronomici e di medicina popolare, da informazioni di carattere agricolo e meteorologico. Presente inoltre un vasto repertorio botanico e faunistico, con particolare attenzione all'insieme delle specie di uccelli presenti nella Zona Umida delle Saline di Margherita di Savoia e a tutti quelli uccelli di cui manca il termine corrispettivo probabilmente causato dal loro recente insediamento, spiega la scrittrice.
Qui di seguito elenchiamo dunque alcuni dei lemmi più particolari presenti all'interno del libro: amélne (mandorla), ammaceddöte (pestato), bebbü (upupa: uccello presente nella zona umida delle Saline), bonàlme (buonanima), ciàmbeciàmbe (ragno), cenìedde (morbido), vacéle (bacinella)
C'è poi una seconda parte del Dizionario comprendente un Glossario, "che non è un vocabolario dall'italiano al dialetto, ma una semplice guida alla consultazione del dizionario vero e proprio" specifica la scrittrice.
Dulcis in fundo, la scrittrice ha infine dedicato questo lavoro ai suoi figli, alla memoria del marito Michele Elia e a tutti i giovani e nuove generazioni affinché non dimentichino le proprie origini.