Attualità
Valente esorta alla realizzazione delle comunità energetiche nella Bat
Il segretario provinciale della Cgil: «Gli amministratori del territorio dimostrino di saper essere classe dirigente»
Trinitapoli - giovedì 6 ottobre 2022
9.47
«Anche la Bat e le sue comunità locali hanno il dovere di dimostrare di saper essere classe dirigente». Lo ha affermato il biscegliese Michele Valente, segretasrio generale della Cgil Bat, intervenendo sul tema molto sentito della crisi energetica.
«Sarebbe opportuno, per esempio, che all'interno delle tecnostrutture di ogni Comune del territorio, si costituisse una sezione apposita per lo sviluppo delle comunità energetiche nei nostri quartieri e nelle aree industriali» ha sostenuto Valente. «Sappiamo bene che il personale degli Enti locali spesso è insufficiente, motivo per il quale noi da tempo ci battiamo chiedendone l'allargamento ma l'idea delle comunità energetiche deve diventare problema principe nella testa degli amministratori del territorio, altrimenti qualsiasi discussione sull'argomento rischia di diventare solo accademia disquisitoria».
Il segretario provinciale della Cgil ha evidenziato: «Una comunità energetica si basa su un sistema collaborativo tra Enti pubblici locali, aziende, attività commerciali e cittadini, che scelgono di dotarsi di infrastrutture per la produzione di energia da fonti rinnovabili e l'autoconsumo attraverso un modello basato sulla condivisione. Queste comunità non rappresentano soltanto uno strumento ideale per contribuire in modo concreto alla lotta ai cambiamenti climatici ma anche contro la povertà energetica portando come valore aggiunto, un ruolo attivo, comunitario e consapevole di chiunque entri a far parte della comunità stessa».
Valente ha definito «significativo» il contributo fornito dalle comunità energetiche nelle zone in cui sono state insediate: «Non solo per la lotta alla modifica del clima ma anche ai costi delle bollette di quei cittadini e di quelle imprese che ne usufruiscono. Queste sono in grado di coinvolgere nella sfida alla decarbonizzazione il maggior numero possibile di attori sociali e la prossimità degli impianti ai consumatori si tradurrà, in molti casi, in installazioni sulle coperture o nelle vicinanze spostando il tema sul coinvolgimento attivo della cittadinanza. In questa fase dove il primo argomento che arrovella la testa dei cittadini è il costo delle bollette di luce e gas_ il coinvolgimento dei singoli utenti, unitamente al fatto che tali sistemi possono produrre benefici economici, potrà portare i membri della Comunità a comportamenti virtuosi da un punto di vista energetico. Un modello che incentiva la produzione di energia ed il suo assorbimento istantaneo da parte degli utenti situati in prossimità, può aiutare il consumatore a modificare il suo profilo di carico in risposta alla necessità della rete».
Gli esempi, anche in Puglia, non mancano: «Il Comune di Brindisi ha di recente avviato il piano di insediamento delle sue comunità energetiche in due quartieri storici della città, attraverso la riqualificazione edilizia, l'efficientamento energetico e l'autoproduzione, favorendo risparmi energetici per 350 famiglie. È partita la collaborazione tra il Comune di Biccari e una cooperativa energetica per la costruzione di una Comunità energetica nel borgo foggiano. Inoltre, la Regione Puglia, con la legge n° 45 del 2019, promuove l'istituzione di comunità energetiche e, infatti, altre sperimentazioni si stanno avviando come quella di Arca Capitanata, Roseto Valfortore, Orsara. Si stanno avviando sulla stessa strada Melpignano nel Salento, Galatone, Salice Salentino. Gli amministratori della Provincia di Barletta-Andria-Trani e le sue comunità locali dimostrino, da questo punto di vista, di saper essere classe dirigente» ha concluso segretario generale della Cgil Bat.
«Sarebbe opportuno, per esempio, che all'interno delle tecnostrutture di ogni Comune del territorio, si costituisse una sezione apposita per lo sviluppo delle comunità energetiche nei nostri quartieri e nelle aree industriali» ha sostenuto Valente. «Sappiamo bene che il personale degli Enti locali spesso è insufficiente, motivo per il quale noi da tempo ci battiamo chiedendone l'allargamento ma l'idea delle comunità energetiche deve diventare problema principe nella testa degli amministratori del territorio, altrimenti qualsiasi discussione sull'argomento rischia di diventare solo accademia disquisitoria».
Il segretario provinciale della Cgil ha evidenziato: «Una comunità energetica si basa su un sistema collaborativo tra Enti pubblici locali, aziende, attività commerciali e cittadini, che scelgono di dotarsi di infrastrutture per la produzione di energia da fonti rinnovabili e l'autoconsumo attraverso un modello basato sulla condivisione. Queste comunità non rappresentano soltanto uno strumento ideale per contribuire in modo concreto alla lotta ai cambiamenti climatici ma anche contro la povertà energetica portando come valore aggiunto, un ruolo attivo, comunitario e consapevole di chiunque entri a far parte della comunità stessa».
Valente ha definito «significativo» il contributo fornito dalle comunità energetiche nelle zone in cui sono state insediate: «Non solo per la lotta alla modifica del clima ma anche ai costi delle bollette di quei cittadini e di quelle imprese che ne usufruiscono. Queste sono in grado di coinvolgere nella sfida alla decarbonizzazione il maggior numero possibile di attori sociali e la prossimità degli impianti ai consumatori si tradurrà, in molti casi, in installazioni sulle coperture o nelle vicinanze spostando il tema sul coinvolgimento attivo della cittadinanza. In questa fase dove il primo argomento che arrovella la testa dei cittadini è il costo delle bollette di luce e gas_ il coinvolgimento dei singoli utenti, unitamente al fatto che tali sistemi possono produrre benefici economici, potrà portare i membri della Comunità a comportamenti virtuosi da un punto di vista energetico. Un modello che incentiva la produzione di energia ed il suo assorbimento istantaneo da parte degli utenti situati in prossimità, può aiutare il consumatore a modificare il suo profilo di carico in risposta alla necessità della rete».
Gli esempi, anche in Puglia, non mancano: «Il Comune di Brindisi ha di recente avviato il piano di insediamento delle sue comunità energetiche in due quartieri storici della città, attraverso la riqualificazione edilizia, l'efficientamento energetico e l'autoproduzione, favorendo risparmi energetici per 350 famiglie. È partita la collaborazione tra il Comune di Biccari e una cooperativa energetica per la costruzione di una Comunità energetica nel borgo foggiano. Inoltre, la Regione Puglia, con la legge n° 45 del 2019, promuove l'istituzione di comunità energetiche e, infatti, altre sperimentazioni si stanno avviando come quella di Arca Capitanata, Roseto Valfortore, Orsara. Si stanno avviando sulla stessa strada Melpignano nel Salento, Galatone, Salice Salentino. Gli amministratori della Provincia di Barletta-Andria-Trani e le sue comunità locali dimostrino, da questo punto di vista, di saper essere classe dirigente» ha concluso segretario generale della Cgil Bat.