Vigilanza privata
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«Vogliamo risposte», in sciopero gli addetti della vigilanza privata

Proclamato per oggi da Filcams, Fisascat e Uiltucs

Una vigilia di Natale di protesta per gli addetti del settore della vigilanza privata, lavoratori e lavoratrici che rivendicano il rinnovo del Contratto collettivo Nazionale di Lavoro scaduto ormai da 5 anni. Purtroppo i 54 mesi di trattative non sono stati sufficienti per arrivare all'accordo e quindi Filcams, Fisascat e Uiltucs hanno deciso di proclamare lo sciopero nazionale per la giornata di oggi 24 dicembre, una scelta che è stata inevitabile dopo 54 mesi di trattative che non hanno portato risposte e dopo l'11 dicembre, giorno dell'ennesimo incontro infruttuoso tra organizzazioni sindacali e associazioni datoriali.

«Sappiamo che il Paese sta attraversando una fase difficilissima, ma questa decisione è resa inevitabile dall'intransigenza delle imprese del settore che, incuranti del tempo trascorso senza alcun adeguamento salariale e nelle tutele, strumentalizzano la situazione al solo fine di rinviare sine die il rinnovo del Ccnl», spiega la segretaria generale della Filcams Cgil Bat, Tina Prasti.

«Nel pieno dell'emergenza sanitaria, nella prima e anche ora nella seconda ondata di contagi migliaia di addetti della vigilanza privata ed alla sicurezza hanno operato e continuano a farlo, oltre che nella normale attività, anche collaborando con enti pubblici ed imprese private nella gestione delle procedure di sicurezza. Uno sforzo realizzato spesso in condizioni di precaria sicurezza del proprio lavoro, e con inasprimento del già gravoso impegno quotidiano, senza riconoscimento alcuno», prosegue la segretaria sottolineando come «tutti i tentativi operati dalle organizzazioni sindacali a livello nazionale per giungere ad un'intesa hanno dovuto fare i conti con la conservazione e, persino, il peggioramento delle norme del rapporto di lavoro e la negazione di qualunque riconoscimento salariale».

In attesa di eventuali sviluppi da Roma, anche nella Bat i lavoratori e le lavoratrici del settore il 24 dicembre incroceranno le braccia per chiedere il contratto, «il tempo è scaduto, è il momento delle risposte, immediate», conclude Prasti.
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